
La premiazione di Andrea Petkovic e il ritorno di Kim Clijsters
Era dal 2008 che il torneo Premier di Anversa non si giocava sul tappeto indoor dello Sportpaleis Merksem, palazzetto sportivo della piccola località delle Fiandre.
La penultima edizione disputata fu vinta da Justine Henin. L’ex campionessa belga si impose in finale con un doppio 6-3 sulla nostra Karin Knapp. Quattro anni prima, nel 2004, Kim Clijsters, connazionale della Henin, ebbe la meglio su un’altra tennista italiana, Silvia Farina.
L’ultimo atto del torneo di Anversa di quest’anno non ha mai smesso di stupire.
La Suarez Navarro, che ha giocato un torneo stellare, battendo la Giorgi in rimonta, sotto 6-1 nel primo set e la Niculescu in tre set lottati, ha rinunciato, proprio sul più bello, a scendere in campo per problemi fisici, dopo tutti gli sforzi prodotti e ripagati nel corso del torneo.
La cavalcata della giocatrice iberica è stata una sequenza di vittorie che l’ha vista imporsi sulla Giorgi, la Niculescu, la Schiavone e la Pliskova.
In finale la giocatrice di Las Palmas de Gran Canaria avrebbe dovuto affrontare Andrea Petkovic che proveniva da una striscia positiva di risultati in seguito ai successi sulla Cibulkova e la Zahlavova-Strycova, battute anche piuttosto nettamente dalla tedesca.

La famiglia e il tennis: un binomio indelebile nella vita della Clijsters
A sostituire la Suarez Navarro, vista la sua impossibilità nel giocare, è scesa in campo, per la gioia del pubblico di casa, Kim Clijsters.
L’ex campionessa belga, nuova direttrice del torneo di Anversa, ha giocato contro la Petkovic in un incontro di esibizione. E c’è da dire che è sorprendente, non solo il risultato di 5 giochi a 3 in favore della Clijsters, dopo anni e anni che non disputava una partita nel circuito maggiore, ma soprattutto la qualità del suo gioco.
La Clijsters ha dato prova che le sue corde sono tutt’altro che arrugginite. Pur avendo messo su qualche chilo in più, la veterana del tennis belga ha realizzato dei recuperi in back in scivolata uguali a quelli dei tempi d’oro.
Malgrado la lontananza dal circuito, la belga non ha perso le misure del campo, la velocità dei colpi e l’elasticità negli spostamenti laterali. Tant’è vero che la stessa Petkovic, a fine gara, l’ha esortata scherzosamente ai microfoni di tornare a giocare, visto il grande livello di tennis espresso durante il match di esibizione.
La Clijsters si è sempre distinta per un tipo di gioco offensivo e difensivo al tempo stesso. Dotata di un dritto e di un rovescio penetranti, di un’intelligenza tattica notevole, di una capacità di accelerare la palla nei momenti chiave dello scambio dopo essersi lavorata ai fianchi la propria avversaria senza forzare, è anche capace di ricorrere a soluzioni differenti come il back in scivolata e la palla corta durante un palleggio serrato.
Per quel che riguarda il palmarès, si potrebbe scrivere un libro sulla Clijsters.
Solo qualche numero: 4 tornei del Grande Slam in singolare, 2 in doppio e 41 trofei complessivi (incluse le prove del Grande Slam).
Nell’ultima parte della carriera la Clijsters si è dedicata maggiormente alla famiglia, mettendo in secondo piano il tennis. Molti pensavano che avrebbe potuto continuare a giocare, a vincere.
L’ex giocatrice belga non ha perso nulla di tutto ciò che aveva sul campo ma ha deciso di voltare pagina, probabilmente per sempre, sicuramente senza rimpianti.
Federico Bazan © produzione riservata