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Caroline Wozniacki è la nuova regina degli Australian Open: la danese vince il suo primo torneo del Grande Slam in finale con Simona Halep

halep wozniackiErano anni che Caroline Wozniacki cercava la vittoria in un torneo del Grande Slam. La danese, infatti, aveva sempre vinto, in passato, tornei Premier e International ma, quello che è mancato a lungo nella sua bacheca, era un sigillo di più alto prestigio come le WTA Finals e una delle quattro prove del Grande Slam. Proprio in queste, la Wozniacki arrivò nell’ultimo atto in due occasioni, ed entrambe a New York, nel 2009 e nel 2014, senza però mai riuscire a completare l’opera. La missione della danese, nella finale degli Australian Open 2018, opposta a Simona Halep, sarebbe stata quella di giocarsi una partita decisiva, sia per l’economia della carriera (vincere il primo Slam), sia per la classifica (in caso di vittoria, tornare numero uno del mondo), dopo aver disputato undici anni nel circuito WTA; e, naturalmente, con il coronamento di un sogno, avrebbe anche sfatato il taboo delle due finali perse negli Slam.
Dalle ipotesi, la Wozniacki è passata ai fatti: il successo della tennista di Odense, dovuto ad una grande solidità e continuità durante tutto l’arco del torneo, è arrivato in una partita che l’ha vista opposta ad una Halep generosa, disposta a sacrificarsi, malgrado i problemi fisici e la stanchezza nelle gambe, patita durante i match precedenti, decisi al tie break del terzo set, contro la Davis (4-6, 6-4, 15-13) e la Kerber (6-3, 4-6, 9-7). La finale femminile degli Australian Open ha però premiato una Wozniacki più lucida e più solida da fondo campo che ha retto botta al gioco offensivo della Halep, la quale faticava a spostarsi per la mancanza di energie ma che, nonostante i problemi evidenti, riusciva a spingere e a manovrare gli scambi. Tra le due, ha prevalso la danese che si è aggiudicata il tie break del primo e, al terzo set, ha fatto la differenza nei punti importanti, quando si trovava a remare, lontano dalla riga di fondo campo.
A fine partita, le lacrime di una Wozniacki finalmente realizzata per quel che riguarda iCaroline Wozniacki suoi obiettivi professionali: l’aver vinto le WTA Finals a Singapore, in primis, che le ha dato probabilmente quella fiducia necessaria a compiere il salto di qualità; e la vittoria agli Australian Open, che le ha consentito di tornare numero uno del mondo, con un bottino ben più grande nelle mani di tutti i precedenti conquistati. Una Halep, dall’altro lato, che esce a testa alta da una edizione degli Open d’Australia dove ha vinto con merito e fatica delle partite complicate e che ha provato, proprio come la Wozniacki, a mettere la firma su quello che sarebbe stato il suo primo Slam, dopo aver raggiunto due finali al Roland Garros (2014 e 2017), senza però riuscire a vincerle.
Quel che attendeva la Wozniacki si è avverato, dopo anni di crescita e miglioramenti costanti. Adesso tocca alla Halep che, per lo spirito di sacrificio, ha dimostrato di avere la stoffa di una campionessa Slam.

Federico Bazan © produzione riservata

Finale del torneo Wta di New Haven

                           Trofeo di New Haven per Simona Halep

Sabato 24 agosto si è giocata la finale del torneo Pilot Pen Tennis di New Haven, città del Connecticut, che ha ospitato le migliori tenniste al mondo in vista ed in preparazione dell’ultimo grande slam stagionale, gli Us Open. A contendersi il titolo quest’anno sono state la ceca Petra Kvitova, numero 10 del mondo e la sorprendente giocatrice rumena Simona Halep, numero 23 del ranking che sta vivendo un anno magico scalando la classifica mese dopo mese; è un 2013 nel quale la rumena ha fatto vedere il suo miglior tennis a partire dagli Internazionali Bnl d’Italia dove aveva eliminato, iniziando dalle qualificazioni, Alice Balducci, Daniela Hantuchova, Agnieska Radwanska, Roberta Vinci, Jelena Jankovic per poi cedere in semifinale alla vincitrice del torneo, vale a dire Serena Williams. Dopo il torneo di Roma, è emerso tutto il talento della Halep che ha vinto consecutivamente, nel giro di tre mesi, Norimberga, S’Hertogenbosch, Budapest e New Haven, peraltro dimostrando di poter competere e di sapersi adattare su tutte le superfici.
La finale di ieri è stata a senso unico; la rumena ha trionfato con il punteggio netto di 6-2 6-2 in poco più di un’ora di gioco di fronte ad una Kvitova aggressiva e vincente solo per i primi 10 minuti di match ma impaziente e fallosa per tutto il resto della gara. Tanti gli errori per la ceca che affossava risposte in rete o le spediva fuori. La Halep, al contrario, ha gestito il match tirando vincenti nei momenti chiave, senza fretta e con lucidità; dritti incrociati e rovesci lungolinea hanno scardinato la resistenza della Kvitova, la quale era in evidente difficoltà sia al servizio che in risposta. Ottima la resa alla battuta della rumena, specialmente con la prima palla di servizio che le ha regalato la maggior parte dei punti e le ha consentito di comandare gli scambi da fondo facendo spostare l’avversaria da una parte all’altra del campo.
Quello di New Haven è il quarto torneo che Simona Halep si aggiudica in carriera e, grazie a questo titolo conseguito, si guadagna la posizione numero 19 del ranking Wta risultando, a 21 anni, la più forte delle attuali 10 tenniste rumene appartenti al circuito internazionale.

Federico Bazan © produzione riservata