Il team di ASICS cresce di numero con l’ingresso di Belinda Bencic tra i nuovi testimonial del brand. Tennista svizzera classe ’97, la Bencic è una delle giocatrici di punta del circuito WTA, con un best ranking di 4 e, stabilmente, tra le prime 20 del mondo. Semifinalista agli US Open nel 2019 e vincitrice dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020, la Bencic ha dichiarato di essere entusiasta di vestire il marchio giapponese: “ASICS è conosciuto in tutto il mondo come il miglior brand di calzature e abbigliamento tecnico per il tennis, grazie all’attenzione riposta nei dettagli fin dallo sviluppo del prodotto. Sono sicura che indosserò delle scarpe tra le più innovative di sempre. Sono fiera di rappresentare questa azienda, in particolare per il suo impegno nei confronti del benessere mentale e per il potere edificante dello sport sulla mente. Non potrei essere più entusiasta di unirmi al team di professionisti ASICS”.
Il grande successo al maschile, riscontrato già dai tempi pre-Covid, da diversi top players – quali Novak Djokovic, David Goffin e Gael Monfils – è indicativo di come ASICS sia un prodotto di eccellenza per tutti quei giocatori che hanno bisogno di essere assistiti da una scarpa protettiva e flessibile al tempo stesso. I nomi dei tennisti appena citati, hanno la caratteristica in comune di basare il proprio gioco, oltre sulla ricerca del punto e dei colpi vincenti, anche su recuperi di palla impegnativi: le spaccate di Djokovic sui colpi in allungo, l’agilità di Goffin negli spostamenti e i recuperi estremi di Monfils su palle apparentemente impossibili da giocare, sono solo alcuni degli elementi che contraddistinguono i giocatori del brand ASICS.
Il team, in tempi più recenti, si è arricchito di famose presenze femminili del circuito, tra cui le top players Iga Swiatek e Caroline Garcia, che sono entrate a far parte della squadra di ASICS nel 2020. Il 2023 ha rappresentato la volta proprio di Belinda Bencic, che è stata accolta con grande entusiasmo dall’Amministratore Delegato del Marketing di ASICS, Tomoko Koda: “Con questa carriera alle spalle, Belinda rappresenta un fantastico inserimento nella nostra squadra. Ha capito l’importanza dell’impatto positivo dello sport, traducendo questa conoscenza in risultati concreti. Questo si lega molto bene con la nostra filosofia Anima Sana in Corpore Sano e siamo entusiasti di poterla sostenere dentro e fuori dal campo”. La Bencic indosserà, a partire dalla stagione su terra battuta, i capi d’abbigliamento ASICS e il nuovo modello delle FF Court, che ben si adattano al suo stile di gioco e che lei stessa ha definito “innovative”.
Fonti della descrizione e delle foto: Comunicato ufficiale ASICS Europe
Dopo il boom di vendite delle Court FF 2, ASICS ha lanciato sul mercato dell’abbigliamento tecnico sportivo il nuovo modello del 2023: le Court FF 3, progettate dall’azienda nipponica e testate dall’Institute of Sport Science di Kobe, in Giappone. Considerando il grande successo riscontrato dai tennisti di tutto il mondo e di diverso livello, ASICS si è riproposta per soddisfare al meglio le esigenze dei propri clienti. Le Court FF 3 vantano la caratteristica innovativa di avere delle suole strutturate in tre parti, per offrire ulteriori flessibilità e comfort rispetto al passato. I risultati dei test biomeccanici, condotti presso l’ASICS Institute of Sport Science, hanno evidenziato un impatto inferiore del 7% sugli arti inferiori nel punto di contatto con il terreno, rispetto al modello precedente, riducendo lo stress sul corpo e permettendo al giocatore un recupero migliore tra un colpo e l’altro. Prezzo consigliato al pubblico: 190,00 €
La Court FF 3 “Novak” prende il nome dall’attuale numero 1 del ranking ATP, Novak Djokovic, il quale ha collaborato attivamente allo sviluppo del progetto ed ha espresso un’opinione positiva sul prodotto: “Sono orgoglioso di condividere il mio percorso insieme ad ASICS per il lancio della loro nuova collezione e, in particolare, della nuova scarpa da tennis COURT FF 3. Ho lavorato in stretta collaborazione con il team in Europa e in Giappone per migliorare la versione precedente, che era già un’ottima scarpa. A questo punto della mia carriera, è fondamentale che le scarpe che scelgo di indossare mi diano fiducia in campo e si adattino al mio stile di gioco. E questo è esattamente ciò che ottengo da ASICS. Comprendono le mie necessità e si impegnano a migliorare anche il più piccolo dettaglio, cosa che apprezzo e rispetto. Non c’è niente di meglio che giocare con ASICS”.
Sempre più tennisti di alto livello entrano a far parte della famiglia ASICS: da Djokovic a Goffin, De Minaur, Berrettini fino al recente ingresso, come testimonial del brand, di Belinda Bencic, vincitrice di una medaglia d’oro in singolo, una medaglia d’argento in doppio alle Olimpiadi di Tokyo 2020 e di otto titoli WTA. A dimostrazione di quanto ASICS si prenda cura, nei minimi dettagli, degli atleti dei circuiti professionistici, per offrire loro il miglior feeling possibile nel contatto con il terreno.
Valutazione personale: La nuova versione delle FF Court si distingue dalle edizioni precedenti per avere il collare, che è la parte superiore della scarpa, più aderente. Questo elemento dona una protezione maggiore al tendine d’Achille e alla caviglia. È un tipo di calzata particolarmente indicata per i giocatori dai talloni e dalle caviglie sottili, in quanto le protegge in modo naturale. Quando le indosso e le allaccio con un doppio nodo, sento che i miei piedi si adattano a questo modello di scarpe come se fosse fatta su misura per la mia calzata.
È una scarpa che permette di arrivare su palle difficili, anche a medio lungo raggio, sfruttando un’ampia falcata o scivolando sulla terra, se necessario. La FF Court 3 mi aiuta ad avere gli appoggi stabili sia in situazioni statiche, sia in situazione dinamiche del gioco. E gli appoggi sono fondamentali per trovare una distribuzione del peso ideale quando si prepara un colpo. Tra le altre cose, posso effettuare dei recuperi che, con altre scarpe più rigide, sono impensabili, perché le ASICS hanno un rivestimento di inserti complesso al proprio esterno, ma al tempo stesso, forniscono quella leggerezza e flessibilità necessarie ad un giocatore di tennis per qualsiasi tipo di spostamento da effettuare in campo. ASICS per me significa qualità: sono scarpe che non deludono mai le mie aspettative perché rappresentano il giusto compromesso tra comodità, performance e durata.
Voto soggettivo da 1 a 10: Comodità (morbidezza dell’inserto e elasticità della calzata): 9 Qualità (protezione del piede e durata nel tempo): 10 Estetica (modello e colore): 9
Voto medio da 1 a 10: 9 + 10 + 9 / 3 = 9,3
Fonti della descrizione e delle foto: Comunicato ufficiale ASICS Europe
Il Circolo romano Antico Tiro A Volo è uno dei Club di tennis con più storia nella capitale, a partire dal lontano 1893. Situato in via Eugenio Vajna, nel quartiere Parioli, vanta un’ampia struttura con diverse attività sportive da poter praticare, tra le quali tennis, padel, nuoto, fitness e calcetto. È un circolo caratteristico, non solo per la storia del tiro al piccione e delle Olimpiadi del ’60 a Roma, ma anche per l’estendersi di un vasto giardino, immerso nel verde, con una vista suggestiva dall’alto sulla città. La Club House conserva, ancora oggi, un fascino secolare, pur non rinunciando alla modernità dell’impianto e delle attrezzature sportive.
La Scuola Tennis, gestita da Adriano Albanesi, Direttore Tecnico e Coach di esperienza internazionale, prevede dei corsi suddivisi per età, dai 5 ai 18 anni, e fasi tecniche dell’apprendimento di ciascun allievo: minitennis, pre-perfezionamento, perfezionamento, specializzazione e allenamento. Il team, con a capo Albanesi, è composto dai maestri: Federico Bazan, Carlos Rodriguez, Stefano Luzzi, Andrea Romeo e la preparatrice atletica Monica Gasbarro. I motivi validi per cui iscriversi alla scuola tennis (SAT e corsi adulti) de l’Antico Tiro A Volo, sono numerosi: la segreteria sportiva è a disposizione delle famiglie relativamente a comunicazioni e a richieste di giorni, orari e recuperi per i propri figli. Nella quota annuale, è compreso un kit Australian di primissima qualità per ogni corsista (per vedere i capi d’abbigliamento, guarda la foto dei maestri alla fine dell’articolo). Il circolo ha un parcheggio interno dove sostare, così da poter accompagnare più facilmente i bambini e i ragazzi a lezione. Offre 4 campi in terra battuta, tenuti in ottimo stato e rifatti periodicamente una volta all’anno in occasione del torneo femminile ITF da 60 mila dollari, nel mese di luglio. I campi de L’Antico Tiro A Volo hanno il vantaggio, non così comune in altri circoli, di assorbire molto bene l’acqua, attraverso un efficace sistema di drenaggio. Quindi, durante le stagioni autunnali e invernali, si riesce a giocare nel giro di poco tempo, qualora smetta di piovere.
I maestri decidono, ogni settimana, la programmazione degli esercizi, rinnovandola di continuo: i corsisti hanno modo, durante l’anno, di allenare tutti i colpi e i diversi spostamenti che il tennis di oggi richiede. Una delle opzioni a vantaggio degli iscritti, oltre alla varietà continua delle esercitazioni, è la possibilità per gli stessi di scegliere una formula mono o bisettimanale, in base ai propri impegni. Sono inoltre previsti degli allenamenti extra, su richiesta del corsista che voglia recuperare dei giorni di lezione persi. A tal proposito, i Maestri Nazionali Adriano Albanesi e Lucio Luciani organizzano un planning, inserendo i corsisti anche in altri giorni, in base alle richieste, con un rapporto in campo sempre di 1 a 3 o, al massimo, di 1 a 4 (maestro e allievi). Il corso adulti, definito “Gladiators Training” (per scoprire meglio di cosa si tratta, clicca qui), si svolge dal lunedì al venerdì tra le 19:30 e le 21:00, per i livelli principiante e intermedio. Il lunedì e il mercoledì vi sono anche due slot ad ora di pranzo dalle 13:00 alle 14:30, nei quali il livello è avanzato. Mentre in altri circoli ci si ferma durante le festività, al Circolo Antico Tiro A Volo si continua: dal 27 al 30 dicembre e dal 3 al 5 gennaio la scuola tennis è regolarmente aperta per lo svolgimento delle attività, così come dopo la chiusura delle scuole e degli istituti, nel mese di giugno. Quando i ragazzi terminano l’anno scolastico, la scuola tennis offre ai corsisti almeno metà mese di recuperi fino al primo luglio. Quindi, chi dei ragazzi non avesse avuto la possibilità di giocare in determinati giorni durante l’anno, per impegni, pioggia, influenza o altri motivi, può fare lezione nei giorni previsti. Lo stesso discorso vale per il corso adulti.
Lo Staff tecnico de L’Antico Tiro A Volo in occasione del torneo natalizio della scuola tennis. Da sinistra a destra della foto: Andrea Romeo, Stefano Luzzi, Federico Bazan e Adriano Albanesi
Perché quindi iscriversi alla Scuola Tennis o al “Gladiators” de l’Antico Tiro A Volo? Perché si è seguiti da un team di professionisti attenti alla crescita tecnica e umana dei propri allievi, in un clima di divertimento e di allenamento intensivo. E perché si gioca per 10 mesi all’anno, senza fare mai panchina. Provare per credere.
Foto di: Federico Bazan, Autore de Il Mondo del Tennis, e Marco Lori Photographer
– Quando e come nasce l’idea di creare la piattaforma online Tennis No Limits?
– Tennis No Limits è un progetto che avevo in cantiere da tanto tempo. Come docente, ho sempre sentito il bisogno di dare maggiore supporto alle centinaia di insegnanti che ho formato in tanti anni di attività, supporto che non può esaurirsi nell’arco di un corso di formazione. Le competenze che deve sviluppare un insegnante di tennis sono tantissime e la Tecnica è solo una delle tante. Ci sono aree come la Comunicazione, le Tecniche di Mental Training, l’Organizzazione, la Programmazione, la Definizione degli Obiettivi, che sono fondamentali per la nostra attività e che vengono trascurate o insegnate col contagocce nel percorso formativo di un insegnante. Per questo motivo nasce Tennis No Limits. Per dare la possibilità ad un istruttore o ad un maestro di acquisire le competenze di cui ha bisogno per eccellere nella propria professione.
– Quali sono le risposte che vuoi fornire ai praticanti ed appassionati del nostro sport, attraverso il progetto Web che hai creato?
– In realtà, all’inizio, il progetto era indirizzato solo agli insegnanti di tennis. Ma, ricevendo tantissime richieste dagli appassionati di questo sport, i cosiddetti amatori, ho allargato la comunicazione. I giocatori amatoriali sono avidi di informazioni, sono pronti a mettersi in gioco, hanno voglia di applicare in campo nuove strategie per migliorare i propri risultati. Per certi versi, sono più ricettivi degli stessi maestri che, a volte, rimangono un po’ chiusi nel loro guscio. Per questo motivo, sul mio canale YouTube e, di conseguenza, sulle mie pagine FB e IG, pubblico anche dei video per i giocatori. In questo modo, posso dare delle risposte alle tante domande che i praticanti non trovano nei corsi che frequentano.
– Quali sono le richieste più frequenti da parte dei tuoi clienti per poter correggere e risolvere i difetti tecnico-tattici del loro gioco?
– Le richieste sono tante. Si parte da domande su come correggere aspetti tecnici del proprio gioco, per arrivare a domande su come gestire al meglio le fasi di gioco dal punto di vista tattico e mentale. Spesso l’insegnamento della Tattica viene sottovalutato, così come raramente si insegna a leggere un match e a gestire le proprie emozioni. La Tecnica, ad esempio, è uno strumento al servizio della Tattica ed insegnare cosa fare e quali soluzioni scegliere, sin dai primi colpi, è fondamentale per lo sviluppo di un giocatore. In Tennis No Limits si apprende anche questo. Non basta essere dei buoni colpitori; bisogna anche saper fare le scelte giuste in campo per ottenere risultati e saper gestire, a livello emozionale, i momenti importanti durante una partita.
Mauro Marino al lavoro con i corsisti durante una lezione dedicata agli istruttori: far capire all’allievo come superare delle difficoltà tecniche
– Nel tuo caso non ti rivolgi solo ad un pubblico di praticanti e appassionati, ma fai anche formazione a maestri ed istruttori federali. Puoi raccontarci cosa prevede questa attività di formazione? Di quali strumenti didattici ti avvali?
– Gli istruttori e i maestri che sono all’interno di Tennis No Limits hanno bisogni diversi, perché ogni realtà sportiva è differente e il target a cui si rivolgono cambia di conseguenza. La formazione, quindi, deve necessariamente spaziare tra vari argomenti. Nel nostro sistema si approfondiscono argomenti Tecnici, Tattici, si lavora sull’acquisizione di competenze che riguardano l’aspetto Mentale, per aiutare gli allievi ad esprimersi al meglio nelle loro prestazioni. Si lavora sulla Comunicazione, per imparare a trovare la giusta interazione con gli allievi, con i genitori, con i clienti e per posizionarsi sul mercato attraverso le piattaforme Social. Si impara a Programmare, per sapere cosa fare in campo, quando farlo ed essere sicuri di seguire il percorso giusto. Si impara a costruire nuove esercitazioni per vari livelli di gioco e per allievi con diverse difficoltà. Si lavora sulla video analisi e sulla match analisi. Per aiutare questi istruttori e maestri, utilizziamo una piattaforma online alla quale si può accedere in qualsiasi momento e da qualsiasi supporto (cellulare, tablet, pc); abbiamo riunioni periodiche in diretta Live, ogni due settimane, per affrontare tutte le tematiche con gli stessi maestri. Questa condivisione e questo aggiornamento continuo sono i punti di forza del nostro sistema.Se pensiamo che un istruttore, in media, frequenta dei corsi di aggiornamento una volta ogni due anni, mentre in Tennis No Limits l’aggiornamento avviene 24 volte l’anno, mi sembra evidente la differenza di formazione alla quale ha accesso chi è all’interno della piattaforma. Inoltre, durante i nostri appuntamenti, i maestri condividono le proprie esperienze e questa è un’altra caratteristica importante e unica. In Tennis No Limits, gli insegnanti italiani ma anche di altre Nazioni, portano le proprie esperienze nell’ambito della tematica affrontata e questo ha una forza devastante sul senso di condivisione e di appartenenza che si crea.
– Quante ore del tuo tempo giornaliero investi in campo e quante ore online per Tennis No Limits?
– Difficile calcolare le ore dedicate a Tennis No Limits. Quello che posso dire è che mi assorbe molta energia e richiede tante ore di lavoro. Ma, d’altronde, impegno, passione e duro lavoro non sono le componenti indispensabili per raggiungere qualsiasi obiettivo?
Mauro Marino nelle vesti di Docente, durante una lezione in classe con i maestri che seguono il suo corso di formazione
– L’AICS (Associazione Italiana Cultura Sport) è un’Associazione che promuove lo sport, parallela alla Federazione Italiana Tennis e riconosciuta dal Coni come Ente Nazionale di Promozione Sportiva. Fai parte della Commissione Nazionale AICS in qualità di Coordinatore e sei, allo stesso tempo, Maestro Nazionale FIT. Quali sono le differenze tra i due Enti a livello di qualifiche dei Maestri ed operatività sul territorio?
– Le differenze istituzionali sono che l’AICS si occupa di Promozione Sportiva, oltre che Culturale e Sociale, mentre la FITP, come ogni federazione, si occupa maggiormente di sport di alto livello. Queste due aree spesso si intersecano e a volte si sovrappongono, ma il concetto di base dovrebbe essere quello che ho appena esposto. Per quanto riguarda l’attività e la formazione, l’AICS è un Ente di Promozione Sportiva molto attivo e con standard elevati sia nel tennis che nel padel. Per questo motivo, siamo stati i primi a sottoscrivere una convenzione con la FITP nel lontano 2011, dopo due anni di trattative. La firma di questa convenzione è un riconoscimento da parte della FITP del valore della nostra formazione. Una qualifica AICS è un titolo prestigioso perché, per superare gli esami, bisogna avere un alto livello di preparazione sia teorico che pratico. I nostri docenti sono molto preparati e spesso, nei nostri corsi, collaborano anche alcuni tecnici dell’Istituto Superiore di Formazione “Roberto Lombardi” della FITP. A livello operativo, siamo radicati sul territorio nazionale con oltre un migliaio di insegnanti di tennis e qualche centinaio di insegnanti di padel, che svolgono attività istituzionale AICS, sempre rispettando gli accordi sottoscritti con la FITP. Personalmente, amo pensare alla attività dell’AICS come un trampolino di lancio per i circuiti federali. Molto spesso, infatti, i giocatori fanno esperienza nei nostri circuiti e, quando si sentono pronti, si tuffano nei tornei federali ottenendo, in alcuni casi, ottimi risultati anche a livello nazionale.
– E, infine, vorrei chiederti quali saranno i tuoi piani per il futuro, visto che Tennis No Limits cresce ogni anno sempre di più.
– Qualcuno diceva “Il miglior modo di prevedere il futuro è crearlo” e questo è anche il mio motto. Quando sono partito con Tennis No Limits avevo qualche dubbio sulla risposta da parte del pubblico. Quei dubbi mi portavano a pensare: “Ma sei solo un maestro… perché pensi che il tuo progetto possa piacere? Lascia stare!”. Io non sono una persona che molla e quindi ho continuato per la mia strada, studiandoe mettendo in pratica quanto studiato. Alla fine, devo dire che i risultati mi hanno dato ragione. Un piccolo spoiler: è in cantiere un Tennis No Limits “Player Zone” con percorsi dedicati ai giocatori di vari livelli e relativo supporto. Rimanete sintonizzati sui miei canali!
L’esperienza in campo di Enrico Sellan, classe ’71, si divide in più fasi: carriera di tennista professionista (classifica ATP di 700 in singolo e di 500 in doppio), tesserato al Circolo Canottieri Roma; la famosa parentesi di sparring partner con Monica Seles; Direttore Tecnico delle scuole tennis di vari circoli romani.
Insieme ad Enrico Sellan in uno dei campi del Circolo Tennis Paolo Rosi di Roma, pronti per giocare
– Hai giocato tanti anni in serie B e, per un anno, in serie A2, tesserato per il Circolo Canottieri Roma. Le modalità di allenamento che si adottavano negli anni ’90, quando eri nella rosa dei tennisti del CC Roma, erano molto diverse da quelle odierne? In cosa consistevano?
– Era un altro tennis ed erano, di conseguenza, diverse le tipologie di allenamento. Io faccio parte di quella generazione a cavallo tra “la vecchia scuola” e quella moderna. Anche le conoscenze, a parte in alcuni casi, erano limitate. Non si parlava ancora di mental coach, di nutrizione e fisioterapia al seguito dei giocatori. Piuttosto, si lavorava quasi esclusivamente sui cardini del gioco, come il correre e mandare la palla aldilà della rete. Ovviamente, poi, ognuno di noi sviluppava un tipo di gioco seguendo le proprie attitudini. E le ossa te le facevi nei tornei, che erano strutturati in maniera diversa da quella odierna. Un giocatore con un ranking più basso, si misurava subito contro avversari di classifica più alta, quindi, qualora non fossi stato abbastanza allenato, rischiavi di collezionare un bel numero di primi e/o secondi turni. I tornei, tra l’altro, erano anche molti di meno rispetto ad oggi, quindi nei tabelloni trovavi svariati B1 e B2. Era sicuramente più difficile emergere. Oltretutto, non era in voga essere seguiti dal proprio maestro, quindi spesso te la dovevi cavare da solo.
– Credi che l’evoluzione del tennis sia dovuta solo al miglioramento dei materiali o anche ad un cambiamento della tecnica di gioco?
– Credo che l’evoluzione dei materiali abbia determinato un’evoluzione tecnica, ma anche tattica. Con le racchette di legno, la palla andava più piano e gli scambi duravano molto di più. Con le racchette di ultima generazione, invece, si tende a fare punto il prima possibile, ovviamente semplificando il concetto.
Enrico Sellan fa da sparring all’ex numero 15 del mondo, Robby Ginepri, durante gli Internazionali di Roma nel 2006
– Quali sono i ricordi più belli e le vittorie più significative che hai collezionato nelle coppe a squadre e nei tornei?
– Sicuramente le vittorie dei campionati italiani di B di doppio nel 1993, le vittorie sempre di doppio nei campionati assoluti regionali nel 92-93-97, la partecipazione agli Internazionali d’Italia nel 1992, e per ultimo, cronologicamente parlando, il titolo italiano nel 2021 nel campionato a squadre over 40 con il Canottieri Aniene.
– Vorrei chiederti, in base alla tua esperienza di giocatore, cosa ritieni sia indispensabile avere nel proprio bagaglio tecnico, tattico e mentale per poter essere competitivo in modo continuativo nelle partite di torneo e di campionati a squadre.
– Sai, ognuno ha le proprie caratteristiche di giocatore e caratteriali, e non ce n’è una meglio di un’altra in senso assoluto. La bellezza di questo sport risiede anche in questo, e cioè che si possono perdere partite con giocatori tecnicamente meno validi, ma che, magari, eccellono nella lettura della partita oppure hanno una buona tenuta mentale. Detto questo, nel tennis odierno, il servizio ed il diritto la fanno da padroni. Il saper uscire da situazioni difficili variando, per esempio, la propria tipologia di gioco, è sicuramente vantaggioso. Essere determinati nei punti importanti e non abbattersi di fronte alle difficoltà, è necessario nel tennis di oggi, così come avere una grande preparazione atletica che ti permetta di giocare tutti i giorni match lunghi e combattuti.
Enrico Sellan durante un allenamento con Stefan Edberg agli Internazionali d’Italia negli anni ’90
– In quale occasione hai conosciuto Monica Seles? Come ha avuto inizio la vostra collaborazione?
– Era il 1992, l’anno in cui ho giocato le qualificazioni agli Internazionali d’Italia, e lei alloggiava (come quasi tutti i giocatori) all’Hotel Hilton, che ha 2 campi da tennis. Spesso i giocatori preferivano allenarsi lì, lontano dai riflettori e dai fans. Io conoscevo bene i maestri che insegnavano su quei campi e Monica chiese loro degli sparring partner con cui allenarsi. Uno fra quelli chiamati ero io e, durante l’allenamento, mi si avvicinò il padre per chiedermi se avessi potuto andare con loro al Roland Garros. Il giorno della finale vinta contro Steffi Graf a Parigi, entrai in contatto con il manager della Seles che mi prolungò il contratto per i giorni che intercorrevano fra Parigi e Wimbledon e, successivamente, per tutto il torneo londinese. Il giorno della finale sull’erba persa con la Graf, mi prolungarono il contratto fino al 31 Dicembredello stesso anno.
– Come organizzavi una sessione di allenamento con la Seles? Il lavoro di sparring partner ti permetteva anche di parlarci per darle dei consigli tecnico tattici sul suo gioco?
– Le sessioni di allenamento erano sempre concertate fra il padre, suo coach, e me. Quasi sempre, visto che si svolgevano all’interno di vari tornei, si andava a vedere l’avversaria successiva di Monica e poi si cercava di replicarne il gioco nell’allenamento. In ogni caso, sia lei che il padre, volevano assolutamente che io partecipassi attivamente agli allenamenti suggerendo soluzioni a determinate situazioni o, semplicemente, esprimendo pareri sul gioco. In partita poi ci pensava da sola, noi ci limitavamo ad incitarla e ad incoraggiarla nei momenti difficili.
Enrico Sellan segue i ragazzi dell’agonistica alla Rome Tennis Academy
– Quando hai realizzato che il lavoro di Maestro sarebbe stata l’attività principale della tua vita? Quali sono, dal tuo punto di vista, le gioie, da un lato, e gli insegnamenti più grandi, dall’altro, che questa professione può dare a chi la esercita?
– Da piccolo sognavo di diventare fra i giocatori più forti del mondo, come tutti del resto. Poi, una volta raggiunta l’età in cui si devono fare delle scelte, anche per motivi economici, mi è sembrato naturale scegliere la professione del maestro. Ma non pensavo mi desse tante soddisfazioni, invece più passa il tempo e più le soddisfazioni crescono. Dal bambino principiante che impara a palleggiare e a partecipare alle prime competizioni, al giocatore già adulto che, magari, si sta affacciando al mondo semi-professionistico, agli atleti professionisti. Ogni categoria sa darti emozioni, se fai questo lavoro con passione. Il tennis è uno sport individuale, ed anche se hai intorno a te maestri, preparatori e altre figure professionali, alla fine in campo ci vai da solo e devi sbrigartela da solo. Quindi, per me, è uno sport che forma il carattere come poche altre discipline sportive.
– E, per concludere, i tuoi progetti per il futuro nell’ambito della tua professione. Ti sei posto degli obiettivi tennistici da qui a medio-lungo termine?
– Negli ultimi anni mi sono dedicato a ragazzi che facevano attività agonistica o semi-professionistica; da settembre del 2022 sono rientrato nella scuola tennis del Circolo Canottieri Aniene, dove seguo prevalentemente il settore agonistico e pre-agonistico. Il mio impegno è portare a questi ragazzi, che sono ancora molto giovani, le mie competenze e le mie esperienze, in modo che possano crescere nel minor tempo possibile. Ho trovato uno staff ottimo dal punto di vista tecnico con il quale ho gran piacere a confrontarmi e lavorare insieme tutti i giorni, con l’obiettivo di migliorare sempre di più il livello del gruppo, senza avere fretta perché sappiamo molto bene che ci vuole tempo per raggiungere quanto ci siamo prefissati.
Leggendo la lettera di addio di Federer al tennis, la prima cosa che mi ha positivamente colpito, è stata la gratitudine di riconoscere, nelle altre persone, il motivo del suo successo. Inizia a scrivere dicendo: “Di tutti i regali che il tennis mi ha dato negli anni, il più grande, senza dubbio, sono state le persone che ho incontrato lungo il cammino: i miei amici, i miei rivali, e più di tutti i sostenitori che danno vita a questo sport”. E subito piovono i ringraziamenti verso la moglie, i figli, i genitori, gli allenatori, gli sponsor, gli organizzatori, i tennisti rivali in campo e i sostenitori. Il sotto testo di Roger per loro è, in sintesi: “Senza di voi, non sarei qui a scrivere queste parole adesso”.
Il secondo elemento all’interno della lettera che non riesco ad ignorare, è l’umiltà nel valutare se stesso, malgrado quanto di grande e, probabilmente, irripetibile abbia conseguito in uno sport come il tennis, nell’era Open, in termini di record e vittorie. Oltre ai numerosi ringraziamenti e riconoscimenti, Federer aggiunge: “Il tennis mi ha trattato più generosamente di quanto non avrei mai pensato”. “Mi considero una delle persone più fortunate sulla Terra. Mi è stato dato un talento speciale nel giocare a tennis e l’ho portato ad un livello che non avrei mai immaginato per un tempo che non avrei pensato possibile”.
Ma soprattutto, è meravigliosa la sua originalità nel trovare le parole, come del resto l’estro delle giocate e delle magie a cui ci ha abituati quando lo abbiamo visto in campo esprimersi come solo lui sa fare: “Gli ultimi 24 anni nel circuito sono stati un’avventura incredibile. Mentre a volte ho la sensazione che siano passati in 24 ore, è anche profondo e magico che sembra come se avessi già vissuto una vita intera”. Del resto, i giorni che noi viviamo sono composti proprio da 24 ore. E il suo parallelismo calza alla perfezione.
Conclude la lettera, ripartendo dalle origini degli occhi di un bambino sognante: “Quando il mio amore per il tennis è sbocciato, ero un raccattapalle nella mia città natale di Basilea. Guardavo i tennisti con un senso di stupore. Erano come dei giganti per me ed io ho iniziato a sognare. I miei sogni mi hanno portato a lavorare duramente e a cominciare a credere in me stesso. Un insieme di vittorie mi hanno dato fiducia e consentito di incamminarmi verso il viaggio più straordinario che mi ha portato a questo giorno”.
Caro Roger, tu hai sognato guardando gli altri tennisti giocare quando facevi il raccattapalle a 12 anni. Mentre io ho sognato ad occhi aperti guardando giocare te contro Rafa nella finale del 2006 a Roma, quando anche io, casualmente, avevo 12 anni. Ed è da quella partita sul Centrale del Foro Italico, la mia prima in assoluto vista dal vivo, che la mia passione per il tennis è sbocciata in modo preponderante.
Ho avuto la fortuna di crescere guardando le tue partite, i tuoi colpi e le tue invenzioni. E, naturalmente, i tuoi più grandi avversari in campo.
Il Museo Xperience si trova dentro alla Rafa Nadal Academy e si divide su due piani. L’entrata al pubblico è disponibile dalle 10:00 di mattina fino al pomeriggio e il biglietto d’ingresso costa nove euro. La visita dura circa un’ora, ma ci si può trattenere per fare delle foto ed osservare tutto nel minimo dettaglio. Il Museo è dedicato alle vittorie, ai trofei e ai record del campione spagnolo. Ma non solo. Ci sono, ben custodite all’interno di un vetrina, le racchette originali dei tennisti del passato, da Rod Laver e Manolo Santana, passando per John McEnroe, Stefan Edberg, Boris Becker fino ai campioni odierni; di queste, si può apprezzare l’evoluzione dei telai e dei materiali negli anni, in base al periodo storico nel quale sono stati usati. Nel Museo è possibile fermarsi a guardare dei video in modalità touch screen dove sono visibili i punti più belli di Nadal nei tornei maggiori; è possibile, inoltre, giocare a tennis in 3D, colpendo una pallina con una racchetta immaginaria, per spedirla sopra alla rete in una zona del campo scelta dal computer; oppure fare il giudice di linea gareggiando con un avversario in contemporanea per decretare se la palla tocchi la riga oppure sia fuori.
All’ingresso, i visitatori vengono accompagnati dalle guide in un corridoio dove si chiudono le porte ed è riprodotto un audio, dal quale proviene il rumore dei tifosi prima dell’ingresso in campo dei giocatori. Si percepiscono i loro passi, i loro movimenti delle scarpe sul terreno e l’impatto della pallina sulle corde della racchetta. Finito l’audio, si accede alla struttura dove vi è una specie di sala giochi e, se si continua il giro, si trovano le racchette d’epoca di Santana, Laver, Vilas, McEnroe, Lendl, Becker e quelle dei giocatori odierni tra cui Nalbandian, Federer, Nadal, Djokovic e Thiem. Intorno ai telai d’epoca, compaiono sui muri del Museo alcune foto e tutti i record di Rafael Nadal: il numero di Slam vinti, lo storico del ranking, il numero di settimane da numero 1 del mondo nei vari anni, i piazzamenti ottenuti nelle prove del Grande Slam dal 2003 ad oggi, la percentuale di vittorie in carriera, l’anno e il nome degli avversari battuti nelle finali Slam.
Scendendo al piano di sotto, c’è una stanza buia con delle vetrine illuminate; dentro a queste, vi sono tutti i trofei più importanti vinti da Nadal nella sua carriera, in ordine cronologico. Da sinistra verso destra si comincia con la vittoria a Les Petit As nel 2000, i tornei delle Baleari e i primi Challenger, come l’Open di Barletta. Spostandoci verso destra, possiamo apprezzare il primo titolo ATP 250 del tennista maiorchino, conquistato a Sopot nel 2004. Continuando la visita nel Museo, compare la carrellata dei tornei su terra battuta più vinti in assoluto dal tennista spagnolo: tutti i trofei di Monte Carlo, Barcellona e Roma. Infine, si arriva ai trofei del Grande Slam, custoditi in una bacheca a parte. In quest’ultima, è possibile guardare un video proiettato sul muro che parte in automatico, dove gli atleti più celebri di diverse discipline sportive raccontano il segreto del successo, in chiave motivazionale.
Lasciando alle spalle la bacheca dei trofei, si possono apprezzare anche i vestiti indossati da Nadal in campo nelle quattro prove del Grande Slam, con i rispettivi trofei e le foto del campione che alza la coppa.
Un Museo interamente da gustare, che a parole si può descrivere ma che, in presenza, si vive in un’altra dimensione. Per i fan sfegatati di Rafa Nadal potrebbe essere considerata una seconda casa, ma anche per dei semplici appassionati della racchetta è sicuramente una scoperta interessante da aggiungere alle proprie esperienze tennistiche e turistiche.
Si è conclusa, in data odierna, la dodicesima edizione dell’ATV Tennis Open, che si è tenuta nella cornice del Circolo romano Antico Tiro a Volo. Una edizione che ha ospitato tenniste, tra la numero 100 e la numero 900 del mondo, sotto la supervisione del Presidente del Circolo Giorgio Averni, il Direttore del Torneo Adriano Albanesi, il Comitato organizzativo Giuseppe Centro e tutto lo staff che ha reso possibile lo svolgimento dell’evento. Tante le giocatrici italiane presenti in tabellone, dalle più esperte alle più giovani e fresche: veterane del circuito come Martina di Giuseppe, Federica di Sarra, Stefania Rubini e Anastasia Grymalska, ma anche alcune stelle nascenti come Anastasia Abbagnato, Federica Urgesi, Francesca Pace, Diletta Cherubini e Melania Delai. Tutte unite in un unico obiettivo: cercare di andare avanti nel torneo e regalare spettacolo al pubblico presente. Tra i risultati di rilievo delle giocatrici azzurre, sono da menzionare: i quarti di finale raggiunti da Lucrezia Stefanini (attuale numero 179 del ranking WTA) e la serie di vittorie nel doppio di Camilla Rosatello (attuale numero 259) che, insieme alla francese Estelle Cascino, è arrivata in finale, sfiorando il successo, contro la coppia formata dalla colombiana Andrea Gámiz e l’olandese Eva Vedder. Oltre alle nostre tenniste, il torneo ha visto l’incredibile cavalcata, a partire dalle qualificazioni, della sorpresa croata Tara Wurth che, da numero 357 del mondo e a soli diciannove anni, si è imposta, in finale, sulla testa di serie numero 1 del torneo Chloé Paquet, tennista francese classe ’94, vicina ad entrare nelle prime 100 del circuito e ad esordire nel main draw degli US Open.
L’Antico Tiro a Volo si rinnova ogni anno affidandosi alla qualità dell’evento ed organizza, dal 2010 ad oggi, il torneo ITF da 60.000 dollari di montepremi complessivo, un appuntamento irrinunciabile per le tenniste di tutto il mondo, nel periodo di luglio prima degli Internazionali Femminili di Palermo e del cambio di superficie sul cemento americano. Un evento adatto, non solo a tenniste di livello e già affermate, ma anche a giocatrici emergenti che vorrebbero, un giorno, potersi misurare con le migliori campionesse del circuito WTA.
Matteo Berrettini, punta di diamante del tennis italiano, nonché attuale numero 7 del ranking ATP, sceglie una scarpa all’altezza delle sue aspettative: la ASICS Gel Resolution 8, pronta a donare al tennista romano tutti i comfort di cui ha bisogno in campo. Il numero 1 del tennis italiano diventa, così, uno dei nuovi testimonial del brand, che indosserà a partire dalla stagione 2022, in occasione degli Australian Open. Berrettini dichiara: “ASICS è riconosciuta in tutto il mondo per le sue scarpe da tennis. Sono entusiasta di rappresentare un brand come questo con oltre 70 anni di storia e con una profonda attenzione nel supportare gli atleti. Mi sento molto fiducioso sapendo che giocherò in campo indossando ASICS nel 2022 e nei prossimi anni.”
Matteo Berrettini è uno dei nuovi ambassador di ASICS: in foto indossa ai piedi le Gel Resolution 8
La scarpa Gel Resolution 8 nasce da un progetto dell’ASICS Institute of Sport Science a Kobe, in Giappone. Lanciata sul mercato per la prima volta nel 2020, questa scarpa risulta, ad oggi, una delle calzature preferite, sia dai tennisti amatoriali, sia dagli agonisti, fino ad arrivare a top players del calibro di Novak Djokovic, Gael Monfils, David Goffin e dello stesso Matteo Berrettini, che ne portano la firma. I giocatori sono positivamente colpiti dalla capacità di supportare e proteggere il piede, pur non dovendo rinunciare alla flessibilità. L’insieme di questi elementi, non a caso, contribuisce in meglio alla loro riuscita nelle prestazioni in campo. Berrettini aggiunge: “ASICS è l’unica azienda che conosco che progetta le sue scarpe da tennis in base allo stile di gioco. Nel mio caso, ho bisogno di maggiore stabilità e supporto essendo prevalentemente un giocatore da fondo campo. Ho avuto modo di testare la Gel Resolution 8 e sono riuscito a trovare la scarpa perfetta per raggiungere livelli più alti. Non vedo l’ora di cominciare a giocare la prossima stagione”.
La nuova partnership tra ASICS e Berrettini promette dunque scintille: il tennista azzurro è pienamente soddisfatto del prodotto testato in campo, così come il CEO di ASICS, Motoi Oyama, esprime la sua contentezza per aver accolto il numero 7 del mondo tra i nuovi testimonial del brand: “ASICS è felice di annunciare l’ingresso di Matteo Berrettini nella nostra famiglia di tennisti. Grande volontà, mentalità positiva e una carriera in continua crescita sono elementi importanti per la nostra partnership. La sua energia e la spinta a migliorarsi sono alcune tra le qualità più apprezzate da tutta la nostra organizzazione. Speriamo di coinvolgerlo da subito nello sviluppo del prodotto per applicare la sua esperienza alle competenze del nostro team di innovazione e ingegneria in Giappone. Siamo orgogliosi di supportare Matteo durante il suo percorso dentro e fuori dal campo, e ci auguriamo una collaborazione positiva e di successo.” Del resto un tennista di qualità non può che selezionare un abbigliamento tecnico di qualità. Ed ASICS non delude mai i suoi consumatori.
Fonti delle dichiarazioni e della foto: Comunicato ufficiale ASICS del 12/01/2022
– Tiziano de Tommaso, Maestro Nazionale FIT, è l’ideatore e creatore di Tennis Winner Game, una piattaforma digitale che fornisce, ai suoi appassionati, consigli per migliorare il proprio gioco sotto il profilo tecnico, tattico, fisico e mentale. Quando e come nasce l’idea di dare vita ad una attività online esclusivamente dedicata al tennis?
– Tennis Winner Game nasce nel 2011, quando io e mia madre valutammo l’idea di cosa poter fare a livello digitale nel tennis, in quanto intuimmo che l’attività online sarebbe stata una delle nuove frontiere del futuro. Quindi cercai di mettere a disposizione la mia passione in rete, anche derivante dal fatto di aver terminato il mio percorso di tennista agonista nel 2009. Da lì presi la qualifica di Istruttore di primo grado, successivamente quella di secondo grado e, arrivando parallelamente al percorso per diventare Maestro Nazionale all’età di 25 anni, iniziai a studiare formazione e marketing online. Questo perché stavo valutando un qualcosa di diverso per la mia professione: l’involucro nel quale io ero all’interno, ovvero i circoli di tennis nei quali lavoravo, non mi soddisfaceva in base alla passione che avevo strabordante per questo sport. Mi sentivo schiacciato dalle eccessive ore di lavoro, dal fatto di dover lavorare anche il sabato e la domenica, di dover accompagnare i bambini ai Campionati a squadre e di non riuscire, pertanto, a slegare il mio tempo dal denaro. Essendo impegnato a tutto tondo in quell’attività, ciò che cercavo era una rendita automatica passiva, che consentisse, a me, di vivere in maniera ottimale la mia vita e, agli altri, di essere d’aiuto.
Vedevo che, in quel contesto, la cerchia di persone era una cricca che non avevo selezionato io. Facevo lezioni e l’80% delle ore le passavo in campo con clienti che non volevano migliorare ma, semplicemente, sfogarsi. Quindi diventavo più uno psicologo del tennis che non un professionista del settore. Ed è proprio per l’insieme di questi aspetti, che l’intenzione era quella di sistemare la mia vita, da un lato, e, dall’altro, migliorare realmente gli appassionati che intendessero elevare le proprie prestazioni. Ecco perché è nato Tennis Winner Game: riuscire a dare una ventata di aria fresca ad un mondo del tennis italiano tradizionale e, soprattutto, dedicarsi agli appassionati il cui settore, quello amatoriale, è poco toccato dal mio punto di vista. E perché poco considerato? In quanto, nei circoli, i maestri tendono a seguire i tennisti agonisti o i ragazzi che vorrebbero crescere nel tennis, tralasciando un po’ di più i giocatori amatoriali. Tennis Winner Game, per concludere la risposta alla tua domanda, è sorta grazie alla passione per una metodologia che potesse essere trasferita online e per la comunicazione, che è sempre stato il mio forte. Era da quando avevo 4 anni che commentavo le partite di Bruno Pizzul in televisione. Le ascoltavo e poi le riproponevo io stesso, facendo le azioni dei calciatori sul divano di casa mia col pallone da calcio. Questa abilità comunicativa, che era uno dei miei più grandi interessi da piccolo, l’ho tirata fuori e l’ho messa al servizio di Tennis Winner Game.
– “Per insegnare basta sapere e per educare bisogna essere” è uno dei tuoi motti imprescindibili. Come spiegheresti questa frase ai nostri lettori?
– Sì, è sicuramente un motto imprescindibile, una mia filosofia di vita. Qual è la differenza? Per l’insegnamento, ci sono tantissimi coach che sono stati, magari, tra i primi 50 o 20 del mondo, i quali, da ex professionisti, credono fermamente in quello che hanno fatto, senza sapere, però, che dall’altra parte c’è una persona non in grado di rispecchiarsi in sé stessi; ovvero, l’appassionato non è stato 50 del mondo, non è stato a Wimbledon, ha degli obiettivi diversi e il braccio è differente. Ecco perché l’insegnamento non è solamente e meramente tecnico o biomeccanico, ma anche educativo. Quando mi soffermo sulla frase “per educare bisogna essere”, intendo dire che l’educazione va oltre alla semplice tecnica e biomeccanica, va oltre al semplice insegnamento. Io quando educo, sono un insegnante insegnato, ovvero quando io sto insegnando ad un appassionato qualcosa, l’appassionato sta insegnando qualcosa anche a me. Non si guarda solo alla parte tecnica, ma anche all’intesa, all’empatia e, quindi, alla componente mentale per riuscire ad ottenere dei risultati con quell’appassionato e a fargli migliorare il suo livello di gioco.
– Quali sono i limiti tecnici che riscontri maggiormente nel tennis dei tuoi clienti e che strategie metti in atto per risolverli?
– Abbiamo un Webinar, una presentazione che si chiama “Il tennis dei vincenti” e che gira online ormai da due anni, nella quale seleziono le varie consulenze da organizzare durante la settimana e che io faccio personalmente. In queste consulenze spiego la metodologia che utilizziamo per migliorare il tennis degli appassionati e che si basa sull’allenamento settoriale, sia a livello neuro-psico-motorio, sia cognitivo. Infatti, l’allenamento settoriale prevede che, qualora si ripeta un’azione tra i 7 e i 21 giorni, tempo minimo e massimo per l’automatizzazione del gesto tecnico, quest’azione verrà radicata nelle strutture profonde del movimento e, di conseguenza, si riprodurrà in modo naturale.
Il Maestro Tiziano De Tommaso spiega il fondamentale del servizio ai suoi allievi in campo
Al contrario, nel momento in cui un appassionato faccia più cose durante la giornata, ovvero alleni dritto, rovescio, servizio e gioco di volo tutti insieme, il giorno dopo tenderebbe a rimuovere molto di quanto fatto precedentemente. Questo è l’allenamento “multitasking”, che noi di Tennis Winner Game sconsigliamo di fare, come la semplice “partitella da circolo”. E l’appassionato, alla fine, dice: “Non miglioro mai”. Non migliora mai perché non si sottopone ad un allenamento settoriale. Quest’ultimo, significa andare a curare solamente un dettaglio e a lavorarci per un periodo di tempo prolungato. È molto semplice da capire, è più performante e l’apprendimento arriva prima. C’è una spiegazione scientifica a questo: le fibre nervose sono avvolte dalla mielina e, più in particolare, da una guaina mielinica, che è come se fosse una corteccia di un albero. Questa guaina si inspessisce, tante sono le ripetizioni settoriali che si effettuano. Pertanto, quando si va ad applicare un allenamento settoriale, per esempio sul dritto, si vanno ad accendere molteplici circuiti neuronali del programma motorio del dritto che scaricano più agevolmente il collegamento su quel determinato gesto motorio. La guaina mielinica è, in sintesi, un catalizzatore dell’apprendimento che velocizza la trasmissione degli impulsi nervosi sulle fibre. Essendoci una spiegazione scientifica a questo, una persona non nasce con il talento in senso assoluto, ma può apprendere delle abilità mettendoci impegno e dedicandoci del tempo. Poi è chiaro che, chi abbia una predisposizione naturale per un determinato colpo, debba lavorare maggiormente su altri fondamentali. Ma, proprio grazie a questa scoperta della mielina, tutti possono migliorare, tramite un allenamento di tipo settoriale. Quali sono gli aspetti tecnici su cui hanno bisogno di lavorare principalmente? Chi il servizio, chi il dritto. Diciamo che, raramente, mi dicono il gioco di volo e il back, in quanto gli appassionati, cresciuti con il tennis di 30-40 anni fa, giocavano già con impugnature continental e, pertanto, hanno una certa dimestichezza con quei colpi. Sicuramente, gli appassionati di nuova generazione fanno molta più fatica a migliorare il servizio, anziché i colpi a rimbalzo, perché il servizio si gioca con un grip speciale che è la continental, mentre gli appassionati più giovani vengono già impostati con impugnature come la eastern e la semi western e, per questo motivo, fanno meno fatica ad apprendere e a migliorare i colpi a rimbalzo, anziché il servizio.
– Ogni allievo ha un approccio diverso quando si trova ad impugnare una racchetta e a colpire una pallina. In che modo individui determinati difetti che caratterizzano un allievo, rispetto ad un altro? E come fai a fornire loro una soluzione pratica?
– C’è una premessa da fare, ovvero distinguere la tecnica dalla biomeccanica. La prima corrisponde al personalismo dell’allievo, mentre la seconda si basa su alcuni parametri fissi che tutti devono avere per poter generare velocità nei colpi. Quindi come intervengo in tal senso? Sicuramente vado a fare un’analisi biomeccanica del colpo e sono certo che debba andare in quel modo, pertanto la nostra metodologia si poggia su delle solide basi biomeccaniche, mentre la tecnica la lascio variabile. Faccio un esempio: l’angolo fra braccio e tronco nel dritto dovrebbe essere orientativamente superiore ai 70 gradi. È ovvio che, qualora un allievo lo mantenga a 90 gradi, andrebbe comunque bene. L’importante è che il braccio non sia attaccato al corpo. Se, poi, l’orientamento della racchetta è rivolto con la mano in decontrazione verso il basso o con il palmo rivolto verso l’alto, quello dipende dalle impugnature utilizzate, ma è una personalizzazione tecnica. Vado a toccare il personalismo tecnico solo se conosco molto bene l’allievo in questione e so che cosa voglia cambiare nel suo tennis, altrimenti mi attengo ai solidi principi biomeccanici, attenendomi sempre ad un allenamento di tipo settoriale.
– Quali obiettivi ti sei prefissato, una volta avviata la tua attività digitale? E quali risultati di rilievo hai raggiunto fino ad oggi?
– Gli obiettivi che mi sono prefissato per la mia attività digitale sono quello di farla crescere prima in Italia e poi nel mondo. In Italia, ormai, ci sono abbondantemente riuscito, nel mondo invece devo ancora iniziare e questo sarebbe uno dei miei obiettivi a lungo termine. Per quanto riguarda i risultati che ho raggiunto fino ad oggi, ve ne sono diversi. Il 19 marzo 2019 sono stato chiamato in Parlamento come primo imprenditore digitale italiano, specializzato sul tennis, inserito nel libro “Eccellenze digitali italiane”. Ho fatto un discorso di circa mezz’ora dove, davanti ai politici, ho raccontato come sia riuscito a trasformare questo mercato, nonostante il tennis sia uno sport di campo, praticato e giocato. Quindi ciò che mi hanno chiesto in quella giornata è stato: “Come hai fatto a modificare le abitudini e i comportamenti dei tuoi clienti? Se il tennis si gioca, come fai a farti pagare se non entri in campo con loro?”. Questa è stata una domanda molto interessante, alla quale ho risposto dicendo che si utilizzano diverse strategie di marketing digitale, di comunicazione e di sponsorizzazione. Vi sono, quindi, tante altre attività complementari al tennis che mi hanno reso tutto, meno che un Maestro impegnato in campo.
Tiziano De Tommaso premiato tra le migliori eccellenze italiane nel mondo sportivo digitale
Un altro traguardo importante che ho raggiunto è stato quello di avere più di 450 appassionati all’interno dei nostri percorsi digitali. E quando parlo di percorsi digitali, mi riferisco alle nostre due punte di diamante che sono il Tecno Training e la Tennis Winner Game Academy. Sono le due scelte più costose ma sono anche quelle che danno maggiore soddisfazione in termini di miglioramento, perché seguiamo l’appassionato passo passo, ogni giorno, anche a livello digitale. Gli prepariamo delle video analisi personalizzate, in modo che si trovi sempre in un rapporto diretto con me ed il mio team. Altro risultato di rilievo è stato quello di essere il primo canale YouTube in Italia per appassionati giocatori di tennis, con più di 18.700 iscritti, ancora oggi in costante crescita. E siamo anche la prima pagina Facebook in Italia, con 130 mila followers, che pubblica contenuti riservati esclusivamente al miglioramento per gli appassionati, sotto il profilo tecnico, tattico, fisico e mentale.
– Parallelamente all’attività che svolgi sulla tua piattaforma, so che stai studiando come funzionano il marketing e le vendite di un prodotto. A cosa possono tornarti utili nella tua professione?
– Mi sono utili a tutto, per quanto riguarda la mia attività online. Studiare l’info marketing, la comunicazione persuasiva, piuttosto che il comportamento delle persone, sono temi essenziali per quello di cui mi occupo. Fare marketing significa anche analizzare i comportamenti dell’essere umano e capire che gli esseri umani agiscono tutti, tendenzialmente, nella stessa maniera. Quindi, una volta che si comprende questo, si può anche applicare quello che stiamo facendo per il tennis in qualsiasi ambito della nostra vita. A cosa mi sta servendo aver studiato il marketing, la comunicazione, il saper scrivere per vendere? Significa dar valore alle tue idee e, di conseguenza, darti valore. Quindi vuol dire anche accrescere l’autorevolezza della tua persona, oltre che del tuo brand a livello aziendale. Apprendere quello che io ho appreso nel percorso di Tennis Winner Game comporta l’avere un miglioramento anche nella vita in generale: sei molto più impattante nel lavoro, nelle relazioni, nella vita di coppia, con la famiglia, sei molto più impattante in varie situazioni, anche quando devi conoscere una persona nuova. Già come ti poni, la comunicazione, il tono della voce, il linguaggio del corpo; tutto quello che si studia in PNL, ovvero in Programmazione Neurolinguistica, poi alla fine ritorna molto utile perché, qualora una determinata persona conosca te o conosca qualcun altro, noterebbe subito la differenza in base a diversi aspetti: a come ti poni, alla fiducia che hai, a come ti esprimi, come comunichi, quali sono le tue competenze.
Tiziano De Tommaso in aula parla ai suoi appassionati applicando la metodologia di Tennis Winner Game
Questo è un percorso che mi ha trasformato completamente, se solo pensi che, quando lavoravo in uno dei tanti circoli di tennis, parcheggiavo la macchina in ultima fila per non farmi vedere e mi rinchiudevo nei campi al coperto a lavorare. Ero molto bravo, ma non mi calcolava nessuno. Perché? Perché non mi sapevo vendere. Quindi, il cambiamento avvenuto in questi sei anni è stato un cambiamento epocale. Alle persone, a volte, non piace sentire la parola “vendere”, perché sembra che ci si approfitti di qualcosa o di qualcuno. In realtà, noi vendiamo in qualsiasi momento della nostra vita: io sto vendendo a te, in questo momento, una mia idea nel fare questa intervista, quindi credo di dire cose interessanti ed impattanti, altrimenti non staremmo qui a mettere in gioco il nostro tempo. Io vado a vendere, che cosa? Un’ipotetica vacanza alla mia ragazza, se lei vuole andare da una parte in montagna e io al mare, io devo convincerla quindi devo vendere la mia idea. Noi vendiamo in continuazione; non si vende solamente in cambio di denaro, ma anche in cambio di idee e di decisioni.
– E, infine, i tuoi piani per il futuro. Tennis Winner Game avrà delle novità per i suoi iscritti ed appassionati?
– Tennis Winner Game avrà senz’altro delle novità, quali dei Summer Camp all’estero, nuovi percorsi multimediali e nuovi videocorsi. Siamo sempre in continua evoluzione, quindi non pongo mai limiti alla provvidenza.