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Recensione del film “Il Maestro”

Uscito al cinema nel novembre del 2025, con protagonista Pierfrancesco Favino nel ruolo del coach Raul Gatti, Il Maestro è un film che propone un tema ricorrente nello sport: il genitore che investe tempo e soldi con l’obiettivo che il proprio figlio diventi un campione.

Trama:
Felice Mirella è un ragazzo di tredici anni che proviene da una famiglia benestante: il padre Pietro Mirella, un ingegnere delle telecomunicazioni, concentra nel figlio la speranza e l’aspettativa per un futuro di successo nel mondo del tennis.
La figura del “genitore coach” emerge dalle prime battute del film: Felice viene seguito in varie sessioni di allenamento dal padre Pietro, il quale gli ordina quello che deve fare in campo e quale stile di gioco adottare. Il tennis, per Pietro, viene inteso in modo univoco: Felice deve giocare a non sbagliare e a rimettere la palla dall’altra parte della rete per costringere l’avversario all’errore. Gli prepara anche un quaderno con i colpi da dover giocare in relazione a determinati gesti comunicati dal padre al figlio durante le partite. Il tennis non è inteso come un gioco dove esistono varie strategie possibili per spiazzare l’avversario, in base alle proprie caratteristiche tecniche, ma diventa per Felice Mirella, su volere del padre, un mero calcolo matematico che deve portare sempre allo stesso risultato: l’errore dell’avversario.
Pietro Mirella decide di investire sul futuro del figlio mandandolo in giro nei tornei provinciali e regionali, sotto la guida dell’ex tennista professionista, nonché suo futuro coach, Raul Gatti, un maestro noto nel mondo del tennis nazionale.
Raul Gatti non comprende la visione sul tennis dell’ingegner Mirella, al punto da constatare che, nei primi tornei dove lo accompagna, il ragazzo non riesce a vincere, pur attenendosi agli schemi di gioco del padre. Raul, a causa della frustrazione di Felice nel perdere le partite, prova a fargli cambiare approccio: da ribattitore, in gergo “pallettaro”, a giocatore propositivo, che vada a rete a prendersi il punto.

Considerazioni tecniche:
La storia è ambientata nel 1989 in vari circoli di tennis italiani e località di mare sparse per la penisola, tra il Lazio e le Marche. Lo studio dei costumi assegnati ai personaggi è perfettamente in linea con quelli dell’epoca: i marchi Fila e Sergio Tacchini sono tra quelli più in voga in quel periodo storico del tennis italiano e non è un caso che il regista Andrea di Stefano, con la collaborazione dei costumisti, abbia vestito il maestro con tute della Fila e il suo allievo con abbigliamento Sergio Tacchini. Bene anche l’attenzione al materiale tecnico, come i borsoni e le racchette, profilate in grafite e piuttosto rigide, come si usavano negli anni ’80 e ’90 e che danno la sensazione allo spettatore di immergersi nel contesto di quell’epoca. Lo stile di gioco di Felice Mirella sembra quello di un ragazzo che realmente gioca a tennis, con riprese e angolature che ne enfatizzano le caratteristiche tecniche, senza troppe forzature: si percepisce come il regista Andrea Di Stefano, verosimilmente intenditore di tennis, sia abile nel coinvolgere il pubblico di appassionati.
Anche il ruolo attribuito a Pierfrancesco Favino è perfettamente centrato: Raul Gatti è un maestro, all’interno della storia, capace di intervenire quando necessario per correggere e per motivare il suo allievo, ma anche capace di distaccarsi, quasi estraniandosi, quando Felice Mirella comunica una totale mancanza di ascolto nei suoi confronti per seguire testardamente i consigli del padre.


Considerazioni personali:
Contrariamente al classico film che vede il giocatore protagonista crescere progressivamente ed avere successo nelle tappe più importanti della propria carriera, Il Maestro è una storia che si sviluppa esattamente al contrario di come la si prospetta. E in questa sua contrarietà è brutalmente genuina: la figura del “genitore coach” è una realtà vera, nella vita di tutti i giorni, che può portare il figlio a vivere lo sport, non come un divertimento, ma come un obbligo di vita. Di Stefano è astuto nel trasformare questo rapporto padre-figlio, rappresentato da Pietro e Felice Mirella, in un incontro tra coach-allievo, rappresentato da Raul Gatti e Felice Mirella: questa collaborazione tra i due lascia fantasticare allo spettatore un futuro cambiamento in Felice, che si separa finalmente dalle aspettative di un padre pressante per farne emergere una parte valida mai espressa, proprio grazie al nuovo rapporto con il coach Raul Gatti. Ma si scoprirà, nella visione del film, che non è così.
Durante la storia emergono, da un lato, la costante incapacità dell’allievo di trovare una chiave risolutiva alle proprie sconfitte e la frustrazione come risposta a questa incapacità, mentre, dall’altro, il vissuto personale del maestro che si riflette nelle scelte presenti con il proprio allievo. Favino interpreta alla grande il ruolo del maestro, esattamente come un maestro di tennis non dovrebbe mai essere, ovvero dedito ai vizi, al divertimento, alla mancanza di disciplina e di devozione al lavoro. Il passato che Raul Gatti vive, infatti, è all’apparenza una vita di successi come tennista, ben presto accompagnati da sregolatezze, trasgressioni, relazioni sbagliate e mancate corrispondenze.
Le difficoltà che il coach e l’allievo vivono nel loro percorso dentro e fuori dal campo, li avvicina sempre di più in un rapporto dove entrambi cercano di sostenersi l’un l’altro nel superarle, anche se gli errori e le impossibilità del passato non si possono più cancellare. Ed è proprio qui che si cela la bellezza del film: Andrea Di Stefano si serve di due validi attori, Pierfrancesco Favino e Tiziano Menichelli, per far vivere allo spettatore il trionfo dell’insuccesso, dove Raul Gatti e Felice Mirella falliscono entrambi nel proprio ruolo, pur perseguendo alla fine un obiettivo comune, in contrapposizione agli insegnamenti del padre.

Federico Bazan © produzione riservata


Recensione del film “Julie ha un Segreto”

Trama:
La protagonista del film, ambientato in Belgio, è Julie, una adolescente che trascorre le proprie giornate tra vita scolastica e allenamenti di tennis. Il regista Leonardo Van Dijl decide di elevarla rispetto agli altri coetanei della scuola per le capacità riscontrate da tutto il contesto accademico di cui fa parte. Infatti, alle selezioni della Federazione Belga, i talent scout la scelgono tra le giocatrici più promettenti dei vari club locali.
Se da un lato, quindi – emerge la voglia di Julie di mettersi in gioco, di crescere per diventare, in futuro, una tennista professionista attraverso allenamenti serrati e una dedizione smisurata per il tennis – dall’altro lato, Van Dijl evidenzia tutti i lati oscuri nella vita quotidiana della ragazza e dei suoi agenti socializzanti, dove non passano inosservati dei profondi silenzi, paradossalmente eloquenti. Ma cosa si cela dietro ai silenzi come risposta? Molto probabilmente una verità mai venuta a galla.
Questo dilemma, che accompagnerà lo stato d’animo dei personaggi per l’intera storia, vede in Jeremy, il coach più accreditato della scuola tennis di cui Julie stessa fa parte, l’attribuzione della colpa di fronte al suicidio di Aline, un’altra giovane giocatrice apparentemente promettente come la protagonista. L’accusa si trasforma facilmente in sospensione ed allontanamento di Jeremy dall’accademia. Motivo per cui, nasce nella scuola tennis, il desiderio profondo di rinnovare il rapporto allievi-coach, promuovendo il dialogo, l’esposizione dei problemi e delle difficoltà alle figure di riferimento, con l’obiettivo di favorire un clima disteso per la crescita umana dei ragazzi.
A Julie, che conosce meglio Jeremy, viene chiesto dai compagni dell’accademia di esprimersi sulla vicenda. Lo stesso quesito lo pongono Backie, il maestro sostituto di Jeremy, e Sofie, la direttrice responsabile della scuola. Ma Julie preferisce non esporsi.
L’unica cosa che fa, all’insaputa di tutti, compresi i genitori, è continuare a parlare telefonicamente con Jeremy per seguire dei consigli su come superare le selezioni della Federazione Belga. Salvo poi scoprire, in un secondo momento, che il suo ex coach verrà assunto in un’altra scuola tennis.

Messaggio:
Leonardo Van Dijl non fornisce una risposta esatta allo spettatore su quella che è la verità dei fatti all’interno del film. La storia lascia, a chi la guarda, libera interpretazione sul confine tra l’accusare e colpevolizzare qualcuno che non ha alcuna responsabilità sull’accaduto e l’accusare e colpevolizzare qualcuno che ha la piena responsabilità sull’accaduto. Si crea quindi un confronto a due, come se si trattasse proprio di una partita di tennis, dove – da un lato della rete – si trova l’irrefrenabile ricerca di un capro espiatorio da condannare a tutti i costi, mentre – dall’altro lato della rete – l’abuso di potere del proprio ruolo, sulle fragilità altrui, che spinge l’altra persona a prendere una decisione fatale, come il suicidio.
Van Dijl pone dunque allo spettatore un quesito essenziale: “dove si trova la verità?”.
Ma, soprattutto, mette al centro della scena due tematiche riscontrabili nella vita di tutti i giorni:
il pregiudizio, dove per pregiudizio si intende l’incapacità di vedere l’altra persona più in profondità. Questo elemento lo si riscontra chiaramente nella vicenda, quando l’accademia e la famiglia di Aline considerano Jeremy un assassino, reo di non aver sostenuto l’allieva a superare determinate difficoltà ma, anzi, di averle aggravate creando aspettative insostenibili dentro di lei;
l’errore umano, tradotto nei comportamenti dove si abusa del proprio potere per procurare un danno agli altri. Anche questo aspetto, come il pregiudizio, si evince in alcune scene del film ed, in particolare, nelle conversazioni telefoniche tra Jeremy e Julie, dove il coach viene a sapere di Backie, il nuovo sostituto all’interno dell’accademia che Jeremy scredita completamente davanti a Julie, salvo poi rivelarsi la figura, a livello umano, che guiderà la ragazza al successo.

Considerazioni tecniche:
La regia e la sceneggiatura si focalizzano molto sulla storia, sui rapporti interpersonali tra gli agenti socializzanti che interagiscono e provocano tra di loro delle reazioni, tanto nel contesto scolastico, quanto nel contesto sportivo. Il tema ricorrente al centro del film è il silenzio, in risposta all’accaduto, più che il tennis come sport nella sua complessità.
Ci sono, infatti, degli errori tecnici piuttosto evidenti che hanno luogo nell’arco del campionato inter club, facilmente riscontrabili da chi conosce il gioco del tennis anche in un modo non così approfondito: Julie e l’avversaria, al termine di un match di singolare, non si stringono la mano vicino alla rete, non si salutano e nemmeno si avvicinano l’una all’altra per interagire. Mai visto in nessuna partita di tennis;
un altro errore, ancor più eclatante, è nel match di doppio tra le due squadre avversarie: Julie serve da sinistra e scende a rete giocando una volèe vincente; al punto successivo si vede Julie servire nuovamente da sinistra, senza cambiare lato. Per un film sul tennis, pur trattando maggiormente alcune tematiche sociali, è un dettaglio che non può sfuggire allo spettatore, amante di questo sport;
anche Backie, il coach sostituto di Jeremy, riproduce in campo delle situazioni non molto veritiere, in quanto, negli esercizi dal cesto, non fornisce mai un feedback correttivo a Julie. Van Dijl, addirittura, con estrema fantasia, ordina a Backie di mostrare il servizio in kick di Julie a tutti gli altri allievi presenti durante l’allenamento, senza correggerli minimamente sulle esecuzioni successive alla dimostrazione.

Considerazioni finali:
L’alone di mistero lasciato dal regista, riguardo alla storia, è intrigante ed affascinante; questo perché lo spettatore è libero di interpretare le decisioni, le azioni e i comportamenti dei personaggi a suo modo di vedere. Van Dijl ci interroga su due quesiti: “Qual è la verità?” In altri termini: “Perché Aline si è suicidata?”. “Chi è che sbaglia? L’accademia ad accusare l’allenatore ingiustamente o il coach ad abusare dell’allieva?”.
Se dal punto di vista narrativo, il film propone delle tematiche efficaci agli occhi dello spettatore nella loro complessità, come l’accusa, l’abuso e il silenzio, dal punto di vista tecnico, sono evidenti delle lacune, che lasciano intendere allo spettatore come la regia e la sceneggiatura abbiano unito le proprie forze per servirsi del tennis come mezzo e non come fine.

Fonti foto e video: I Wonder Pictures
Su gentile concessione di: Ufficio Stampa Echo Group, Milano

Federico Bazan © produzione riservata



Anteprima di “Julie ha un Segreto”, in uscita al cinema dal 24 aprile 2025

In uscita nelle sale cinematografiche italiane, dopo “Challengers” di Luca Guadagnino, un nuovo film sul tennis, intitolato “Julie ha un Segreto”, sotto la direzione artistica dello scrittore e regista belga Leonardo Van Dijl.

Presentato per la prima volta, nel 2024, al Festival del Cinema di Cannes, “Julie ha un Segreto” è il racconto di una adolescente, tra le più promettenti dell’accademia di cui fa parte, che vive la propria crescita nel tennis tra luci e ombre, ma soprattutto silenzi. Il suo coach la segue in campo, allenandola quotidianamente. Così come Julie, anche gli altri ragazzi dell’accademia, ricevono la stessa supervisione tecnica da parte del maestro. Ma qualcosa di impensabile esce allo scoperto: il coach viene accusato e, successivamente, sospeso dall’accademia, per comportamenti inappropriati nei confronti di un’allieva.
I conoscenti e le persone più vicine alla protagonista, vogliono arrivare alla verità dei fatti e capire cosa ci sia dietro a questa sospensione. Julie, avendo probabilmente instaurato un legame più stretto con il coach rispetto alle altre giovani tenniste, viene interpellata sulla vicenda… ma la ragazza deciderà di non esporsi. Si scopre, durante la visione del film, se Julie sceglierà la via del silenzio per timore delle conseguenze o per altre motivazioni.

Il regista decide dunque, servendosi in questo film del binomio allievo-coach, di trattare alcuni temi ricorrenti nella società di oggi, tra i quali la sopraffazione, da un lato, rappresentata dal comportamento dell’allenatore; le accuse dei genitori dell’allieva, rivolte al coach, con la conseguente sospensione dal circolo dello stesso; mentre il silenzio, dall’altro lato, come risposta della protagonista di fronte alla verità.

Fonti foto e video: I Wonder Pictures
Su gentile concessione di: Ufficio Stampa Echo Group, Milano

Federico Bazan © produzione riservata

ASICS accoglie Belinda Bencic come nuova testimonial del brand

Il team di ASICS cresce di numero con l’ingresso di Belinda Bencic tra i nuovi testimonial del brand. Tennista svizzera classe ’97, la Bencic è una delle giocatrici di punta del circuito WTA, con un best ranking di 4 e, stabilmente, tra le prime 20 del mondo. Semifinalista agli US Open nel 2019 e vincitrice dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020, la Bencic ha dichiarato di essere entusiasta di vestire il marchio giapponese: “ASICS è conosciuto in tutto il mondo come il miglior brand di calzature e abbigliamento tecnico per il tennis, grazie all’attenzione riposta nei dettagli fin dallo sviluppo del prodotto. Sono sicura che indosserò delle scarpe tra le più innovative di sempre. Sono fiera di rappresentare questa azienda, in particolare per il suo impegno nei confronti del benessere mentale e per il potere edificante dello sport sulla mente. Non potrei essere più entusiasta di unirmi al team di professionisti ASICS”. 

Il grande successo al maschile, riscontrato già dai tempi pre-Covid, da diversi top players – quali Novak Djokovic, David Goffin e Gael Monfils – è indicativo di come ASICS sia un prodotto di eccellenza per tutti quei giocatori che hanno bisogno di essere assistiti da una scarpa protettiva e flessibile al tempo stesso. I nomi dei tennisti appena citati, hanno la caratteristica in comune di basare il proprio gioco, oltre sulla ricerca del punto e dei colpi vincenti, anche su recuperi di palla impegnativi: le spaccate di Djokovic sui colpi in allungo, l’agilità di Goffin negli spostamenti e i recuperi estremi di Monfils su palle apparentemente impossibili da giocare, sono solo alcuni degli elementi che contraddistinguono i giocatori del brand ASICS.

Il team, in tempi più recenti, si è arricchito di famose presenze femminili del circuito, tra cui le top players Iga Swiatek e Caroline Garcia, che sono entrate a far parte della squadra di ASICS nel 2020.
Il 2023 ha rappresentato la volta proprio di Belinda Bencic, che è stata accolta con grande entusiasmo dall’Amministratore Delegato del Marketing di ASICS, Tomoko Koda: “Con questa carriera alle spalle, Belinda rappresenta un fantastico inserimento nella nostra squadra. Ha capito l’importanza dell’impatto positivo dello sport, traducendo questa conoscenza in risultati concreti. Questo si lega molto bene con la nostra filosofia Anima Sana in Corpore Sano e siamo entusiasti di poterla sostenere dentro e fuori dal campo”.
La Bencic indosserà, a partire dalla stagione su terra battuta, i capi d’abbigliamento ASICS e il nuovo modello delle FF Court, che ben si adattano al suo stile di gioco e che lei stessa ha definito “innovative”.

Fonti della descrizione e delle foto: Comunicato ufficiale ASICS Europe

Federico Bazan © produzione riservata

Court FF 3: la novità del 2023 firmata ASICS

Dopo il boom di vendite delle Court FF 2, ASICS ha lanciato sul mercato dell’abbigliamento tecnico sportivo il nuovo modello del 2023: le Court FF 3, progettate dall’azienda nipponica e testate dall’Institute of Sport Science di Kobe, in Giappone.
Considerando il grande successo riscontrato dai tennisti di tutto il mondo e di diverso livello, ASICS si è riproposta per soddisfare al meglio le esigenze dei propri clienti. Le Court FF 3 vantano la caratteristica innovativa di avere delle suole strutturate in tre parti, per offrire ulteriori flessibilità e comfort rispetto al passato. I risultati dei test biomeccanici, condotti presso l’ASICS Institute of Sport Science, hanno evidenziato un impatto inferiore del 7% sugli arti inferiori nel punto di contatto con il terreno, rispetto al modello precedente, riducendo lo stress sul corpo e permettendo al giocatore un recupero migliore tra un colpo e l’altro.
Prezzo consigliato al pubblico: 190,00 €

La Court FF 3 “Novak” prende il nome dall’attuale numero 1 del ranking ATP, Novak Djokovic, il quale ha collaborato attivamente allo sviluppo del progetto ed ha espresso un’opinione positiva sul prodotto: “Sono orgoglioso di condividere il mio percorso insieme ad ASICS per il lancio della loro nuova collezione e, in particolare, della nuova scarpa da tennis COURT FF 3. Ho lavorato in stretta collaborazione con il team in Europa e in Giappone per migliorare la versione precedente, che era già un’ottima scarpa. A questo punto della mia carriera, è fondamentale che le scarpe che scelgo di indossare mi diano fiducia in campo e si adattino al mio stile di gioco. E questo è esattamente ciò che ottengo da ASICS. Comprendono le mie necessità e si impegnano a migliorare anche il più piccolo dettaglio, cosa che apprezzo e rispetto. Non c’è niente di meglio che giocare con ASICS”.

Sempre più tennisti di alto livello entrano a far parte della famiglia ASICS: da Djokovic a Goffin, De Minaur, Berrettini fino al recente ingresso, come testimonial del brand, di Belinda Bencic, vincitrice di una medaglia d’oro in singolo, una medaglia d’argento in doppio alle Olimpiadi di Tokyo 2020 e di otto titoli WTA. A dimostrazione di quanto ASICS si prenda cura, nei minimi dettagli, degli atleti dei circuiti professionistici, per offrire loro il miglior feeling possibile nel contatto con il terreno.

Valutazione personale:
La nuova versione delle FF Court si distingue dalle edizioni precedenti per avere il collare, che è la parte superiore della scarpa, più aderente. Questo elemento dona una protezione maggiore al tendine d’Achille e alla caviglia. È un tipo di calzata particolarmente indicata per i giocatori dai talloni e dalle caviglie sottili, in quanto le protegge in modo naturale.
Quando le indosso e le allaccio con un doppio nodo, sento che i miei piedi si adattano a questo modello di scarpe come se fosse fatta su misura per la mia calzata.

È una scarpa che permette di arrivare su palle difficili, anche a medio lungo raggio, sfruttando un’ampia falcata o scivolando sulla terra, se necessario. La FF Court 3 mi aiuta ad avere gli appoggi stabili sia in situazioni statiche, sia in situazione dinamiche del gioco. E gli appoggi sono fondamentali per trovare una distribuzione del peso ideale quando si prepara un colpo.
Tra le altre cose, posso effettuare dei recuperi che, con altre scarpe più rigide, sono impensabili, perché le ASICS hanno un rivestimento di inserti complesso al proprio esterno, ma al tempo stesso, forniscono quella leggerezza e flessibilità necessarie ad un giocatore di tennis per qualsiasi tipo di spostamento da effettuare in campo.
ASICS per me significa qualità: sono scarpe che non deludono mai le mie aspettative perché rappresentano il giusto compromesso tra comodità, performance e durata.

Voto soggettivo da 1 a 10:
Comodità (morbidezza dell’inserto e elasticità della calzata): 9
Qualità (protezione del piede e durata nel tempo): 10
Estetica (modello e colore): 9

Voto medio da 1 a 10:
9 + 10 + 9 / 3 = 9,3

Fonti della descrizione e delle foto: Comunicato ufficiale ASICS Europe

Federico Bazan © produzione riservata

Matteo Berrettini passa ad ASICS: il tennista romano esordirà agli Australian Open con le Gel Resolution 8

Matteo Berrettini, punta di diamante del tennis italiano, nonché attuale numero 7 del ranking ATP, sceglie una scarpa all’altezza delle sue aspettative: la ASICS Gel Resolution 8, pronta a donare al tennista romano tutti i comfort di cui ha bisogno in campo. Il numero 1 del tennis italiano diventa, così, uno dei nuovi testimonial del brand, che indosserà a partire dalla stagione 2022, in occasione degli Australian Open.
Berrettini dichiara: “ASICS è riconosciuta in tutto il mondo per le sue scarpe da tennis. Sono entusiasta di rappresentare un brand come questo con oltre 70 anni di storia e con una profonda attenzione nel supportare gli atleti. Mi sento molto fiducioso sapendo che giocherò in campo indossando ASICS nel 2022 e nei prossimi anni.”

Matteo Berrettini è uno dei nuovi ambassador di ASICS: in foto indossa ai piedi le Gel Resolution 8

La scarpa Gel Resolution 8 nasce da un progetto dell’ASICS Institute of Sport Science a Kobe, in Giappone. Lanciata sul mercato per la prima volta nel 2020, questa scarpa risulta, ad oggi, una delle calzature preferite, sia dai tennisti amatoriali, sia dagli agonisti, fino ad arrivare a top players del calibro di Novak Djokovic, Gael Monfils, David Goffin e dello stesso Matteo Berrettini, che ne portano la firma. I giocatori sono positivamente colpiti dalla capacità di supportare e proteggere il piede, pur non dovendo rinunciare alla flessibilità. L’insieme di questi elementi, non a caso, contribuisce in meglio alla loro riuscita nelle prestazioni in campo.
Berrettini aggiunge: “ASICS è l’unica azienda che conosco che progetta le sue scarpe da tennis in base allo stile di gioco. Nel mio caso, ho bisogno di maggiore stabilità e supporto essendo prevalentemente un giocatore da fondo campo. Ho avuto modo di testare la Gel Resolution 8 e sono riuscito a trovare la scarpa perfetta per raggiungere livelli più alti. Non vedo l’ora di cominciare a giocare la prossima stagione”.

La nuova partnership tra ASICS e Berrettini promette dunque scintille: il tennista azzurro è pienamente soddisfatto del prodotto testato in campo, così come il CEO di ASICS, Motoi Oyama, esprime la sua contentezza per aver accolto il numero 7 del mondo tra i nuovi testimonial del brand: “ASICS è felice di annunciare l’ingresso di Matteo Berrettini nella nostra famiglia di tennisti. Grande volontà, mentalità positiva e una carriera in continua crescita sono elementi importanti per la nostra partnership. La sua energia e la spinta a migliorarsi sono alcune tra le qualità più apprezzate da tutta la nostra organizzazione. Speriamo di coinvolgerlo da subito nello sviluppo del prodotto per applicare la sua esperienza alle competenze del nostro team di innovazione e ingegneria in Giappone. Siamo orgogliosi di supportare Matteo durante il suo percorso dentro e fuori dal campo, e ci auguriamo una collaborazione positiva e di successo.”
Del resto un tennista di qualità non può che selezionare un abbigliamento tecnico di qualità. Ed ASICS non delude mai i suoi consumatori.

Fonti delle dichiarazioni e della foto: Comunicato ufficiale ASICS del 12/01/2022

Federico Bazan © produzione riservata

ASICS Gel Challenger Clay: la scarpa da tennis del 2021

La scarpa da tennis Gel Challenger Clay assicura la stabilità in tutte le aree del campo, dalla linea di fondo verso la rete, così che il tennista possa arrivare sulla palla sempre con il massimo comfort. Padronanza e solidità sono le due parole chiave per tenere la mente concentrata sulla conquista di un punto. E questo è possibile grazie ai nuovi inserti che la Gel Challenger Clay offre ai giocatori.
La novità principale, che i modelli precedenti di ASICS non avevano, è la tecnologia WINGWALL, che implementa la trazione del tennista durante gli spostamenti laterali. Questa caratteristica garantisce un buon sostegno, permettendo al giocatore di cercare al meglio la palla con i piedi e, di conseguenza, poter imprimere al palleggio un ritmo più serrato.
Prezzo consigliato al pubblico: 100,00 €

Caratteristiche tecniche:
Colore: bianco/verde
Misure: dal 39 al 50
Peso: 259 gr.
Materiale: tomaia in pelle sintetica
Suola: sistema AHARPLUS (High Abrasion Resistant = Alta Resistenza all’Abrasione)

Vantaggi:
– Calzata confortevole:
Leggerezza è l’elemento chiave della Gel Challenger Clay, grazie alla complessità degli inserti, senza al contempo rinunciare ad una salda protezione del piede.

 Stabilità:
La tecnologia WINGWALL incrementa la stabilità e il senso della posizione in campo.

 Assorbimento degli urti:
Le varie tecnologie con cui le scarpe sono composte consentono al giocatore di attutire eventuali urti sulla tomaia e sulla suola.

– Ammortizzamento:
Ammortizzazione con tecnologia GEL (Rearfoot + Forefoot Gel) nell’avampiede e nel tallone.

– Resistenza all’abrasione e all’usura:
Suola progettata con il sistema AHARPLUS per una maggiore robustezza e durata nel tempo.

Valutazione personale:
ASICS ha tutti gli elementi per produrre una scarpa, come la Gel Challenger Clay, che abbia le caratteristiche necessarie ad un tennista, di qualsiasi livello, per muoversi ottimamente in campo, senza mai perdere l’equilibrio e la sensazione di comfort. Gli inserti con cui è composta la calzatura proteggono al meglio la pianta del piede, non rinunciando mai alla leggerezza. Quando sono in campo, non le sento mai ai piedi e questo aspetto, paradossalmente, è indice di grande comodità. Ci sono scarpe, prima di ASICS, che ho testato a lungo ma che si sono rotte, usurate con facilità e i cui inserti non garantivano la stessa stabilità e protezione alla pianta del piede. Senza considerare, poi, la scomodità di lacci lunghi e duri che, tra un colpo e l’altro, ricadevano sulle scarpe, malgrado facessi il doppio nodo. Le Gel Challenger, invece, hanno dei lacci morbidi e corti, un elemento non da sottovalutare per chi ricerca il meglio nell’abbigliamento tecnico sportivo. Un conto è sentire, durante il gioco, che i lacci delle proprie scarpe si muovano tra un colpo e l’altro, avendo la sensazione di perderli per strada; un altro conto è la naturalezza che il piede vive dentro ad una scarpa di qualità. La Gel Challenger è, pertanto, un modello eccellente ed esclusivo per la terra battuta, sia per gli esterni che per gli interni della calzata.
Quello di cui ho bisogno, in campo, è una scarpa comoda, leggera e allo stesso tempo protettiva. ASICS riesce a mettere insieme questi tre elementi e non può che rispondere positivamente a quel che mi occorre quando quando lavoro e quando mi alleno. Anche l’estetica del modello è davvero bella, in quanto abbinabile facilmente con il resto dell’abbigliamento: i colori bianco e nero si sposano, quasi sempre, su qualsiasi completo.
Per concludere, con la Gel Challenger ai piedi, ho un mix di benefici: leggerezza, protezione, durata, estetica. Un mix vincente.

Voto soggettivo da 1 a 10:
Comodità (morbidezza dell’inserto e elasticità della calzata): 10
Qualità (protezione del piede e durata nel tempo): 10
Estetica (modello e colore): 10

Voto medio da 1 a 10:
10 + 10 + 10 / 3 = 10

Federico Bazan © produzione riservata

ASICS Gel Resolution 8 Clay: la scarpa perfetta per la terra battuta

Descrizione:
La scarpa da tennis Gel Resolution 8 Clay nasce con l’obiettivo di fornire un prodotto di qualità al tennista che predilige il gioco sulla terra battuta. La complessità degli inserti garantisce una serie di elementi imprescindibili per un giocatore: aderenza al terreno, stabilità, riduzione degli impatti e degli urti. Senza considerare la durata della scarpa nel tempo, oltre alla qualità riscontrabile durante le performance.
Un altro aspetto non indifferente delle nuove ASICS è la leggerezza sul piede: è un tipo di scarpa della quale non si avverte il peso e che, anzi, tende a non essere invasiva durante gli spostamenti in campo per l’estrema comodità. Il tutto, coadiuvato da una eccellente protezione della pianta del piede.
Prezzo consigliato al pubblico: 140,00 €.

Caratteristiche tecniche:
Colore: bianco/verde
Misure: dal 38 al 50
Peso: 420 gr.
Materiale: tomaia FLEXION FIT che ne incrementa la flessibilità
Suola: sistema AHAR (High Abrasion Resistant = Alta Resistenza all’Abrasione)

Vantaggi:
– Calzata confortevole:
Leggerezza e flessibilità sono i due elementi principali della Gel Resolution 8 Clay, grazie al materiale innovativo dei nuovi inserti.

 Stabilità e sostegno:
Le tecnologie DYNAWRAP e DYNAWALL aiutano il tennista a migliorare la stabilità sul terreno di gioco e il sostegno dato dalla calzatura.

 Assorbimento degli urti:
Le varie tecnologie con cui le scarpe sono composte consentono al giocatore di attutire eventuali urti sulla tomaia e sulla suola.

– Ammortizzamento:
Ammortizzazione con tecnologia GEL nell’avampiede e nel tallone.

– Resistenza all’abrasione e all’usura:
Suola progettata con il sistema AHAR per una maggiore robustezza e durata nel tempo.

Valutazione personale:
Quando, indossando un paio di scarpe da tennis, si avverte che il piede faccia male, dia fastidio oppure che in campo non si abbiano delle buone sensazioni, si deve necessariamente cambiare il modello andando a comprarne un altro paio, per evitare di subire infortuni, quali tallonite e fascite plantare. Ma perché dover cambiare paia di scarpe o fare dei tentativi, se si possono scegliere le ASICS Gel Resolution Clay 8?
Può capitare che un prodotto si presenti di qualità ma deluda, successivamente, le proprie aspettative. Questo, tuttavia, non è mai il caso di ASICS, una marca di prestigio per lo sport e per il tennis, una garanzia per tutti i suoi praticanti.
Le scarpe sono un elemento fondamentale, tanto per un maestro, quanto per un tennista, che si tratti di un amatore, agonista o professionista. Un qualsiasi spostamento, infatti, parte dai piedi e questi devono essere obbligatoriamente supportati da una calzatura di qualità.
ASICS risponde pienamente alle mie aspettative quando sono in campo, in quanto è una scarpa comoda, non solo durante il gioco effettivo, ma anche per tutti quei passi che un maestro deve compiere da un campo ad un altro o da una parte all’altra del circolo dove lavora.
L’andamento di una performance nasce dalla volontà, ma questa ha bisogno sempre di essere sostenuta da una scarpa adatta, funzionale e durevole nel tempo.
Sia quando alleno qualcuno, sia quando mi alleno io, ho bisogno di un abbigliamento tecnico sportivo di livello, ed ASICS non smette mai di soddisfare le mie esigenze.

Voto soggettivo da 1 a 10:
Comodità (morbidezza dell’inserto e elasticità della calzata): 10
Qualità (protezione del piede e durata nel tempo): 9
Estetica (modello e colore): 10

Voto medio da 1 a 10:
10 + 9 + 10 / 3 = 9,7

Federico Bazan © produzione riservata

ASICS Solution Speed FF 2: la scarpa testata da David Goffin e Alex De Minaur

Descrizione:
La Solution Speed FF 2 è la novità progettata da ASICS per il 2021, una vera svolta che i produttori del brand hanno ideato con l’obiettivo di favorire il tennista su tutte le superfici di gioco. La nota azienda nipponica ha lanciato questa nuova linea di scarpe da tennis, caratterizzata da una tecnologia estremamente innovativa; testata a lungo presso l’ASICS Institute of Sport Science di Kobe, in Giappone, garantisce ai giocatori una spinta più veloce da fondo campo, privilegiando, al tempo stesso, la leggerezza e la flessibilità negli spostamenti.
Alcune novità, che distinguono la Solution Speed FF 2 da altre calzature, riguardano un miglioramento dell’intersuola, con il FLYTEFOAM e FLYTEFOAM PROPEL inseriti insieme per offrire un’ammortizzazione più delicata e leggera. La nuova tecnologia ASICS GRIP riduce gli scivolamenti in partenza, dando ai giocatori la sicurezza in qualsiasi situazione di gioco: a prescindere dal tipo di superficie, i tennisti non perderanno mai l’aderenza con il terreno.
Inoltre, ASICS ha esteso la sua tecnologia TWISTRUSS nella parte anteriore del piede, in modo da permettere ai giocatori di avere una maggiore spinta negli scatti brevi. Infatti, durante i test effettuati presso l’Institute of Sport Science di Kobe, le nuove Solution Speed FF si sono dimostrate più performanti di altre scarpe, sia sulle ripartenze da posizioni di attesa che sui repentini campi di direzione.
“Una delle cose più difficili per un tennista è quella di colpire frontalmente la palla riuscendo a coprire, al tempo stesso, più spazio possibile del campo,” ha dichiarato David Goffin, uno dei testimonial di ASICS, top player del ranking ATP. “Con le nuove Solution Speed FF 2, mi sento più leggero e veloce, cosa che non credevo sarebbe stata possibile dopo aver giocato con il modello precedente per così tanto tempo. Riesco anche a sentire un grip migliore sul terreno di gioco: non importa quanto io cambi direzione, so che le mie scarpe mi supporteranno”.

David Goffin: uno dei tennisti di punta del ranking ATP, è anche testimonial di ASICS, tra i primi ad aver testato le Solution Speed FF 2


Tra le altre dichiarazioni sulla qualità del prodotto, oltre alle parole dei tennisti professionisti che lo hanno già provato (in particolare David Goffin, Alex De Minaur e Jennifer Brady), non potevano mancare quelle del Senior Manager di ASICS Footwear, Rene Zandbergen, e del Lead Researcher di ASICS Footwear Function Development, Tatsuya Ishikawa.
Zandbergen ha dichiarato: “Per migliorare la Solution Speed, abbiamo parlato con diversi tennisti che giocano a tutto campo, e tutti ci hanno raccontato una cosa: la velocità dalla linea di fondo campo è la cosa più importante per il loro gioco, l’essere più rapidi dell’avversario e riuscire, al tempo stesso, a coprire tutto il campo. Per questo abbiamo deciso di rendere la nuova Solution Speed FF più leggera, veloce e flessibile.”
Ishikawa ha aggiunto: “La Solution Speed FF 2 è un prodotto che nasce da un’intensa attività di ricerca di ASICS all’interno della meccanica del tennis. Al contrario della corsa, che è principalmente fatta di movimenti lineari, il tennis è fatto di molti più movimenti dinamici: questo è il motivo per cui è così importante scegliere una scarpa da tennis appositamente creata per questo sport e per il proprio stile di gioco. Focalizzarci sulle meccaniche è il nostro lavoro e, con ogni nuovo prodotto, cerchiamo di raggiungere un livello ancora più alto.
Vendiamo scarpe da tennis dal 1952 e seguiamo da sempre l’evoluzione degli stili di gioco, diventati con gli anni sempre più fisici. Dai tennisti top fino ai giovani, ci siamo sempre impegnati a creare la migliore calzatura da tennis per aiutare i giocatori di tutti i livelli ad esprimersi al meglio, non farsi male e godersi lo sport che amano.”

Prezzo consigliato al pubblico: 150,00 €.

Caratteristiche tecniche:
Colore: ambra/bianco
Misure: dal 39 al 50
Peso: 350 gr.
Materiale: tomaia in poliuretano + tecnologie flytefoam, flytefoam propel, ASICS grip e twistruss
Suola: sistema AHAR (High Abrasion Resistant = Alta Resistenza all’Abrasione)

Vantaggi:
– Calzata confortevole:
Leggerezza, flessibilità e stabilità sono i tre elementi cardine della Solution Speed, grazie alla complessità dei nuovi inserti.

– Versatilità:
Scarpa All Court, adatta a tutte le superfici di gioco (terra, erba sintetica e ottima anche per il greenset).

Miglioramento della reattività in campo:
Le tecnologie ASICS GRIP e TWISTRUSS aiutano il tennista a beneficiare di una falcata più performante in campo, negli scatti laterali e in avanti.

Assorbimento degli urti:
La tecnologia FLYTEFOAM PROPEL consente al giocatore di attutire eventuali urti sulla tomaia e sulla suola della scarpa.

– Ammortizzamento:
Ammortizzazione con tecnologia flytefoam + ammortizzazione con tecnologia GEL™ nell’avampiede e nel tallone.

– Resistenza all’abrasione e all’usura:
Suola progettata con il sistema AHAR per una maggiore robustezza e durata nel tempo.

Valutazione personale:
Una scarpa che non ha eguali. Leggera, comoda, flessibile: ha tutte le caratteristiche che servono ad un tennista. Provandola in campo, mi sono reso conto della qualità della calzata, pienamente riscontrabile negli scatti brevi, laterali e in avanti verso la rete.
Su alcune palle corte degli avversari, ho pensato spesso di non poterci arrivare o, magari, arrivarci senza però organizzare una risposta efficace. Invece, le Solution Speed FF 2 mi hanno sorpreso per la loro consistenza: scattando verso la rete, non solo sono riuscito a recuperare le palle più corte, ma anche a trovare una buona stabilità dei piedi al momento dell’impatto. Con le Solution Speed ho la sensazione di muovermi con più leggerezza in campo e di arrivare meglio sulla palla: caratteristiche essenziali per un qualsiasi giocatore di tennis, amatoriale o agonista che sia. Allo stesso modo, un Maestro di tennis che porta la firma ASICS Solution Speed, non può che essere soddisfatto della qualità del prodotto. E io lo sono pienamente.

Voto soggettivo da 1 a 10:
Comodità (morbidezza dell’inserto e elasticità della calzata): 10
Qualità (protezione del piede e durata nel tempo): 10
Estetica (modello e colore): 8,5

Voto medio da 1 a 10:
10 + 10 + 8,5 / 3 = 9,5


Fonti della descrizione e delle foto: Comunicato ufficiale ASICS Europe

Federico Bazan © produzione riservata



ASICS Court FF Novak: la scarpa del numero 1 ATP Novak Djokovic

Descrizione:
La scarpa da tennis Court FF Novak dona al piede del tennista flessibilità, sostegno e protezione, grazie alla complessità degli inserti e al rivestimento interno di cui è composto il materiale. Questa versione della scarpa di Djokovic, appositamente progettata per il Masters 1000 di Indian Wells, presenta un’edizione limitata di colori.
Calibrata per potenziare l’ammortizzazione durante gli impatti, coniuga la tecnologia FLYTEFOAM con un’ammortizzazione basata sulla tecnologia GEL™ per favorire falcate adeguate e un comfort eccezionale.
Realizzato con una tecnologia TRUSSTIC SYSTEM, questo componente contribuisce a massimizzare il sostegno per affrontare con sicurezza i colpi impegnativi.
Dotata di protezione per le dita PGUARD, questa scarpa è anche integrata da una suola in AHAR che aumenta la resistenza del suo composto di gomma.
Dalla struttura flessibile e di grande sostegno, la scarpa COURT FF Novak è progettata per garantire al tennista una migliore funzionalità.
Prezzo consigliato al pubblico: 180,00 €.


Caratteristiche tecniche:
Colore: vari
Misure: dal 39 al 50
Peso: 400 gr.
Materiale: tecnologia flytefoam + tecnologia GEL
Suola: sistema AHAR (High Abrasion Resistant = Alta Resistenza all’Abrasione)

Vantaggi:
– Calzata confortevole e protettiva:
Morbidezza del materiale conferita dalla tecnologia GEL e dai vari inserti. Protezione delle dita PGUARD.

– Ammortizzamento:
Ammortizzazione con tecnologia flytefoam + ammortizzazione con tecnologia GEL nell’avampiede e nel tallone.

– Resistenza all’abrasione e all’usura:
Suola progettata con il sistema AHAR per una maggiore robustezza e durata nel tempo.


Valutazione personale:
Per un Maestro di tennis è fondamentale usare delle scarpe comode e adatte al proprio lavoro. Questa affermazione può sembrare un’ovvietà, ma non tutte le scarpe da tennis lo sono. Considerando che gli istruttori trascorrono buona parte della giornata in campo, il primo elemento che ricercano nell’abbigliamento tecnico sportivo è il comfort.
Qualora una scarpa procuri dei fastidi o, peggio, dei dolori al piede, potrebbe risentirne, oltre al Maestro nel muoversi in campo, anche la qualità dell’insegnamento. E perché la qualità dell’insegnamento? Per il fatto che un Maestro, affinché possa impiegare al meglio le proprie energie in una lezione di tennis, ha bisogno di libertà di movimento. E quella libertà di movimento, sia durante il gioco, sia durante gli spostamenti in campo, deve partire da una scarpa adeguata.
Lo stesso discorso, naturalmente, si applica anche al giocatore di tennis e alle sue prestazioni. Quante volte si sente parlare di disturbi del piede come la tallonite e la fascite plantare?
Frequentando, personalmente, diversi circoli sportivi, mi è capitato di sentire giocatori di quarta e terza categoria lamentare proprio questi problemi, a causa di scarpe troppo strette o rigide. Non avendo ancora messo ai piedi le Court FF Novak, non potevo suggerirgli di cambiare marca. Ma, oggi, dopo averle provate, posso dirgli: “Ragazzi, ho trovato la scarpa che fa per voi. ASICS un nome, una garanzia.”
Grazie all’ottimo rivestimento interno, le FF Novak donano una sensazione di comodità e una eccezionale protezione alla pianta del piede, consentendo ogni tipo di spostamento. Provate a guardare Novak Djokovic e a soffermarvi sui suoi movimenti nella ricerca della palla: è uno dei pochissimi tennisti al mondo (insieme all’altro brand ambassador di ASICS, Gaël Monfils), in grado di giocare colpi in recupero a gambe divaricate su qualsiasi superficie.
Che le scarpe portino la firma di Djokovic non è solo un’azione di marketing in quanto tale, ma è la testimonianza di come un professionista ATP abbia bisogno della scarpa giusta in tutte le situazioni di gioco possibili. E ASICS, anche questa volta, ha centrato in pieno le aspettative del tennista serbo e non solo.

Voto soggettivo da 1 a 10:
Comodità (morbidezza dell’inserto e elasticità della calzata): 9
Qualità (protezione del piede e durata nel tempo): 10
Estetica (modello e colore): 8,5

Voto medio da 1 a 10:
9 + 10 + 8,5 / 3 = 9,2

Federico Bazan © produzione riservata