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Bilancio del tennis italiano relativo alla stagione 2016

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Il tennis italiano, maschile e femminile, ha vissuto un 2016 in progressivo declino se si va ad analizzare nel merito quanto accaduto nei singoli tornei disputati, in termini di statistiche (vittorie / sconfitte), punti ottenuti, posizioni nel ranking e trofei vinti.
Il 2016 è stata una stagione positiva per il tennis femminile, solo in un primo momento, con le rispettive vittorie di Roberta Vinci a San Pietroburgo, Sara Errani a Dubai e Francesca Schiavone a Rio, arrivate tutte nel mese di febbraio. Da quel periodo di auge in poi, fino a fine stagione, se si esclude l’ottima cavalcata della Vinci agli Us Open (dove la tarantina ha raggiunto i quarti di finale perdendo dalla attuale numero 1 del mondo Angelique Kerber), le tenniste italiane non sono mai riuscite a trovare quella continuità nelle vittorie che hanno consentito loro, in passato, di superare sfide importanti.

Entrando nello specifico, Sara Errani che vanta come best ranking la sesta posizione, aveva cominciato l’anno da numero 20 del mondo e, in seguito al successo ottenuto nel torneo di Dubai, aveva raggiunto la posizione numero 16. Ha chiuso però la stagione da numero 49, perdendo così 33 posizioni e 1345 punti. Errani che nel 2016, a parte il torneo di Dubai, non ha mai superato il terzo turno in nessun’altra competizione, comprese le prove del Grande Slam.

Meno negativa è la situazione riguardante Roberta Vinci, che ha aperto la stagione da numero 15, raggiungendo come best ranking la posizione numero 7, in seguito al trionfo conseguito nel torneo di San Pietroburgo; la tarantina ha tuttavia chiuso l’anno da numero 18 del ranking. La Vinci ha quindi perso 11 posizioni rispetto al suo risultato annuale massimo e ha vanificato la conquista di 3550 punti (picco raggiunto dopo la vittoria di San Pietroburgo) perdendone, similmente alla Errani, 1340 nel computo finale.

Francesca Schiavone ha avuto un sussulto di orgoglio con la vittoria nel torneo di Rio e, sebbene sia rientrata nella top 100, bissando la posizione numero 88 del ranking da numero 114 di inizio anno, ha chiuso la stagione da 103, uscendo nuovamente fuori dalle prime cento giocatrici del mondo. Nota di merito a parte, invece, per quel che riguarda il punteggio: a gennaio 2016 la tennista milanese vantava 541 punti. Ha concluso la stagione con 642 punti all’attivo, guadagnandone così 101.

Discesa netta per quanto riguarda il rendimento di Camila Giorgi che da numero 35, ha concluso il 2016 alla posizione numero 82. La marchigiana ha perso 47 piazze e 556 punti. Giorgi che, a parte il torneo di Katowice dove ogni anno si esprime al meglio, non ha mai superato un terzo turno in tutta la stagione.

Stando dunque alle statistiche e ai dati di fatto emersi dai calcoli, il tennis femminile sta attraversando un momento buio, considerando, non in ultima istanza, il ritiro di Flavia Pennetta.

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Quanto al tennis maschile, sono da evidenziare gli sforzi profusi da parte di Paolo Lorenzi che è l’unico giocatore azzurro, tra i nomi più noti, che ha chiuso il 2016 con un bilancio positivo, nel ranking, nel punteggio e nei risultati. Il senese, infatti, da numero 68, ha concluso la stagione in bellezza piazzandosi alla posizione numero 40 e guadagnando 365 punti complessivi.

A parte Lorenzi, Fabio Fognini ha perso 28 posizioni ed, infatti, da 21 del mondo, è sceso a 49. Ha avuto sì delle prestazioni degne di nota, se pensiamo alla vittoria nel torneo ATP 250 di Umago e alla finale raggiunta nell’ATP 250 di Mosca, ma minimamente paragonabili al Fognini sensazionale del 2013.

Momento nero anche per Andreas Seppi che ha perso 58 piazze in classifica e 695 punti. Da numero 29 del ranking, l’altoatesino ha chiuso la stagione al numero 87, smarrendo quella solidità e continuità nel rendimento che lo hanno sempre distinto.

Infine, periodo particolarmente sfortunato per Simone Bolelli che ha giocato solo metà stagione per via di un infortunio che lo ha tenuto fuori dal mese di giugno ad oggi. Non giocando più, naturalmente, da numero 58, il tennista di Budrio è sprofondato alla posizione numero 464 del mondo.

Se si fa eccezione per Paolo Lorenzi e Francesca Schiavone che sono gli unici due tennisti, tra i nomi di spicco, a vantare un bilancio stagionale positivo in termini di punti, il movimento del tennis italiano avrebbe bisogno di una reazione generale, di una scossa che fin’ora non si è vista. Le nuove generazioni composte da Matteo Berrettini, Matteo Donati, Martina Trevisan, Jasmine Paolini stanno crescendo a poco a poco ma al tempo stesso stentano nel farsi notare nelle competizioni di maggiore prestigio. Se è vero che ogni cosa arriva a suo tempo, è altrettanto vero che, rispetto agli anni passati, il tennis italiano sta vivendo un periodo di stasi evidente.

Federico Bazan © produzione riservata

Coppa Davis: L’Italia di Barazzutti liquida una Svizzera senza Federer e Wawrinka

Buona la prima di Coppa Davis per l’Italia di Corrado Barazzutti che supera la Svizzera, in casa, col punteggio netto di 5 a 0, sulla terra battuta dell’Adriatic Arena di Pesaro. Una Svizzera priva dei suoi giocatori migliori, Roger Federer e Stan Wawrinka; il primo in fase di recupero per i recenti problemi al menisco, mentre Wawrinka assente per scelta personale; anche l’Italia sprovvista del suo numero 1, Fabio Fognini, rimasto ai box per infortunio.

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       L’esultanza di Paolo Lorenzi a fine match

La manifestazione si è aperta con il primo singolare che ha visto Paolo Lorenzi sfidare per la quarta volta in carriera Marco Chiudinelli. Nei precedenti, ha prevalso sempre lo svizzero, in incontri piuttosto datati e giocati tutti quanti sul veloce. Ma stavolta è arrivata la rivincita per Lorenzi sulla superficie a noi più consona.
Il tennista azzurro ha dominato l’avversario nei primi due set imponendo molto bene il suo gioco. Nel terzo set, un passaggio a vuoto ha condizionato il rendimento del senese che avrebbe subìto un calo fisico, come poi dichiarato nel post partita ai microfoni di Supertennis Tv. Chiudinelli, forte del calo di Lorenzi, da 2-0 sotto, ha portato il match al quinto set.
Il tennista elvetico ha ritrovato fiducia dal terzo in poi e ha messo Lorenzi nelle condizioni di dover ricorrere ad un gioco più difensivo; ma, dopo una grande rimonta e proprio ad un passo dalla vittoria per lo svizzero, nel quinto set, sul 5-3 e servizio, Chiudinelli ha commesso un errore dietro l’altro, forse dovuto alla foga di chiudere la pratica, consentendo a Lorenzi di rientrare sul 5-4 e avere dunque la chance di riagganciarlo.
E c’è di più. Al tennista senese, sul 5-4 e servizio, ha tremato il braccio tanto da concedere, causa tre errori non forzati, ben tre match point a Chiudinelli. Ma un grande, grandissimo coraggio dell’azzurro sul finale, ha fatto sì che quei tre match point dello svizzero venissero annullati consecutivamente. Sullo 0-40, infatti, Lorenzi ha tirato fuori tutto quello che aveva e si è preso dei rischi che alla fine lo hanno premiato, complici anche di problemi muscolari accusati da Chiudinelli a fine gara. Lorenzi ha tenuto dunque il servizio e ha vinto per 7-5 il quinto parziale.
Che dire se non sottolineare come il senese ci abbia creduto fino alla fine malgrado la situazione di punteggio ormai compromessa. Vedere il proprio avversario risalire in cattedra e rimontare due set, potrebbe far demoralizzare se non addirittura condurre alla sconfitta il giocatore che era avanti nel punteggio. Lorenzi non si è però lasciato impensierire. Sullo 0-40, ha tirato fuori il meglio di sè, giocando due o tre buoni vincenti. In questi casi si dice che la fortuna premia gli audaci e il nostro Paolo Lorenzi è stato premiato.

Seconda partita di singolare senza problemi per Andreas Seppi che ha facilmente liquidato un giovanissimo Henri Laaksonen, classe ’92, in quattro set. Seppi non ha giocato il suo miglior tennis ma, grazie alla solidità ed incisività tipiche del suo gioco, ha firmato il punto del 2 a 0, consentendo alla formazione di Capitan Barazzutti di prendersi un vantaggio cospicuo e assicurarsi il punto decisivo nel doppio di sabato.

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                                                 Coppia Seppi-Bolelli

Il giorno dopo, il grande doppio giocato dalla coppia Bolelli-Seppi ha messo il punto esclamativo sul primo appuntamento di Coppa Davis degli azzurri. I due italiani si sono sbarazzati in tre set del duo formato da Chiudinelli e Laaksonen.
Bolelli e Seppi, in fiducia, venivano dalla vittoria sul cemento di Dubai in uno dei pochissimi tornei giocati in coppia a livello ATP. Tra l’altro, primo doppio vinto dall’altoatesino in carriera. Un risultato che sicuramente ha contribuito a dare nuova linfa al gioco di Seppi in una specialità che non è la sua. Mentre, per Bolelli, niente di nuovo anche perchè di doppi ne ha giocati e vinti; ricordiamo lo storico successo agli Open di Australia in coppia con Fognini. Da quel momento in poi, il giocatore di Budrio è diventato il punto di riferimento, quasi una garanzia per Corrado Barazzutti che decide di schierarlo in doppio in ogni occasione.
Dal punto di vista tecnico, infatti, Bolelli conosce molto bene i movimenti da adottare in questa specialità; con le sue accelerazioni copre bene il campo e il servizio veloce, se messo a segno, agevola il gioco del compagno a rete. Il suo dritto, inoltre, è un colpo potente e preciso che gli consente, sulla diagonale, di trovare il corridoio e costringere gli avversari a perdere campo.

Bene anche Marco Cecchinato, giocatore giovane che, in prospettiva, può fare molto bene, specialmente su terra battuta, sua superficie preferita. Ottimo l’esordio in Coppa Davis per il palermitano che ha superato lo svizzero Adrien Bossel in due set, su punteggio ormai acquisito per l’Italia.

Il vero protagonista della prima di Coppa Davis rimane comunque Paolo Lorenzi che ha portato a casa una partita davvero complicata, dove è stato avanti nel punteggio, il suo avversario lo ha rimontato e, malgrado tre match point a favore di Chiudinelli, ha regalato il punto dell’1 a 0 alla formazione di Capitan Barazzutti.
Lorenzi continua ad esaltarsi e ad elevare il suo tennis quando ha il pubblico a favore. Anche al Foro Italico, in un paio di occasioni, giocò molto bene. Battè un ex top ten come Nikolaj Davydenko e strappò anche un set a Rafa Nadal.

L’Italia di Capitan Barazzutti attenderà, nei quarti di finale del World Group, l’Argentina, reduce dalla vittoria a Danzica contro la Polonia, in una sfida che si giocherà molto probabilmente sulla terra battuta, in casa degli azzurri e forse nuovamente a Pesaro.

Federico Bazan © produzione riservata

Le caratteristiche tecniche di Paolo Lorenzi

          La vasta apertura con il braccio nell’esecuzione del dritto da parte di Lorenzi

Paolo Lorenzi è un giocatore dotato di un’apertura di braccio notevole con il fondamentale del dritto, grazie al quale è in grado di disegnare traiettorie di palla cariche di effetto e anche abbastanza difficili da gestire per l’avversario ogniqualvolta il rimbalzo risulti particolarmente profondo. Con il rovescio bimane Lorenzi è in grado di giocare colpi precisi ed angolati e la prima di servizio, se veloce e penetrante, gli permette di eseguire il serve & volley.
Il tennista senese è provvisto di un’ottima mano nei pressi della rete oltre al gioco da fondo campo basato principalmente sullo scambio prolungato e le rotazioni; non è un caso infatti che Lorenzi abbia vinto 11 tornei challenger su 11, disputati tutti quanti sul rosso.
Non di rado durante i match conquista la via della rete con l’obiettivo di mettere a segno volèe basse con taglio ad uscire, peraltro molto complesse da eseguire a livello tecnico e volèe stoppate o smorzate, efficaci per contrastare tatticamente l’avversario. Il suo tennis non è particolarmente adatto alle superfici veloci dal momento che le sue caratteristiche di gioco si addicono maggiormente alla terra battuta sebbene il miglior piazzamento in un torneo del Grande Slam l’abbia ottenuto sul cemento americano di New York in un match nel quale ha eliminato all’esordio il qualificato giapponese Nishioka, fatto abbastanza curioso visto che non è mai riuscito a superare il primo turno al Roland Garros dal 1999, anno del suo debutto nel circuito maggiore, ad oggi pur risultando la terra battuta la superficie sulla quale ha vinto di più.
A 33 anni Paolo Lorenzi ha ottenuto il suo miglior risultato relativo al circuito professionistico raggiungendo la finale del torneo ATP 250 di San Paolo, nella quale perse per un soffio contro l’argentino Federico Del Bonis per 4-6, 6-3, 6-4; un risultato di buon auspicio considerata una carriera piuttosto intensa del tennista senese.

Federico Bazan © produzione riservata