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Us Open 2013

Come Andy Roddick l’anno scorso, anche James Blake si ritira agli Us   Open

Quest’anno gli Us Open hanno regalato agli appassionati novità ed emozioni a partire dal ritiro di James Blake ed i forfait imprevisti della Sharapova e di Tsonga oltre ad una serie innumerevole di partite dall’esito sorprendente come l’eliminazione al secondo turno della testa di serie numero 6, Juan Martin Del Potro per mano di un Lleyton Hewitt tornato ai tempi d’oro; la disfatta di Roger Federer, in fase ormai discendente per via dell’età, è stato dominato da Tommy Robredo in tre set al quarto turno; un deludente Grigor Dimitrov, tennista bulgaro classe 91 che è stato elogiato e paragonato stilisticamente a Federer da alcuni appassionati, ha ceduto al primo turno contro il numero 89 del ranking Joao Sousa; un Fabio Fognini spento, reduce da due tornei vinti sulla terra battuta, ha perso in soli tre set al primo round contro Rajeev Ram, un giocatore che non ha mai superato in singolare il secondo turno in una prova del grande slam; Nicolas Almagro, sempre meno motivato, perde nettamente da Denis Istomin in 4 set nel suo primo incontro sul cemento di New York; impensabili ed irriconoscibili le prestazioni di Kei Nishikori (testa di serie numero 11), Jerzy Janowicz (testa di serie numero 14) e Ernest Gulbis (testa di serie numero 30) che sono stati liquidati al primo turno da avversari tutt’altro che irresistibili come Daniel Evans (149 Atp), Maximo Gonzalez (185 Atp) e Andreas Haider-Maurer (96 Atp). Risultati inaspettati viste le differenze piuttosto nette in classifica ma soprattutto considerato il livello di gioco.

                                      Il vincitore – Us Open 2013

Quest’anno se ne sono viste un po’ di tutti i colori a Flushing Meadows; da partite incredibili che hanno ribaltato i pronostici apparentemente più scontati a prestazioni memorabili: Stanislas Wawrinka e Richard Gasquet hanno raggiunto le semifinali giocando un tennis da top 5.
L’elvetico ha eliminato con il punteggio severo di 6-4 6-3 6-2 il numero 3 del mondo Andy Murray nei quarti di finale. Partita a senso unico, lezione di tennis di Wawrinka che ha dominato un Murray sorpreso per i colpi dell’avversario ed afflitto per un risultato così pesante. Dal body language, il giocatore di Dunblane sembrava dire: << Ma cosa devo fare con questo che gioca da Dio!? >>. Rovesci lungolinea a velocità elevatissime hanno messo in crisi tutti i gli avversari incontrati da Wawrinka, il quale si trovava a suo agio ogni volta che colpiva la palla in anticipo con il suo colpo migliore.
Gasquet non è stato da meno: ha sconfitto Raonic, giocatore nato e cresciuto sul veloce, e un combattente con i fiocchi come David Ferrer, numero 4 del mondo. Era da tempo che Gasquet non raggiungeva una semifinale di alto prestigio. Sono dovuti passare addirittura 6 anni dall’ultima disputata a Wimbledon, in casa di Murray. Un grande impegno ed una costanza straordinaria nel rendimento hanno aiutato Gasquet a scalare il tabellone vincendo partite che lo vedevano sfavorito.
Il problema più difficile per giocatori come Wawrinka e Gasquet è affrontare una semifinale contro campioni come Djokovic e Nadal dove non si ha mai vita facile: il francese è stato surclassato dal maiorchino in tre set e lo svizzero, pur avendo lottato con il cuore e con la massima forza di volontà per provare ad agguantare la sua prima finale in un grande slam, ha avuto torto nei confronti del serbo che l’ha spuntata al quinto set.
L’ultimo atto del torneo è stato probabilmente il match più atteso, quello che ha visti opposti per l’ennesima volta Rafa Nadal e Nole Djokovic. Finale monotematica, partita a tratti combattuta ma risultato indiscusso. E’ Nadal a vincere in quattro set e ad aggiudicarsi il tredicesimo slam della carriera.

                         La finalista e la vincitrice – Us Open 2013

In campo femminile, le nostre azzurre si sono fatte valere, specialmente Flavia Pennetta che ha raggiunto la semifinale contro Victoria Azarenka dopo due anni difficili causati dall’infortunio al polso. La brindisina sembra aver trovato la sua miglior condizione fisica e soprattutto il tennis incisivo che l’ha aiutata a vincere in passato. Buone, inoltre, le prestazioni di Roberta Vinci e la giovanissima Camila Giorgi che hanno battuto avversarie di levatura come Lucie Safarova e Caroline Wozniacki.
La finale femminile ha visto protagoniste la detentrice del titolo del 2012 Serena Williams e la finalista Victoria Azarenka, battuta dall’americana l’anno scorso con lo score di 6-2 2-6 7-5. Quest’anno il copione è lo stesso; nuovamente al terzo set ma è ancora la Williams ad alzare il trofeo per 7-5 6-7 6-1.
Come era successo al Roland Garros, anche agli Us Open i numeri uno sono Rafa Nadal e Serena Williams.

Federico Bazan © produzione riservata

James Blake lascia il tennis commuovendosi davanti al pubblico dell’Arthur Ashe

                 Lacrime di goia e di dolore per l’americano

James Blake si ritira dal tennis professionistico all’età di 33 anni: è stata questa la decisione ufficiale annunciata dal giocatore americano prima dell’inizio degli Us. Open. Blake ha affermato in conferenza stampa americana di abbandonare il tennis non riuscendo a trattenere delle lacrime che lasciavano trapelare un sentimento di profonda gioia e che in fondo non nascondevano anche quei momenti di sofferenza vissuti durante la propria carriera. La sua passione, il tennis, si è rivelata meravigliosa per tutti i successi conseguiti (10 titoli in singolo e 7 in doppio), per ciascun ricordo vissuto sul campo e per ogni attimo di grande lealtà e di nobiltà d’animo che ha caratterizzato a livello umano James Blake e che egli ha nutrito verso gli altri. L’americano ha detto che si sarebbe trattato del suo ultimo grande slam giocato nonchè di un match che avrebbe chiuso il capitolo finale di una carriera durata 15 anni. Ultimo match che poi si è di fatto compiuto per mano di Ivo Karlovic che ha trionfato in 5 set sull’americano.
Dopo aver salutato e ringraziato con affetto e sincerità i supporters, la famiglia e gli amici tra le lacrime e la standing ovation del pubblico dell’Arthur Ashe, adesso Blake continua la propria vita gestendo la Thomas Reynolds Collection, la linea di abbigliamento lanciata e sviluppata dall’ormai ex tennista di Yonkers in collaborazione con i designer della Fila. Blake ha voluto intitolare l’impresa con il nome del padre, in ricordo della sua tragica morte avvenuta nel luglio del 2004 a seguito di una malattia incurabile. Tutti ricorderanno quell’anno tanto strano ed inatteso quanto maledetto per Blake. Prima la rottura del collo quando l’americano, per recuperare una palla corta in allenamento agli Internazionali di Roma nel mese di maggio, sbattè contro il paletto della rete rischiando la paralisi totale e la sedia a rotelle. I medici, per fortuna, operarono con successo Blake scongiurandogli ogni possibile manifestazione di paralisi muscolare. Nel mese di luglio ci fu la perdita improvvisa del padre a causa di un tumore irreversibile; infine un zoster facciale, causato da un periodo di forte tensione emotiva, gli è costato un intervento chirurgico. Dopo questo “medioevo” di eventi che hanno colpito e travolto il povero Blake, arriva finalmente il riscatto nell’anno successivo; la vittoria a New Haven e Stoccolma e un 2006 memorabile in termini di risultati: Blake vince Sydney, Las Vegas, Indianapolis, Bangkok e Stoccolma raggiungendo il suo best ranking alla posizione numero 4 della classifica Atp.

                                                  L’ultimo saluto dal campo

James Blake, se da un lato ha vissuto tanti momenti positivi riuscendo a vincere il più possibile e a giocare un tennis potente, atletico e dinamico, dall’altro lato ha avuto un destino avverso che lo ha costretto a piegarsi per poi rialzarsi con la consapevolezza che sarebbe potuto rimanere su una sedia a rotelle per tutto il resto della propria vita. Pur avendo subito tre interventi chirurgici tra scoliosi, paralisi e zoster e pur avendo perso il padre, ad oggi questo ragazzo ha la straordinaria capacità di sorridere. E quello di James Blake è un sorriso sincero.

Federico Bazan © produzione riservata