
Lacrime di goia e di dolore per l’americano
James Blake si ritira dal tennis professionistico all’età di 33 anni: è stata questa la decisione ufficiale annunciata dal giocatore americano prima dell’inizio degli Us. Open. Blake ha affermato in conferenza stampa americana di abbandonare il tennis non riuscendo a trattenere delle lacrime che lasciavano trapelare un sentimento di profonda gioia e che in fondo non nascondevano anche quei momenti di sofferenza vissuti durante la propria carriera. La sua passione, il tennis, si è rivelata meravigliosa per tutti i successi conseguiti (10 titoli in singolo e 7 in doppio), per ciascun ricordo vissuto sul campo e per ogni attimo di grande lealtà e di nobiltà d’animo che ha caratterizzato a livello umano James Blake e che egli ha nutrito verso gli altri. L’americano ha detto che si sarebbe trattato del suo ultimo grande slam giocato nonchè di un match che avrebbe chiuso il capitolo finale di una carriera durata 15 anni. Ultimo match che poi si è di fatto compiuto per mano di Ivo Karlovic che ha trionfato in 5 set sull’americano.
Dopo aver salutato e ringraziato con affetto e sincerità i supporters, la famiglia e gli amici tra le lacrime e la standing ovation del pubblico dell’Arthur Ashe, adesso Blake continua la propria vita gestendo la Thomas Reynolds Collection, la linea di abbigliamento lanciata e sviluppata dall’ormai ex tennista di Yonkers in collaborazione con i designer della Fila. Blake ha voluto intitolare l’impresa con il nome del padre, in ricordo della sua tragica morte avvenuta nel luglio del 2004 a seguito di una malattia incurabile. Tutti ricorderanno quell’anno tanto strano ed inatteso quanto maledetto per Blake. Prima la rottura del collo quando l’americano, per recuperare una palla corta in allenamento agli Internazionali di Roma nel mese di maggio, sbattè contro il paletto della rete rischiando la paralisi totale e la sedia a rotelle. I medici, per fortuna, operarono con successo Blake scongiurandogli ogni possibile manifestazione di paralisi muscolare. Nel mese di luglio ci fu la perdita improvvisa del padre a causa di un tumore irreversibile; infine un zoster facciale, causato da un periodo di forte tensione emotiva, gli è costato un intervento chirurgico. Dopo questo “medioevo” di eventi che hanno colpito e travolto il povero Blake, arriva finalmente il riscatto nell’anno successivo; la vittoria a New Haven e Stoccolma e un 2006 memorabile in termini di risultati: Blake vince Sydney, Las Vegas, Indianapolis, Bangkok e Stoccolma raggiungendo il suo best ranking alla posizione numero 4 della classifica Atp.

L’ultimo saluto dal campo
James Blake, se da un lato ha vissuto tanti momenti positivi riuscendo a vincere il più possibile e a giocare un tennis potente, atletico e dinamico, dall’altro lato ha avuto un destino avverso che lo ha costretto a piegarsi per poi rialzarsi con la consapevolezza che sarebbe potuto rimanere su una sedia a rotelle per tutto il resto della propria vita. Pur avendo subito tre interventi chirurgici tra scoliosi, paralisi e zoster e pur avendo perso il padre, ad oggi questo ragazzo ha la straordinaria capacità di sorridere. E quello di James Blake è un sorriso sincero.
Federico Bazan © produzione riservata