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Esclusiva: intervista a Potito Starace, ex tennista ATP


– A che età hai iniziato a giocare a tennis? In quale circolo sportivo?

– Ho iniziato a giocare a tennis a 7 anni. La mia fortuna probabilmente è stata quella di avere un circolo sotto casa, il “Tennis Club Starace”, che mio nonno comprò negli anni ’60 e dove, inizialmente, c’erano solo due campi da tennis. Fino a quando avevo 6 anni davo i calci al pallone, ma già a 7 mi ero innamorato del tennis guardando giocare i ragazzi più grandi di me.
Con il passare del tempo, la struttura si è evoluta a tutti gli effetti; dopo la morte di mio nonno, il club è stato ribattezzato negli anni ’90 con il mio nome: “Circolo Tennis Potito Starace”. Abbiamo costruito altri campi da tennis, un campo da beach tennis, uno da padel e una piscina. Oggi, poiché sono a Roma, il circolo di Cervinara viene gestito da mio padre e da mio fratello. Quest’ultimo è Maestro Nazionale e si occupa lui dei corsi e della scuola tennis.


– Quando ti sei accorto di poter trasformare il tennis nel tuo lavoro? Quale è stata la figura di riferimento che ti ha sostenuto nella fase di crescita del tuo gioco?

– Già a 12 anni avevo vinto il titolo nazionale Under 12, anche se a quell’età, essendo ancora piccolo, giocavo naturalmente per divertimento, e non più di tre volte a settimana. A 15 anni ho fatto la scelta di andare in Federazione a Cesenatico e, a 17, mi sono trasferito da Alberto Sbrescia, che è stato il mio Maestro. Con la sua supervisione, ho iniziato a giocare i primi tornei Futures e Challenger. Dopo quel periodo, Sbrescia non mi ha potuto più seguire e, a malincuore, le nostre strade si sono separate. Arrivato a 20 anni, ero già nei primi 200 del mondo. Dopodiché ho iniziato pian piano la scalata nel ranking ATP, partita dopo partita, torneo dopo torneo.

– Vista la tua esperienza vissuta da giocatore, ti chiederei: quali sono i maggiori ostacoli che un talento emergente incontra per accedere al professionismo?

– Gli ostacoli per diventare un professionista sono numerosi: quando si giocano i tornei Juniores cambia tanto rispetto al mondo professionistico. Si può essere talentuosi da giovanissimi, però si possono avere in seguito dei problemi a competere contro tennisti più esperti e in parte già affermati. Quindi il primo impatto da junior a giocare a livello professionistico è abbastanza complicato per tanti aspiranti, tranne per alcune eccezioni. È proprio dalle competizioni juniores a quelle dell’ITF che dovrebbe scattare la molla perché, una volta che si arriva nei Futures, si trovano già dei giocatori giovani che sono nel circuito da qualche anno e che hanno i requisiti per affermarsi nei Challenger, per poi approdare negli ATP.

– Hai vinto 6 tornei ATP in doppio e 11 tornei Challenger con altrettante finali giocate. Sei stato numero 27 del mondo e sei rimasto nel circuito maggiore per almeno 15 anni. Molti bambini sognano di poter, un giorno, raggiungere i tuoi traguardi, ma forse non sanno di tutto il lavoro, il sacrificio e gli investimenti che ci sono dietro a determinati risultati. Che consigli daresti a chi vorrebbe seguire le tue orme?

– Sì, sono stato 27 del mondo nel 2007, come best ranking. Ho battuto tra l’altro, in partite di torneo, alcuni ex numero 1 della classifica ATP come Carlos Moyá, Juan Carlos Ferrero e Marat Safin. Ho vinto 6 tornei in doppio, 11 tornei Challenger e tutte le partite in Coppa Davis, tranne una contro Roger Federer. Detta così sembra semplice, però dietro a questi risultati c’è un duro lavoro che inizia da quando avevo 7 anni, naturalmente con tanta leggerezza perché ero ancora piccolo, fino ai 15 anni. Verso i 16 anni, nel momento in cui mi sono accorto di poter giocare ad alti livelli, la salita è stata lunga: tanti sacrifici, diversi investimenti legati al fatto che, nel tennis, ci sono delle spese fisse da dover sostenere, in particolare quando non si è coperti economicamente dalla Federazione.
Il consiglio che posso dare a chi vorrebbe seguire il mio percorso di vita e di carriera è dare tutto negli allenamenti perché il tennis è uno sport individuale nel quale il rendimento dipende dal singolo giocatore in campo. Poi naturalmente è molto importante stare sempre a fianco dell’allenatore, che è la guida principale, e riporre tanta fiducia nelle persone vicine: dal coach al preparatore atletico.

Un ostacolo alla crescita di un ragazzo o di una ragazza, invece, può essere rappresentato da alcuni genitori che si mettono in mezzo, creando dei problemi in questioni di non loro competenza o per delle aspettative irrealistiche riguardo alle possibilità del proprio figlio.

– Finita la carriera nel circuito professionistico, sei diventato il direttore tecnico dell’agonistica del Due Ponti Sporting Club. Quali sono i principali obiettivi che ti sei posto all’inizio di questa nuova avventura?

– Sì, adesso sono il direttore tecnico dell’agonistica del Due Ponti, che è un circolo che frequento da tanto. Ho giocato anche gli incontri a squadre: la Serie A di tennis e la Serie A di padel delle quali ancora oggi sono titolare. Quindi sono molto contento perché è un circolo che frequento da anni e mi trovo molto bene.
Gli obiettivi sono quelli di far crescere l’agonistica, dalla scuola SAT provare a tirar fuori dei prospetti e farli arrivare pian piano in alto. Abbiamo iniziato nel settembre del 2020 con 12 ragazzi, e siamo contenti perché è cambiato tanto il circolo, sono cambiate anche le metodologie di allenamento che faccio fare ai ragazzi. Sicuramente in pochi mesi di lavoro vedo già dei miglioramenti. C’è un’atmosfera serena e quella è la cosa più importante.


– Tra le ragazze e i ragazzi che stai allenando, intravedi potenziali promesse del tennis italiano?

– Ci sono dei ragazzi che giocano bene. Sono giovani, devono ancora lavorare tanto e si devono ancora formare fisicamente, quindi non è semplice. Però nel tennis non si sa mai. Sicuramente bisogna allenarsi con determinazione ed essere sempre pronti ad affrontare qualsiasi momento, in qualsiasi torneo, sia nei periodi positivi che in quelli meno positivi. Però i ragazzi stanno lavorando bene, quindi speriamo che ne possa uscire almeno uno con tutti gli strumenti necessari volti a fare un salto di qualità importante, magari nel professionismo.

– E infine ti chiedo quali suggerimenti daresti a un giovane istruttore di tennis che vorrebbe intraprendere la carriera di Maestro Nazionale.

– Per diventare Maestro Nazionale mi sento di dire solo di studiare tanto e di tenersi in costante aggiornamento perché il tennis è cambiato tanto, già da 10 anni a questa parte. Ci sono metodologie di allenamento diverse, soprattutto sul piano fisico. E un Maestro deve essere aperto ai cambiamenti che il tennis odierno impone.

Federico Bazan © produzione riservata

Le pagelle dei tennisti italiani agli Internazionali Bnl d’Italia 2018

internazionali tennis


Tennis maschile, i nomi che hanno raggiunto i risultati migliori nel torneo:

Fabio Fognini: al primo turno impartisce una lezione di tennis gratis a Gaël Monfils per 6-3, 6-1; infiamma il Centrale due giorni dopo liquidando il numero otto del mondo Dominic Thiem, testa di serie numero sei del torneo capitolino, considerato attualmente tra i migliori tennisti sul rosso; batte per la prima volta in carriera Peter Gojowczyk, tennista tedesco, numero 64 del mondo, ma avversario ostico da affrontare sulla terra battuta; arriva ai quarti di finale dove perde dal vincitore del torneo, Rafael Nadal, strappandogli il primo set.
Ha il tennis adatto per battere i primi dieci del mondo: lo dimostra contro Thiem ed è l’unico, insieme a Zverev, a vincere un set a Nadal in tutto il torneo.
Gli manca qualcosa nella gestione della gara che gli consenta di entrare in top ten, dei miglioramenti in termini di tenuta mentale che possano dargli un voto di 10 su 10.
Voto: 9.5

Marco Cecchinato: vince il torneo di Budapest battendo in semifinale Andreas Seppi. A Monaco ha la meglio sul numero uno del tennis italiano, Fabio Fognini. Arriva a Roma liquidando al primo turno Pablo Cuevas, terraiolo puro, ex top 20. Strappa il primo set a David Goffin, numero nove del mondo, pur perdendo alla distanza. Solido da fondo campo. Più maturo nella gestione della partita. Concede poco ai suoi avversari.
Voto: 8.5

Matteo Berrettini: batte in due set quella che avrebbe dovuto essere una delle promesse del tennis statunitense, Frances Tiafoe; nel turno successivo, gioca alla pari con Alexander Zverev per tutto il primo set, deciso su pochi punti e conclusosi per 7-5 in favore del vincitore degli Internazionali dello scorso anno.
Durante il match contro il tedesco, rischia di farsi seriamente male alla caviglia. Cade ma si rialza e continua a giocare con onore. Riceve i complimenti a fine partita da parte dello stesso Zverev che afferma come Berrettini sia un giocatore in crescita.
Premiato per la grinta e i miglioramenti tecnici, grazie anche al lavoro svolto con il suo coach Vincenzo Santopadre.
Voto: 8

Filippo Baldi: si fa notare agli Internazionali lottando e battendo al terzo set Marton Fucsovics e Guillermo García López, rispettivamente teste di serie numero sei e numero dieci del girone di qualificazioni. Entra per la prima volta nel tabellone principale. Lotta di nuovo al terzo parziale ma perde contro Nikoloz Basilashvili. Ha 22 anni, molto tempo per crescere e migliorarsi. I risultati ottenuti a Roma sono comunque di buon auspicio per l’avvenire.
Voto: 8


Tennis femminile, tanti i nomi delle partecipanti ma tutte fuori al primo turno o alle qualificazioni:

Roberta Vinci: il primo turno contro la serba Aleksandra Krunić è la sua ultima partita nel circuito WTA. Standing ovation al Pietrangeli solo per lei. Emozionanti le parole a fine match. Ma, come rendimento nell’ultima partita della carriera, non proprio esaltante. Vince il primo set giocando il suo tennis, fatto di back e discese a rete. Poi il vuoto. Tanti errori gratuiti, tanta fretta di chiudere. Nel terzo set, gioca a caso dando l’idea che sia già con la testa fuori dal tennis.
Il momento toccante dopo il match, malgrado la partita persa, la rivaluta nell’insieme per quel che riguarda la partecipazione al torneo.
Voto: 7

Francesca Schiavone: una delle tenniste più anziane del circuito. Trova al primo turno Dominika Cibulkova. Strappa alla slovacca il secondo set, ma non può nulla contro una giocatrice più giovane e con colpi più pesanti.
Raggiunge la sufficienza per la grinta e la voglia di continuare a giocare, malgrado l’età.
Voto: 6

Camila Giorgi: ad inizio anno, nel torneo di Sydney, aveva sconfitto nettamente delle top ten come Petra Kvitová, Sloane Stephens e Agnieszka Radwańska, in partite a senso unico, dominate dalla tennista italo-argentina. A Roma, vince il derby contro Deborah Chiesa ma perde, al secondo turno delle qualificazioni, in due set contro l’americana Danielle Collins, giocatrice in crescita da quest’anno, ma comunque alla portata della Giorgi, che può vantare una maggiore esperienza rispetto alla statunitense nel circuito WTA.
Le condizioni di gioco tra Sydney e Roma sono completamente diverse, ma qualcosa non torna nel tennis della Giorgi: belle vittorie contro giocatrici forti, alternate però a sconfitte piuttosto inaspettate.
Voto: 5

Sara Errani: fa il suo esordio al Pietrangeli contro Timea Babos. Nel secondo set, sul punteggio di 5-3, non riesce a portare l’avversaria al terzo. Si fa rimontare e perde in due set. Per quanto abbia vinto il torneo di doppio in passato con la Vinci, e sia arrivata in finale nell’ormai lontano 2014, quando esprimeva il suo più alto e probabilmente irripetibile livello di gioco – da un po’ di anni a questa parte esce sempre al primo turno, dando la sensazione che Roma non sia proprio il suo torneo.
Voto: 4

Federico Bazan © produzione riservata

 

Qualificazioni Internazionali Bnl D’Italia 2013 (sabato 11 maggio)

Si sono svolti sabato 11 maggio i primi turni delle qualificazioni degli Internazionali Bnl D’Italia 2013. Tabellone ricco di atleti, tra cui anche molti italiani. Nella prima giornata hanno giocato Flavio Cipolla, Alessandro Giannessi, Gianluca Naso e Marco Cecchinato.
Cipolla, tennista romano in attivo nel circuito Atp dal 2003 e vincitore di 5 tornei a livello challenger, ha incontrato al primo turno delle qualificazioni niente meno che Lukáš Rosol, giocatore famoso per aver estromesso incredibilmente Rafael Nadal al primo turno nell’edizione di Wimbledon del 2012.

                         Flavio Cipolla

Dopo aver letteralmente dominato il primo set conclusosi per 6 giochi a 0 in suo favore, Cipolla ha iniziato a perdere la continuità e la concretezza del primo set e Rosol ne ha approfittato trovando un tennis potente e preciso che ha messo notevolmente in difficoltà il tennista di casa. Cipolla si è dovuto dunque giocare il tutto per tutto al terzo set ma la partita era ormai a senso unico: Rosol vince 6-2 il terzo e decisivo parziale e Flavio perde così al primo turno delle qualificazioni, con il punteggio finale di 0-6 6-1 6-2, pur disputando una buona gara.

                          Alessandro Giannessi

Il secondo italiano in programma è il 23enne spezzino Alessandro Giannessi, vincitore di 4 tornei futures e 2 challenger. Giannessi ha affrontato l’iberico Albert Montanes, un giocatore molto esperto che all’età di 33 anni vanta 5 titoli a livello Atp. Il match ha visto due contendenti dallo stile di gioco completamente diverso. Giannessi mancino, dritto molto carico e rovescio bimane mentre Montanes destro, dritto più teso e rovescio molto elegante ad una mano. Il tennista azzurro parte benissimo ed è avanti 4-2 nel primo set ma, a causa di dolori fisici accusati durante il match ed un rovescio che faceva spesso fatica a trovare la giusta profondità, perde il primo parziale 6-4. Il secondo set è ancor più difficile per lo spezzino perchè affiora la stanchezza e Montanes inizia a tirare vincenti. Risultato finale: 6-4 6-3 in favore dello spagnolo.

                             Gianluca Naso

Notizie positive le portano però Gianluca Naso e Marco Cecchinato che affrontano e superano rispettivamente il brasiliano Dutra Silva e il russo Donskoy. Naso, il cui miglior piazzamento in classifica è stata la posizione numero 175 nel 2012, ha estromesso con il punteggio di 6-4 6-3 Dutra Silva, giocatore solido da fondo campo ma insufficiente di fronte al gioco di potenza del siciliano.

          Marco Cecchinato

L’ultimo match in programma ha visto come protagonista il giovanissimo Marco Cecchinato, classe 92, giocatore dotato di un ottimo dritto carico di spin e un discreto rovescio ad una mano. Cecchinato, attuale numero 358 del ranking Atp, ha liquidato con un doppio 6-4 il numero 79 del mondo Evgeny Donskoy.

Federico Bazan © produzione riservata