
Roger Federer: il più grande esempio di polivalenza e versatilità del tennis odierno
In uno sport come il tennis, le tipologie di giocatore che si conoscono, giocando e facendo tornei, sono le più disparate.
Ognuno predilige determinate impugnature, più consone al proprio stile di gioco.
Il grip varia da colpo a colpo e da giocatore a giocatore: ci sono giocatori che colpiscono la palla sempre con la stessa impugnatura perchè sentono più sicuro l’impatto in quel modo; altri, i più versatili, cambiano la presa a seconda della velocità della palla, dell’altezza della stessa dal terreno o semplicemente in funzione del colpo che vogliono eseguire.
Tutti i giocatori si differenziano tra di loro a seconda del modo in cui hanno acquisito il colpo nella fase di apprendimento.
C’è chi gioca molto arrotato, chi con un leggero top spin; altri, specie i signori di una certa età, prediligono il tennis di una volta, più piatto e a fil di rete.
C’è anche chi riesce ad alternare colpi in top spin e in back spin, sebbene siano giocatori piuttosto inusuali da trovare nei circuiti maggiori (tra questi, ad esempio, Aleksandr Dolgopolov, Monica Niculescu e Kirsten Flipkens che, per certi versi, hanno un gioco atipico).

Sergi Bruguera: giocatore che arrotava molto la palla con impugnature estreme
Nel panorama del tennis attuale sono molti i professionisti che giocano anche più di un metro e mezzo sopra la rete, grazie a notevoli parabole in top.
Ad esempio i tennisti spagnoli, che, in buona parte, prediligono il gioco arrotato, si confermano, per storia e tradizione, i padroni della terra battuta, superficie sulla quale imparano a giocare e sulla quale, di fatto, vantano i risultati migliori.
Rafa Nadal, David Ferrer, Fernando Verdasco, Tommy Robredo, Carla Suarez Navarro, Silvia Soler Espinosa sono solo alcuni dei volti più noti nelle file del tennis iberico, giocatori e giocatrici che hanno nelle corde quel tipo di gioco, cosiddetto “spagnoleggiante”, basato su ampie spazzolate in top spin, dritti a sventaglio e ritmi molto sostenuti durante gli scambi.
Anche i tennisti sudamericani, tra i quali alcune vecchie glorie del passato come Gastón Gaudio, Nicolas Massu e Guillermo Coria, arrivando agli attuali Carlos Berlocq e Juan Monaco, hanno un tennis costruito sul palleggio serrato da fondo campo e sulle rotazioni in top; un gioco, in fondo, non molto dissimile tecnicamente da quello dei colleghi iberici.

Petra Kvitova: poca rotazione e molta spinta in avanti; tennis giocato poco sopra la rete
Oltre ai terraioli, ci sono anche giocatori che, crescendo sulle superfici rapide come il cemento, giocano un tennis più piatto rispetto agli spagnoli e ai sudamericani. Molti di loro, soprattutto i giocatori dell’Europa settentrionale e orientale, tra cui Berdych, Stepanek, Safin, la Kvitova, la Ivanovic, la Sharapova, la Safarova giocano pochi centimetri sopra la rete con colpi tesi, penetranti e decisamente meno arrotati rispetto al tennis degli iberici.
Da non dimenticare, inoltre, i tennisti che primeggiano sull’erba. Primo tra tutti Roger Federer, il quale, grazie a notevoli variazioni direzionali con il servizio e grazie ad una maestria del tutto singolare nel giocare il top, il back, le volèe e le palle corte, riesce ad imporsi con facilità su questa superficie. Anche il tennis di Feliciano Lopez che, se vogliamo, è una delle pochissime eccezioni presenti tra i talenti spagnoli, si addice molto all’erba. Lopez, infatti, gioca molti rovesci in back che rimbalzano bassissimi e risultano piuttosto complicati da gestire per gli avversari su una superficie come l’erba, dove la palla schizza via velocemente.
Tra le stelle vincenti su questa superficie, sono da annoverare ex veterani come Tim Henman, giocatore dalle volèe di grazia; Andy Roddick, sempre assistito in maniera non indifferente da un servizio devastante e da un dritto formidabile che facevano la differenza tanto su cemento, quanto su erba; Lleyton Hewitt, giocatore dalla solidità onnipresente da fondo campo, sempre caratterizzato da un gioco di gambe notevole che metteva in crisi anche il miglior attaccante.
Per quanto riguarda le modalità di giocatore che si possono trovare in circolazione e a qualsiasi livello, in linea di massima, vi sono: “i bombardieri”, i creatori di gioco, gli incontristi e i ribattitori.
Partiamo dal bombardiere, colui a cui piace fare punto di propria iniziativa, lasciando andare il braccio.
– Il bombardiere è il tipo di giocatore che tira la palla a velocità devastanti. Il servizio è un’arma fondamentale del suo gioco senza la quale non potrebbe essere così aggressivo; gli è sufficiente giocare da fondo campo cercando di concludere con pochi colpi lo scambio grazie a delle accelerazioni impressionanti. Esempi classici di bombardieri nel circuito ATP sono Milos Raonic, John Isner, Ivo Karlovic, Jerzy Janowicz e Juan Martin Del Potro, giocatori molto alti e robusti. La loro mole influisce in maniera non indifferente sull’esplosività che riescono a conferire al colpo giocato.
I creatori di gioco, paradossalmente, potrebbero essere tutti coloro che adottano una tattica di gestione dello scambio, senza necessariamente forzare.
Contrariamente ai bombardieri che tirano sempre e comunque, essi impostano il palleggio da fondo campo cercando di muovere l’avversario il più possibile per poi avere la palla buona da chiudere.
I creatori di gioco, normalmente, badando alla costruzione del punto, mirano più alla strategia che non all’esplosività del colpo.

Monica Niculescu: giocatrice atipica (dritto slice e rovescio bimane in top)
I cosiddetti “incontristi”, giocatori che vanno incontro alla palla e riescono a giocare bene in corsa, sono piuttosto ricorrenti, a qualsiasi livello di gioco.
Esempi noti di incontristi nel circuito ATP sono Gael Monfils, Lleyton Hewitt e l’ex tennista americano James Blake, giocatori che spesso danno e davano il meglio di sè, proprio se spostati, costretti a rincorrere la palla. Monfils, in particolare, esegue dei vincenti magistrali in spaccata, in recupero e in posizioni defilate del campo.
Il Lleyton Hewitt di dieci anni fa, era capace di ribaltare l’inerzia degli scambi mettendo a segno dei passanti da due metri fuori dal campo.
James Blake accelerava con il dritto in corsa in maniera impressionante, proprio quando veniva messo sotto pressione dall’avversario.
Ci sono poi giocatori molto forti in fase di risposta, degli autentici muri da fondo campo come Rafael Nadal, Andy Murray e Novak Djokovic che sono considerati alcuni tra i ribattitori e contrattaccanti più forti di sempre.
Il ribattitore è il giocatore provvisto di una risposta eccezionale, spesso più efficace del proprio servizio. Il suo gioco di gambe da fondo campo gli consente di realizzare recuperi straordinari e di godere di una solidità pazzesca.
Andy Murray, in particolare, è definito un attendista perchè è un giocatore che aspetta le mosse dell’avversario per poi contrattaccare o indurlo all’errore.
Le tipologie di giocatore sono molteplici, come già accennato. Non ce n’è una migliore dell’altra o una che prevalga sull’altra, anche perchè nella storia del tennis ci sono stati numeri 1 con un gioco completamente diverso l’uno dall’altro: giocatori serve & volley come Sampras, grandi risponditori del calibro di Agassi, passando per campioni in grado di giocare tutti i colpi come Federer, arrivando a grandi ribattitori come Djokovic.
Nel tennis, che è un gioco prevalentemente psicologico, vince chi tiene di più la palla in campo ed è capace di osare nei momenti opportuni.
Federico Bazan © produzione riservata
Bel lavoro Fede!!! Tu che tipo di tenniste sei invece?
Grazie jamiroquay! Mi fai una domanda molto interessante…
Tennista è un complimento anche perchè gioco da soli tre anni e sono, per il momento, un 4.6 con un best ranking da 4.5 (la quarta categoria è la più bassa, a partire dagli NC = non classificati fino ad arrivare ai 4.1, poi c’è la terza e così via fino alla prima).
Il mio tennis è basato prevalentemente sulle rotazioni in top spin. Mi piace tenere lo scambio da fondo campo cercando, quanto possibile, la regolarità durante il palleggio.
Poi tutto dipende molto dalla bravura dell’avversario. Se l’avversario è più scarso giocherò in attacco; se più bravo, tendenzialmente in difesa.
Mi piace, comunque, giocare la palla cercando di comandare lo scambio ma senza forzare. Diciamo che, tra le tipologie di giocatore citate nell’articolo, mi definisco un creatore di gioco.
Pingback: Qual é il tuo stile di gioco? Che giocatore sei? - Tennistalker • Tennis Talker