
78esimo titolo in carriera e primo del 2014 per Roger Federer
Dopo un 2013 negativo in termini di risultati nel quale Federer è riuscito ad aggiungere al bottino di conquiste solo l’Atp 250 di Halle, il 2014 per lo svizzero si riapre nel migliore dei modi con gli Australian Open dove ha raggiunto la semifinale perdendo da Rafael Nadal e con la vittoria dell’Atp 500 di Dubai, entrambi tornei in cui l’elvetico ha dimostrato di poter competere fisicamente ad alti livelli nonostante i 33 anni di età e nei quali ha fatto vedere tutto il suo repertorio tennistico, quello che per buona parte del 2013 è mancato a causa di una forma fisica poco brillante e del cambio di racchetta. Federer sembra esser risorto in tutto il suo splendore tennistico e lo spiega il fatto che ha estromesso dapprima il numero 2 del mondo Novak Djokovic in semifinale e poi Tomas Berdych nell’ultimo atto del torneo arabo.
La partita ha visto lo svizzero perdere il primo parziale 6-3 così come lo aveva perso contro il serbo e poi rimontare ad entrambi un set fino a conquistare la vittoria.
Tomas Berdych ha ancora una volta riscontrato difficoltà non indifferenti nel giocare la finale di un torneo come quello di Dubai nonostante peraltro un vantaggio iniziale piuttosto netto su Federer, il quale era indietro di un set e di un game nel secondo parziale. Difficoltà del ceco testimoniate, non a caso, da un bilancio di finali negativo: 9 vinte e 12 perse.

La frustrazione di Berdych nella finale contro Federer
Berdych è uno dei pochi giocatori se non l’unico ad essere un top ten da almeno 2 anni consecutivi malgrado il suo penultimo torneo vinto sia datato ottobre 2012 e l’ultimo febbraio 2014, quindi a distanza di quasi un anno e mezzo; questo perchè il ceco colleziona tante vittorie nelle partite di ogni torneo ma fa sempre molta fatica ad arrivare fino in fondo; com’è spesso accaduto nella sua carriera, e l’Atp di Dubai ne è un esempio calzante, Berdych ha perso finali nelle quali si trovava avanti di un set e di un break o partite anche alla sua portata come quella di Winston-Salem contro Isner o quella di Marsiglia contro Tsonga, match nei quali Berdych conduceva l’incontro per un buon set e mezzo apparentemente senza problemi.
Per quanto riguarda il campione di Basilea, adilà del rendimento ottimale e delle giocate alla Federer che non passano mai inosservate, ciò che ha colpito dell’ex numero 1 del mondo è stata la capacità di ribaltare l’inerzia della partita e degli scambi: non di rado si sono visti passanti fulminanti di dritto e di rovescio da due metri fuori dal campo quando il punto era nelle mani dell’avversario e quando lo svizzero si trovava in difesa. Sia Djokovic che Berdych si presentavano a rete quando trovavano angoli penetranti ed interessanti, ma contro un Federer così ispirato, era difficile se non impossibile ottenere il punto con una volèe vincente.
Grazie alla vittoria dell’Atp 500 di Dubai, lo svizzero si aggiudica il settantottesimo titolo in carriera confermando l’ottimo periodo di forma stagionale. Chissà se Federer continuerà ad entusiasmare i suoi fan con qualche altra straordinaria prova tennistica e arrivare così a quota 80 titoli in carriera…
Federico Bazan © produzione riservata