Archivi tag: Scuole tennis Roma

Esclusiva: intervista a Mauro Caruso, Maestro Nazionale e Fiduciario della FIT

– Giocatore, Maestro Nazionale e Fiduciario della FIT. Partiamo dalle origini: come ti sei avvicinato al tennis per la prima volta?

– Ormai parliamo di oltre 40 anni fa. All’età di 10 anni ricordo di aver sostituito un mio amico che giocava con il papà. In quella occasione impugnai la racchetta per la prima volta e riuscii a prendere sempre la palla. Da lì è nata una passione che coltivo ancora oggi e che cresce giorno dopo giorno.


– Giocando a tennis per tanti anni e classificandoti, hai deciso poi di diventare Istruttore. Quale percorso hai intrapreso per arrivare ad essere Maestro Nazionale?

– Avevo circa 16 anni quando Enrico Biancotto, uno dei miei Maestri che ricordo con tanto affetto e che purtroppo non c’è più, mi chiese di fare delle sostituzioni con i bimbi più piccoli. Cominciai così: mi sentivo a mio agio a fare il Maestro e, da lì a poco tempo, capii che sarebbe diventato il mio lavoro. Ormai è dal 1989 che svolgo quest’attività a tempo pieno e ogni giorno non è mai uguale all’altro.
Ho seguito tutto il percorso da Istruttore di primo e secondo grado, per poi diventare, nel 2001, Maestro Nazionale per la Federazione Italiana Tennis. Sono inoltre Professional PTR (acronimo di Professional Tennis Registry) da oltre 20 anni, una Associazione di insegnanti di tennis internazionale molto interessante e produttiva per noi Maestri. Dal 2015, sono Fiduciario per la Federazione Italiana Tennis.

La mia foto con il Maestro e Fiduciario della FIT, Mauro Caruso, al Forum Sport Center di Roma


– Che tipo di programmazione è necessaria per organizzare nel modo migliore le attività di una scuola tennis?

– La programmazione è molto importante per far crescere una scuola tennis; è un aspetto che meriterebbe un lungo discorso. Il nostro programma viene diviso in: annuale, con obiettivi generali che vengono condivisi anche con i genitori; mensile e settimanale, con obiettivi sempre più specifici. Gli allievi vengono suddivisi per fascia di età e capacità, in categorie denominate secondo il Sistema Italia: delfino, cerbiatto, coccodrillo e canguro.
Inoltre, la programmazione giornaliera di una scuola tennis si basa sul Game Based Approach, un metodo che prevede una situazione iniziale aperta, più tattica, seguita da una situazione chiusa più tecnica, dove si cerca di individualizzare l’allenamento per ogni allievo. L’ultima fase del Game Based Approach consiste in una nuova situazione aperta, dove vengono analizzate e migliorate eventuali problematiche sorte nell’allenamento. Infine, parte integrante della programmazione sono le amichevoli tra i circoli e tutte quelle attività promozionali che aiutano gli allievi a sviluppare un senso di appartenenza alla scuola tennis.

– Ci sono Maestri che investono sul proprio tennis senza però affacciarsi in altre realtà e venire a contatto con persone nuove. Rimangono nel proprio “orto”, consapevoli del fatto che conoscere altri Istruttori non sia indispensabile per la propria crescita professionale. Invece tu sei l’esempio di come un insegnante di tennis possa arricchirsi ed arricchire gli altri attraverso le pubbliche relazioni. Quanto ritieni sia importante rimanere in contatto con i Maestri e ampliare la rete di conoscenze?

– Direi che è fondamentale arricchirsi e aggiornarsi sempre, anche attraverso il continuo confronto con gli altri Maestri, qualora sia possibile. Ma anche gli stessi allievi possono insegnarci molto.
Il lavoro di squadra è importante: integra le capacità di ognuno, in modo da raggiungere obiettivi condivisi e permettere la crescita tennistica degli allievi. La sinergia tra i Maestri aiuta inoltre a risolvere problematiche e superare ostacoli che possono emergere nella quotidianità di una scuola tennis.


– Arriviamo al presente. Oltre a fare lezioni, gestire i corsi e la scuola tennis del Forum Sport Center, sei Fiduciario presso l’Istituto di Formazione Roberto Lombardi. In cosa consiste questa figura professionale?

– In Italia siamo 155 Fiduciari; ci chiamano “talent scout” perché cerchiamo i nuovi talenti tra gli under 8-9-10 che poi ogni anno partecipano alla Coppa delle Province, di cui Roma è campione nazionale in carica. Dobbiamo organizzare i raduni degli stessi under, chiamati Junior Club Italia, per i campioni di domani. Ci occupiamo del riconoscimento di tutte le scuole tennis e di promuovere i progetti federali, quali il FIT Junior Program e i Campionati Promo, sistemi volti a stimolare l’attività degli allievi non agonisti all’interno delle scuole tennis. Inoltre la FIT ha introdotto, in collaborazione con la FITeT e la FIPT, il progetto “Racchette in Classe” attraverso il quale promuoviamo la pratica del tennis nelle scuole elementari. Noi Fiduciari, in sostanza, siamo l’anello di congiunzione tra i Maestri, le Scuole Tennis e la Federazione Italiana Tennis.

– E, infine, i progetti da qui ai prossimi anni nel mondo del tennis. Sei alla ricerca di nuovi obiettivi?

– In questo momento così particolare l’attenzione è rivolta principalmente al benessere psicofisico. Dal punto di vista professionale mi auguro di prolungare la mia esperienza al Forum Sport Center, in modo da contribuire, insieme alla mia équipe, alla crescita tennistica dei sempre più numerosi allievi. Il mondo del tennis cresce ogni anno sempre di più e, per un Maestro come me, è importante far divertire e far avvicinare sempre più persone a questo bellissimo sport.

Federico Bazan © produzione riservata

Esclusiva: intervista a David Dente, Maestro Nazionale del Centro Sportivo Villa Flaminia

Il Maestro Nazionale David Dente del CS Villa Flaminia

– Qual è stato il percorso che hai seguito per diventare Maestro Nazionale?

– Ho giocato a tennis a livello agonistico fino ai 18 anni. Mio padre era iscritto in un circolo, dove mi capitava spesso di palleggiare con alcuni soci. Mi piaceva dare, ad ognuno di loro, dei consigli tecnici sui colpi; in quei momenti passati in campo, ricordo che nutrivo il desiderio di diventare, un giorno, Maestro di tennis.
Nel ’96 ho fatto il corso di Istruttore Regionale; superato l’esame di Istruttore, chi voleva, poteva accedere al corso di Maestro Nazionale. Ho continuato quel percorso conseguendo la qualifica di Maestro Nazionale e facendo i centri estivi a Pievepelago e a Sestola. Nel ’98 ho cominciato a lavorare al Centro Sportivo Villa Flaminia, affiancando, per un anno, l’ex Direttore della scuola tennis, Enrico Sellan, che avrebbe cambiato circolo da lì a breve. Dopo la sua uscita, ho preso in mano io la direzione della scuola
tennis.

– Sei il Direttore Tecnico del settore tennis all’interno del Centro Sportivo Villa Flaminia. Quali sono, dal tuo punto di vista, gli elementi necessari affinché una scuola tennis sia efficiente?

– Gli elementi affinché una scuola tennis funzioni sono diversi: prima di tutto, i Maestri devono essere riconosciuti dalla Federazione Italiana Tennis e seguire, negli anni, i vari corsi di aggiornamento per rimanere sempre informati sulle nuove direttive dell’Istituto Superiore di Formazione Roberto Lombardi.
É importante, poi, che ci sia uno spirito di collaborazione tra i colleghi del settore. I Maestri, che insegnano nella stessa scuola tennis, devono: rendersi disponibili per favorire una crescita umana e tecnica degli allievi attraverso l’utilizzo dei materiali didattici (palle orange, mid, racchette, cinesini, tubi, ecc.); agevolarne la raccolta delle palle al termine dei cesti; cooperare tempestivamente affinché i campi siano in perfette condizioni ad ogni cambio dell’ora.
Il dialogo tra i Maestri, tra l’altro, è utile per scegliere la suddivisione dei gruppi prima dell’inizio di una lezione e per proporre le modalità di esercizi in base all’età e al livello di gioco degli allievi.
Infine, una qualsiasi scuola tennis si fonda sulla struttura che il circolo mette a disposizione nella sua totalità: oltre ai campi da tennis, le palestre e gli spazi all’aperto per incentivare l’attività motoria dei ragazzi.

Da sinistra a destra della foto: Gabriele Argentieri (preparatore atletico), David Dente (Maestro Nazionale e Direttore Tecnico della scuola tennis), Francesco Felici (Istruttore di secondo grado) e Federico Bazan (Istruttore di primo grado)


– Che obiettivi hai riguardo alla crescita dei tuoi allievi?

– L’aspirazione principale, come penso valga per la maggior parte dei Maestri, è quella di far diventare gli allievi della scuola tennis dei piccoli giocatori, fornendo loro gli strumenti tecnici adeguati e i principi sani che lo sport insegna. Bisogna aggiungere che la crescita di una ragazza o di un ragazzo dipenda anche da altri fattori: una passione ininterrotta per il tennis, un allenamento costante negli anni, una famiglia alle spalle che supporti il bambino e che sia disposta ad accompagnarlo in giro nei vari tornei. Oltre alla qualità del Maestro, bisogna avere anche una buona dose di fortuna, in quanto non tutti i ragazzi che si allenano con criterio e con impegno riescono a raggiungere gli stessi traguardi.
Per quanto riguarda gli obiettivi, il Centro Sportivo Villa Flaminia si prefigge di far giocare e far divertire i bambini attraverso la pratica sportiva; noi dello staff ci impegniamo ad insegnare a tutti gli allievi una tecnica di gioco adatta a facilitare l’apprendimento del tennis, senza, allo stesso tempo, tralasciare l’aspetto ricreativo, sotto forma di gare, giochi a squadre, tornei e tutte le attività indette dal Comitato Regione Lazio.


Nell’immaginario collettivo, il Maestro di tennis è la figura professionale che trascorre la propria vita sui campi; chi non è del settore, potrebbe considerarlo un lavoro monotono. In realtà, un Maestro di tennis sperimenta esperienze nuove e stimolanti. I tuoi oltre 20 anni di lavoro lo possono testimoniare?

– Le esperienze che ho vissuto in campo con gli allievi sono state e sono, tutt’ora, sempre diverse e mai ripetitive. Questo perché ognuno di loro, presentando delle differenze di carattere e di approccio al tennis, dovrebbe ricevere, singolarmente, indicazioni mirate in base ai difetti tecnici che lo limitano nel raggiungimento di un determinato risultato. Quello che un Maestro può fare, è cercare di migliorarsi ogni volta a favore della crescita dell’allievo, adulto o bambino che sia.


– E infine ti chiedo di raccontare ai lettori de “Il Mondo del Tennis” alcuni dei ricordi più belli che la nostra professione ti ha regalato e che, tornando indietro negli anni, rivivresti con lo stesso entusiasmo.

– I ricordi belli sono tanti: come giocatore, sicuramente le trasferte dei campionati a squadre, l’amicizia che mi ha legato ai compagni di squadra, i tornei e le partite che ho giocato. Come Maestro, i bambini che ho avviato al tennis e che oggi, a distanza di anni, rivedo diventati grandi e che continuano a giocare. Ma anche tutti i colleghi di altri circoli che, ogni tanto, mi chiamano e mi dicono: “Maestro David, grazie per aver dato una buona impostazione tecnica ai ragazzi che alleno”. Queste sono solo alcune delle gioie che il tennis mi ha regalato.

Federico Bazan © produzione riservata