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Esclusiva: intervista a David Dente, Maestro Nazionale del Centro Sportivo Villa Flaminia

Il Maestro Nazionale David Dente del CS Villa Flaminia

– Qual è stato il percorso che hai seguito per diventare Maestro Nazionale?

– Ho giocato a tennis a livello agonistico fino ai 18 anni. Mio padre era iscritto in un circolo, dove mi capitava spesso di palleggiare con alcuni soci. Mi piaceva dare, ad ognuno di loro, dei consigli tecnici sui colpi; in quei momenti passati in campo, ricordo che nutrivo il desiderio di diventare, un giorno, Maestro di tennis.
Nel ’96 ho fatto il corso di Istruttore Regionale; superato l’esame di Istruttore, chi voleva, poteva accedere al corso di Maestro Nazionale. Ho continuato quel percorso conseguendo la qualifica di Maestro Nazionale e facendo i centri estivi a Pievepelago e a Sestola. Nel ’98 ho cominciato a lavorare al Centro Sportivo Villa Flaminia, affiancando, per un anno, l’ex Direttore della scuola tennis, Enrico Sellan, che avrebbe cambiato circolo da lì a breve. Dopo la sua uscita, ho preso in mano io la direzione della scuola
tennis.

– Sei il Direttore Tecnico del settore tennis all’interno del Centro Sportivo Villa Flaminia. Quali sono, dal tuo punto di vista, gli elementi necessari affinché una scuola tennis sia efficiente?

– Gli elementi affinché una scuola tennis funzioni sono diversi: prima di tutto, i Maestri devono essere riconosciuti dalla Federazione Italiana Tennis e seguire, negli anni, i vari corsi di aggiornamento per rimanere sempre informati sulle nuove direttive dell’Istituto Superiore di Formazione Roberto Lombardi.
É importante, poi, che ci sia uno spirito di collaborazione tra i colleghi del settore. I Maestri, che insegnano nella stessa scuola tennis, devono: rendersi disponibili per favorire una crescita umana e tecnica degli allievi attraverso l’utilizzo dei materiali didattici (palle orange, mid, racchette, cinesini, tubi, ecc.); agevolarne la raccolta delle palle al termine dei cesti; cooperare tempestivamente affinché i campi siano in perfette condizioni ad ogni cambio dell’ora.
Il dialogo tra i Maestri, tra l’altro, è utile per scegliere la suddivisione dei gruppi prima dell’inizio di una lezione e per proporre le modalità di esercizi in base all’età e al livello di gioco degli allievi.
Infine, una qualsiasi scuola tennis si fonda sulla struttura che il circolo mette a disposizione nella sua totalità: oltre ai campi da tennis, le palestre e gli spazi all’aperto per incentivare l’attività motoria dei ragazzi.

Da sinistra a destra della foto: Gabriele Argentieri (preparatore atletico), David Dente (Maestro Nazionale e Direttore Tecnico della scuola tennis), Francesco Felici (Istruttore di secondo grado) e Federico Bazan (Istruttore di primo grado)


– Che obiettivi hai riguardo alla crescita dei tuoi allievi?

– L’aspirazione principale, come penso valga per la maggior parte dei Maestri, è quella di far diventare gli allievi della scuola tennis dei piccoli giocatori, fornendo loro gli strumenti tecnici adeguati e i principi sani che lo sport insegna. Bisogna aggiungere che la crescita di una ragazza o di un ragazzo dipenda anche da altri fattori: una passione ininterrotta per il tennis, un allenamento costante negli anni, una famiglia alle spalle che supporti il bambino e che sia disposta ad accompagnarlo in giro nei vari tornei. Oltre alla qualità del Maestro, bisogna avere anche una buona dose di fortuna, in quanto non tutti i ragazzi che si allenano con criterio e con impegno riescono a raggiungere gli stessi traguardi.
Per quanto riguarda gli obiettivi, il Centro Sportivo Villa Flaminia si prefigge di far giocare e far divertire i bambini attraverso la pratica sportiva; noi dello staff ci impegniamo ad insegnare a tutti gli allievi una tecnica di gioco adatta a facilitare l’apprendimento del tennis, senza, allo stesso tempo, tralasciare l’aspetto ricreativo, sotto forma di gare, giochi a squadre, tornei e tutte le attività indette dal Comitato Regione Lazio.


Nell’immaginario collettivo, il Maestro di tennis è la figura professionale che trascorre la propria vita sui campi; chi non è del settore, potrebbe considerarlo un lavoro monotono. In realtà, un Maestro di tennis sperimenta esperienze nuove e stimolanti. I tuoi oltre 20 anni di lavoro lo possono testimoniare?

– Le esperienze che ho vissuto in campo con gli allievi sono state e sono, tutt’ora, sempre diverse e mai ripetitive. Questo perché ognuno di loro, presentando delle differenze di carattere e di approccio al tennis, dovrebbe ricevere, singolarmente, indicazioni mirate in base ai difetti tecnici che lo limitano nel raggiungimento di un determinato risultato. Quello che un Maestro può fare, è cercare di migliorarsi ogni volta a favore della crescita dell’allievo, adulto o bambino che sia.


– E infine ti chiedo di raccontare ai lettori de “Il Mondo del Tennis” alcuni dei ricordi più belli che la nostra professione ti ha regalato e che, tornando indietro negli anni, rivivresti con lo stesso entusiasmo.

– I ricordi belli sono tanti: come giocatore, sicuramente le trasferte dei campionati a squadre, l’amicizia che mi ha legato ai compagni di squadra, i tornei e le partite che ho giocato. Come Maestro, i bambini che ho avviato al tennis e che oggi, a distanza di anni, rivedo diventati grandi e che continuano a giocare. Ma anche tutti i colleghi di altri circoli che, ogni tanto, mi chiamano e mi dicono: “Maestro David, grazie per aver dato una buona impostazione tecnica ai ragazzi che alleno”. Queste sono solo alcune delle gioie che il tennis mi ha regalato.

Federico Bazan © produzione riservata