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Rafael Nadal torna il cannibale di un tempo: chiude la stagione estiva vincendo il Roland Garros e gli US Open

Nadal

Un Rafael Nadal così convincente sul cemento americano non lo si vedeva dal 2013, anno nel quale il maiorchino, nell’atto conclusivo degli US Open, liquidò nettamente l’allora numero 1 del ranking ATP, Novak Djokovic.
In pochi, quest’anno, si sarebbero aspettati, prima dell’inizio del torneo, che il tennista di Manacor potesse trionfare in maniera così agevole a Flushing Meadows, in considerazione delle precedenti uscite di scena nel 2015 e nel 2016, dove Nadal non superò il terzo turno (2015) e gli ottavi di finale (2016).

Sono da evidenziare due fattori che hanno, se non totalmente, almeno in parte semplificato il compito all’iberico di vincere il torneo: il primo dato è che nessuno degli avversari incontrati dallo spagnolo nel tabellone era un top 20. Questo vuol dire che Nadal, da attuale numero 1 del ranking ATP, ha pescato tre avversari fuori dai primi 50 del mondo (Lajovic, Daniel e L. Mayer) e due fuori dai primi 30 (Rublev e Anderson).
L’unico giocatore che in tutto il torneo, per tipologia di gioco, avrebbe potuto creare problemi al tennis di Nadal, sul veloce, era proprio Juan Martin Del Potro, ex numero 4 del mondo, vincitore degli Us Open nel 2009; ma, a parte l’argentino, che pure ha perso da Nadal con onore, nessun altro avversario incontrato dall’iberico è riuscito realmente ad impensierire il campione di Manacor nel corso del torneo, sia per il divario di esperienza nelle prove del Grande Slam con gli altri giocatori, sia per la differenza netta in termini di gioco e di classifica tra lo stesso Nadal e i vari Lajovic, Daniel, L. Mayer, Rublev e Anderson.
Il secondo fattore che ha consentito al campione iberico di arrivare indisturbato alla vittoria nella finale contro Anderson è legato alle grandi assenze rappresentate dall’ex numero 1 del mondo, Andy Murray, che si è ritirato per problemi all’anca; dal due volte vincitore degli US Open nel 2011 e nel 2015, Novak Djokovic, che riprenderà l’attività nel 2018, a causa di un infortunio al gomito; dal forfait di Stanislas Wawrinka che non ha partecipato al torneo per problemi al ginocchio.
Murray, Djokovic e Wawrinka, non a caso, sono quei tre giocatori che, oltre ad avere il ranking per competere contro Nadal, in passato hanno vinto gli US Open; se avessero partecipato a questa edizione, probabilmente per Nadal sarebbe cambiato qualcosa…
Ciò non toglie comunque le prestazioni maiuscole dell’iberico durante tutto l’arco della manifestazione. Da menzionare le due vittorie sul giovane talento russo Andrej Rublev, in fase di crescita prorompente, e su un rinato Juan Martin Del Potro che, a scanso di infortuni, potrà finalmente avere la possibilità di tornare un top ten.
Facendo un’analisi più tecnica, c’è da dire che Nadal ha concesso le briciole agli avversari, giocando un tennis aggressivo e concreto. Si è infatti visto un Rafa molto propositivo, e non solo da fondo campo: discese a rete, volée e passanti sono state alcune tra le soluzioni vincenti adottate dallo spagnolo in più occasioni. Questa propositività la si è vista specialmente nella finale contro Kevin Anderson, nella quale il maiorchino ha cercato spesso la via della rete, zona del campo dove è migliorato in maniera esponenziale nel corso degli anni.

Con il trionfo di Nadal agli US Open, il campione iberico accorcia le distanze su Roger Federer nella conquista dei trofei del Grande Slam. Nadal arriva, infatti, a quota 16 sigilli, a fronte dei 19 dello svizzero. La sfida relativa al palmarès è dunque ancora aperta tra i due storici rivali di questo sport, tenendo conto del vantaggio di 3 tornei del Grande Slam che Federer può vantare su Nadal, sebbene sia da sottolineare che lo spagnolo ha a disposizione, rispetto a Federer, più tempo per imporsi negli appuntamenti di maggiore prestigio, essendo più giovane dello svizzero di 5 anni.
Il dominio di Federer e Nadal nel 2017 con due Slam per parte (AO e Wimbledon per Federer e Roland Garros e US Open per Nadal) lascia presagire una lungaggine non ininfluente per le stelle emergenti del circuito ATP: le “Next Generation” avranno piùRafael Nadal US Open possibilità di riuscita nel momento in cui si chiuderanno le carriere di due campioni eterni come Federer e Nadal e, con queste, il ritiro graduale dal circuito di altri grandi interpreti: Djokovic, Murray, Wawrinka e Del Potro. Ma la favola dei senza tempo non è ancora finita: dopo la seconda giovinezza del Re Roger Federer, sta tornando affamato anche il Cannibale, Rafael Nadal, pronto a difendere la prima piazza, pronto ad azzannare l’ennesimo trofeo.

Federico Bazan © produzione riservata