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La mia esperienza al centro estivo di Scoglitti

L’Athena Resort di Scoglitti è un residence che ospita uno dei centri estivi della Federazione Italiana Tennis e Padel per ragazzi e bambini, in una location immersa nel verde, vicino a Marina di Ragusa. La struttura offre 7 campi da tennis, di cui 4 in cemento e 3 in erba sintetica, oltre a disporre di numerose altre attività che i ragazzi possono praticare durante il periodo estivo: tennis, ma anche calcetto, basket, baseball, piscina, giochi di animazione e serate con la musica. Il tutto, sotto la supervisione di istruttori e animatori che seguono un planning prestabilito per ogni giornata.
Ma cosa significa, per una famiglia, regalare una vacanza ai propri figli in una struttura così attrezzata e all’avanguardia come l’Athena Resort di Scoglitti? Il residence è rinomato per essere una delle locations di punta della Federazione Italiana Tennis e Padel, uno dei centri estivi per eccellenza selezionati dall’Istituto di Formazione Roberto Lombardi per formare gli Istruttori di tennis e padel, accompagnandoli in un percorso qualificato di crescita ed esperienza in campo e fuori dal campo. Ed è soprattutto un contesto nel quale, ogni anno, partecipano numerosi ragazze e ragazzi da tutta Italia, avviati ed impostati a livello tecnico nei rispettivi circoli di appartenenza, molti dei quali già attivi negli eventi regionali, come la Coppa delle Province, i trofei Kinder e i Campionati giovanili di categoria. Di questi allievi, alcuni sono già osservati dai Fiduciari della Federazione Italiana Tennis e Padel, per le loro qualità tecniche e coordinative.

Entrando nel merito e parlando della mia esperienza di una settimana nel centro estivo come tirocinante Istruttore di secondo grado, posso dire di aver migliorato le mie conoscenze su come impostare una lezione di tennis, in base alle competenze e alle età degli allievi.
L’Istituto di Formazione Roberto Lombardi organizza, per i tirocinanti istruttori e i maestri che partecipano al centro estivo, delle lezioni con “una struttura a clessidra”: il maestro accoglie gli allievi in campo nei primissimi minuti, mettendoli nella condizione ideale di cominciare a giocare; introduce una fase di attivazione motoria con l’hand tennis (lancio della pallina con la mano) o in palleggio con la racchetta, in base alle loro competenze; propone una fase aperta della lezione richiamando quelli che sono gli obiettivi del giorno (per esempio sviluppare nell’allievo delle qualità di attaccante da fondo campo oppure di contro attaccante, piuttosto che di giocatore serve and volley), attraverso punti con dei vincoli specifici (come, ad esempio, tirare un vincente, scendere a rete, oppure provare un colpo di approccio); interviene nella fase centrale della lezione sulla tecnica degli allievi, correggendoli attraverso esercizi dal cesto o con la mano; infine, chiude la lezione con dei punti, ricordando loro la modalità di giocatore presa in esame durante la lezione.

Un secondo aspetto che mi porto dietro da questa esperienza, oltre al lato meramente tecnico della professione di istruttore, è il rapporto umano instaurato con le singole persone che hanno fatto parte di un grande gruppo, di una grande famiglia. Ognuno di loro ha ricoperto un ruolo all’interno del centro estivo, volto al funzionamento della macchina organizzativa. Il senso di unità e di amicizia con gli altri maestri tirocinanti è stata la chiave che mi ha consentito di vivere una settimana di lavoro in modo leggero e performante. Gli allievi maestri nazionali si sono impegnati per tutto il periodo del tirocinio a fornire agli istruttori di primo e secondo grado le indicazioni essenziali per impostare la lezione del giorno in campo, mostrando competenza e, soprattutto, grande coesione.
Senza dimenticare, il rapporto che lega noi maestri agli allievi: non è solo uno scambio nel quale si parla su come provare a superare delle difficoltà tecniche, tattiche e mentali durante il gioco, ma è una connessione nella quale non manca l’empatia verso i ragazzi e il ricordo dei momenti trascorsi insieme. I bambini arrivano nel centro estivo avvertendo, chi più chi meno, la lontananza da casa e il distacco dai genitori, ma finiscono il periodo di soggiorno nel residence con l’idea di non volersene più andare.
La possibilità di lavorare in un tirocinio della Federazione Italiana Tennis e Padel consente all’istruttore, da un lato, di acquisire nozioni nuove per migliorare la sua professione, mentre, dall’altro, di fargli vivere dei momenti di condivisione con le persone che partecipano al centro estivo.

Federico Bazan © produzione riservata

Perché iscriversi alla Scuola Tennis del Circolo Antico Tiro A Volo

Il Circolo romano Antico Tiro A Volo è uno dei Club di tennis con più storia nella capitale, a partire dal lontano 1893. Situato in via Eugenio Vajna, nel quartiere Parioli, vanta un’ampia struttura con diverse attività sportive da poter praticare, tra le quali tennis, padel, nuoto, fitness e calcetto. È un circolo caratteristico, non solo per la storia del tiro al piccione e delle Olimpiadi del ’60 a Roma, ma anche per l’estendersi di un vasto giardino, immerso nel verde, con una vista suggestiva dall’alto sulla città. La Club House conserva, ancora oggi, un fascino secolare, pur non rinunciando alla modernità dell’impianto e delle attrezzature sportive.


La Scuola Tennis, gestita da Adriano Albanesi, Direttore Tecnico e Coach di esperienza internazionale, prevede dei corsi suddivisi per età, dai 5 ai 18 anni, e fasi tecniche dell’apprendimento di ciascun allievo: minitennis, pre-perfezionamento, perfezionamento, specializzazione e allenamento. Il team, con a capo Albanesi, è composto dai maestri: Federico Bazan, Carlos Rodriguez, Stefano Luzzi, Andrea Romeo e la preparatrice atletica Monica Gasbarro.
I motivi validi per cui iscriversi alla scuola tennis (SAT e corsi adulti) de l’Antico Tiro A Volo, sono numerosi: la segreteria sportiva è a disposizione delle famiglie relativamente a comunicazioni e a richieste di giorni, orari e recuperi per i propri figli. Nella quota annuale, è compreso un kit Australian di primissima qualità per ogni corsista (per vedere i capi d’abbigliamento, guarda la foto dei maestri alla fine dell’articolo).
Il circolo ha un parcheggio interno dove sostare, così da poter accompagnare più facilmente i bambini e i ragazzi a lezione. Offre 4 campi in terra battuta, tenuti in ottimo stato e rifatti periodicamente una volta all’anno in occasione del torneo femminile ITF da 60 mila dollari, nel mese di luglio. I campi de L’Antico Tiro A Volo hanno il vantaggio, non così comune in altri circoli, di assorbire molto bene l’acqua, attraverso un efficace sistema di drenaggio. Quindi, durante le stagioni autunnali e invernali, si riesce a giocare nel giro di poco tempo, qualora smetta di piovere.


I maestri decidono, ogni settimana, la programmazione degli esercizi, rinnovandola di continuo: i corsisti hanno modo, durante l’anno, di allenare tutti i colpi e i diversi spostamenti che il tennis di oggi richiede. Una delle opzioni a vantaggio degli iscritti, oltre alla varietà continua delle esercitazioni, è la possibilità per gli stessi di scegliere una formula mono o bisettimanale, in base ai propri impegni.
Sono inoltre previsti degli allenamenti extra, su richiesta del corsista che voglia recuperare dei giorni di lezione persi. A tal proposito, i Maestri Nazionali Adriano Albanesi e Lucio Luciani organizzano un planning, inserendo i corsisti anche in altri giorni, in base alle richieste, con un rapporto in campo sempre di 1 a 3 o, al massimo, di 1 a 4 (maestro e allievi).
Il corso adulti, definito “Gladiators Training” (per scoprire meglio di cosa si tratta, clicca qui), si svolge dal lunedì al venerdì tra le 19:30 e le 21:00, per i livelli principiante e intermedio. Il lunedì e il mercoledì vi sono anche due slot ad ora di pranzo dalle 13:00 alle 14:30, nei quali il livello è avanzato.
Mentre in altri circoli ci si ferma durante le festività, al Circolo Antico Tiro A Volo si continua: dal 27 al 30 dicembre e dal 3 al 5 gennaio la scuola tennis è regolarmente aperta per lo svolgimento delle attività, così come dopo la chiusura delle scuole e degli istituti, nel mese di giugno. Quando i ragazzi terminano l’anno scolastico, la scuola tennis offre ai corsisti almeno metà mese di recuperi fino al primo luglio. Quindi, chi dei ragazzi non avesse avuto la possibilità di giocare in determinati giorni durante l’anno, per impegni, pioggia, influenza o altri motivi, può fare lezione nei giorni previsti. Lo stesso discorso vale per il corso adulti.

Lo Staff tecnico de L’Antico Tiro A Volo in occasione del torneo natalizio della scuola tennis. Da sinistra a destra della foto: Andrea Romeo, Stefano Luzzi, Federico Bazan e Adriano Albanesi

Perché quindi iscriversi alla Scuola Tennis o al “Gladiators” de l’Antico Tiro A Volo? Perché si è seguiti da un team di professionisti attenti alla crescita tecnica e umana dei propri allievi, in un clima di divertimento e di allenamento intensivo. E perché si gioca per 10 mesi all’anno, senza fare mai panchina. Provare per credere.

Foto di: Federico Bazan, Autore de Il Mondo del Tennis, e Marco Lori Photographer

Federico Bazan © produzione riservata

Guida al Museo Xperience Rafa Nadal

Il Museo Xperience si trova dentro alla Rafa Nadal Academy e si divide su due piani. L’entrata al pubblico è disponibile dalle 10:00 di mattina fino al pomeriggio e il biglietto d’ingresso costa nove euro. La visita dura circa un’ora, ma ci si può trattenere per fare delle foto ed osservare tutto nel minimo dettaglio.
Il Museo è dedicato alle vittorie, ai trofei e ai record del campione spagnolo. Ma non solo. Ci sono, ben custodite all’interno di un vetrina, le racchette originali dei tennisti del passato, da Rod Laver e Manolo Santana, passando per John McEnroe, Stefan Edberg, Boris Becker fino ai campioni odierni; di queste, si può apprezzare l’evoluzione dei telai e dei materiali negli anni, in base al periodo storico nel quale sono stati usati.
Nel Museo è possibile fermarsi a guardare dei video in modalità touch screen dove sono visibili i punti più belli di Nadal nei tornei maggiori; è possibile, inoltre, giocare a tennis in 3D, colpendo una pallina con una racchetta immaginaria, per spedirla sopra alla rete in una zona del campo scelta dal computer; oppure fare il giudice di linea gareggiando con un avversario in contemporanea per decretare se la palla tocchi la riga oppure sia fuori.

All’ingresso, i visitatori vengono accompagnati dalle guide in un corridoio dove si chiudono le porte ed è riprodotto un audio, dal quale proviene il rumore dei tifosi prima dell’ingresso in campo dei giocatori. Si percepiscono i loro passi, i loro movimenti delle scarpe sul terreno e l’impatto della pallina sulle corde della racchetta. Finito l’audio, si accede alla struttura dove vi è una specie di sala giochi e, se si continua il giro, si trovano le racchette d’epoca di Santana, Laver, Vilas, McEnroe, Lendl, Becker e quelle dei giocatori odierni tra cui Nalbandian, Federer, Nadal, Djokovic e Thiem. Intorno ai telai d’epoca, compaiono sui muri del Museo alcune foto e tutti i record di Rafael Nadal: il numero di Slam vinti, lo storico del ranking, il numero di settimane da numero 1 del mondo nei vari anni, i piazzamenti ottenuti nelle prove del Grande Slam dal 2003 ad oggi, la percentuale di vittorie in carriera, l’anno e il nome degli avversari battuti nelle finali Slam.

Scendendo al piano di sotto, c’è una stanza buia con delle vetrine illuminate; dentro a queste, vi sono tutti i trofei più importanti vinti da Nadal nella sua carriera, in ordine cronologico. Da sinistra verso destra si comincia con la vittoria a Les Petit As nel 2000, i tornei delle Baleari e i primi Challenger, come l’Open di Barletta. Spostandoci verso destra, possiamo apprezzare il primo titolo ATP 250 del tennista maiorchino, conquistato a Sopot nel 2004. Continuando la visita nel Museo, compare la carrellata dei tornei su terra battuta più vinti in assoluto dal tennista spagnolo: tutti i trofei di Monte Carlo, Barcellona e Roma.
Infine, si arriva ai trofei del Grande Slam, custoditi in una bacheca a parte. In quest’ultima, è possibile guardare un video proiettato sul muro che parte in automatico, dove gli atleti più celebri di diverse discipline sportive raccontano il segreto del successo, in chiave motivazionale.

Lasciando alle spalle la bacheca dei trofei, si possono apprezzare anche i vestiti indossati da Nadal in campo nelle quattro prove del Grande Slam, con i rispettivi trofei e le foto del campione che alza la coppa.

Un Museo interamente da gustare, che a parole si può descrivere ma che, in presenza, si vive in un’altra dimensione. Per i fan sfegatati di Rafa Nadal potrebbe essere considerata una seconda casa, ma anche per dei semplici appassionati della racchetta è sicuramente una scoperta interessante da aggiungere alle proprie esperienze tennistiche e turistiche.

Federico Bazan © produzione riservata

La mia esperienza da raccattapalle agli Internazionali di Roma

La mia prima volta in veste di raccattapalle

                 La mia prima volta in veste di raccattapalle

Se si ha un’età compresa tra i 12 e i 21 anni e una delle proprie passioni è il tennis, quella del raccattapalle è un’esperienza da fare, almeno una volta nella vita.

Quest’anno ho avuto l’occasione di ricoprire questo ruolo agli Internazionali Bnl d’Italia, la mia prima volta in veste di ball boy, di fronte ai grandi campioni.

Eravamo più di 150 ragazzi e bambini che hanno aderito all’iniziativa. Tanti, forse troppi; motivo per cui una suddivisione in due grandi gruppi fosse necessaria ai fini del corretto svolgimento del corso.

I ball boys sono stati divisi in tre fasce a seconda degli anni di esperienza sul campo: i gold, i silver e i bronze. I gold, i più esperti con un minimo di due anni alle spalle, i silver con almeno uno, mentre i bronze gli esordienti.

Ognuno di noi, a prescindere dal livello, ha dovuto frequentare un corso in preparazione al torneo che si è tenuto al parco del Foro Italico ogni due sabati a partire da gennaio.

Prima dell’inizio del Master 1000 di Roma, tutti i raccattapalle, di qualsiasi livello, sono stati istruiti da uno staff della FIT, composto da ragazze e ragazzi ex raccattapalle o maestri di tennis, che hanno illustrato ai ball boys tutti i modi di stare in campo, come entrare ed uscire insieme dal rettangolo di gioco in maniera ordinata, l’importanza di leggere il punteggio durante le partite e capire quando passare le palle da una parte all’altra del campo; ci hanno spiegato la postura corretta da assumere durante i punti e quella da mantenere di fronte alle richieste dei giocatori (richieste dei giocatori che spaziano dalle palle, alle bottigliette d’acqua, all’asciugamano ecc.).

La legenda del pass

                                      La legenda del pass

Compiti fondamentali di ogni raccattapalle sono quelli di seguire la partita, il punteggio, le esigenze dei giocatori ed, eventualmente, del giudice di sedia che supervisiona il tutto; importante è, inoltre, per uno dei due raccattapalle che si trova in piedi all’angolo e che serve i giocatori, avere un numero di palline in mano che non sia nè troppo elevato, nè assente; lo stesso discorso vale per quelli a rete, che devono essere vigili nel capire quando è il momento di passare le palle al compagno che sta a fondo campo.
La distribuzione delle palline è dunque un aspetto chiave ai fini di una rapida ed efficace circolazione delle stesse. I ball boys devono sapersi coordinare velocemente l’un l’altro, motivo per cui fare il raccattapalle è un lavoro di squadra.

Come in ogni esperienza, ci sono aspetti positivi e negativi, vuoi per buona e cattiva sorte, organizzazione dell’evento, gestione amministrativa del torneo, selezione.

Tra gli aspetti positivi di fare il raccattapalle c’è, non solo l’aver imparato un’attività che prima a malapena conoscevo vedendo partite in tv e della quale non avevo la benché minima idea di come funzionasse (quando effettuare il cambio palle, dove posizionarsi quando la palla ricade in una zona morta del campo, come entrare ed uscire dal campo ecc.), ma anche il fatto di aver visto del grande tennis così da vicino. Ammirarlo a pochi metri è tutta un’altra cosa. Non vedi solo la palla che viaggia a velocità notevoli ma puoi apprezzare anche i gesti tecnici di ogni singolo giocatore in un modo completamente diverso rispetto a come lo si vede sugli spalti o in tv.

Le aree di accesso per i ball boys: 1,3 e 8 (Pietrangeli incluso)

  Le aree di accesso per i ball boys: 1,3 e 8 (Pietrangeli incluso)

Tutti i raccattapalle hanno ricevuto una divisa da tennis degli Internazionali che è stata consegnata dagli organizzatori e che ogni ball boy ha dovuto indossare per scendere in campo. Lo stock comprende due polo, due paia di calzini, una tuta, un paio di pantaloncini, le scarpe, il cappellino e due polsini.

Oltre alla divisa sportiva era compreso anche un buono pasto ma non vi era nessuna remunerazione per i ball boys, in quanto l’attività di raccattapalle la si fa per passione.

Tra gli aspetti negativi, che sono sicuramente pochi, devo tuttavia evidenziare una contraddizione degli organizzatori del torneo. A ogni raccattapalle è stato dato un pass per accedere a varie zone della struttura. I ball boys, secondo quanto c’era scritto sul pass, potevano accedere al Parco del Foro Italico, ai campi ground, allo stadio Pietrangeli e ad una foresteria ma, in realtà, non è stata concessa ad essi la possibilità, durante i turni di riposo, di seguire le partite dei propri beniamini; infatti, chi di noi provava a occupare dei posti liberi, veniva costretto a uscire dall’impianto. Questo è un limite imposto dagli organizzatori che non condivido, in quanto, facendo comunque parte dell’evento e prestando un’attività lavorativa non retribuita, ritengo giusto che sia data la possibilità ai ball boys di seguire, durante i turni di riposo, le partite che si disputavano, almeno nello stadio Pietrangeli, dove i posti non sono numerati.

Volendo fare un bilancio tra aspetti positivi e negativi, l’esperienza da ball boy, la consiglierei vivamente a tutte le ragazze e i ragazzi, appassionati di tennis, che vorrebbero ammirare sul campo i grandi campioni. Poter vedere da vicino i big del tennis è un’opportunità più unica che rara non solo per divertirsi, ma anche per conoscere meglio le regole, la tecnica, la mentalità e gli aspetti peculiari dello sport con la racchetta.

Federico Bazan © produzione riservata