
Rivalità storica tra RF e RN
Roger Federer e Rafael Nadal, oltre ad essere due icone dello sport mondiale, rappresentano una tra le rivalità più celebri della storia del tennis. L’elvetico e il maiorchino si sono affrontati innumerevoli volte su tutte le superfici e, per quanto concerne gli scontri diretti, è Rafa attualmente a condurre per 23 a 10 (Nadal è avanti 13-2 su terra e 8-2 su cemento outdoor mentre Federer conduce 4-1 su cemento indoor e 2-1 su erba).
Confrontando però il numero dei trofei collezionati, ad eccezione della Coppa Davis che Nadal ha vinto in quattro occasioni mentre Federer in una, lo svizzero è superiore poichè vanta, nel palmarès, 88 titoli a fronte dei 69 dello spagnolo.
Trovare un difetto a Federer è quasi impossibile, anche perchè, dal punto di vista estetico, è considerato il tennista più elegante del circuito per la naturalezza fuori dal comune con la quale colpisce la palla e, dal punto di vista tecnico, perchè è uno dei più completi.
Federer è anche un giocatore versatile: questo vuol dire che, oltre a saper eseguire tutti i tipi di colpi, sa spezzare il ritmo variando il gioco con soluzioni sempre diverse: piatte, in top, tagliate, senza peso, lente, veloci, profonde, corte…
Il servizio lo tira in tutti i modi e in maniera spesso illeggibile per gli avversari: piatto, slice e in kick, a seconda dei casi. A detta di molti suoi colleghi del circuito, tra i quali Tim Henman, ex tennista inglese, il lancio di palla che Federer compie disorienta gli avversari.
“C’è chi serve più forte di 10 o 15 miglia orarie rispetto a Federer, come Roddick per esempio, ma Federer offre un servizio a cui è molto più difficile rispondere. Non sto dicendo che chi opta per la velocità non sappia o non possa mai variare, ma che Federer sulla variazione delle direttrici è insuperabile. Non ci sono tendenze o schemi ricorrenti nel servizio di Federer dal punto di vista della direzione, anche perché varia persino nelle modalità di lancio della palla. Per esempio, se il lancio di palla vira leggermente a destra o a sinistra, noi pensiamo sia alto il rischio di fault. Ma Federer riesce a fintare già dal lancio della palla, rendendo ancora più indecifrabile la direzione prescelta” (T. Henman).
Il tennista di Basilea sa costruirsi il punto con tutti i fondamentali e riesce ad adattare i propri schemi anche ad un gioco più difensivo, con il back di rovescio, che gli consente di recuperare la posizione al centro del campo; sa giocare al volo e a rete in modo egregio, a dimostrazione del fatto che Federer è provvisto di una mano fatata in tutte le zone del campo e non solo nei pressi della rete; adotta, talvolta, soluzioni alternative al palleggio da fondo campo come la palla corta, il lob, il cross stretto, il tweener, il passante.
Ecco le parole elogiative di Goran Ivanisevic, un altro grande esponente del tennis degli anni ’90, in merito al bagaglio tecnico di Federer: “Sì, ho davvero giocato con lui quando aveva quindici anni, durante un torneo a Basilea, e sapevo che sarebbe diventato bravo, ma non così bravo. Se rimane in salute, a meno di clamorose sorprese vincerà più Slam di Pete. Il modo in cui sceglie i suoi colpi è incredibile. È veloce, ha un gran voleé, un gran servizio, un gran rovescio, tutti grandi colpi. Se fossi il suo coach, cosa potrei dirgli? È un mago con la racchetta. Anche quando gioca male, cosa molto rara, può comunque fare cose con la sua racchetta che nessun altro è in grado di fare.”
L’unico limite di Federer, se proprio volessimo trovargliene uno, è che ha perso partite nella sua carriera in cui aveva dei match point che avrebbe potuto sfruttare senza troppi patemi, considerando anche il netto vantaggio nel punteggio del quale lo svizzero disponeva.
Esempi di match persi dall’elvetico sono: contro Safin, semifinale Australian Open 2005 o contro lo stesso Nadal, finale degli Internazionali di Roma del 2006, incontri nei quali Federer ebbe dei match point a propria disposizione, non riusciti a concretizzare.
Passiamo a Nadal.
Impugnatura semi-western sul dritto (impostazione moderna), rovescio bimane, gioco improntato sulle rotazioni, sullo scatto e sulla prestanza atletica sono le peculiarità del tennis di Rafael Nadal, uno dei giocatori tecnicamente più costruiti della storia di questo sport; lo dimostra il fatto che, quando era ancora bambino, Rafa aveva iniziato a giocare a tennis giocando il rovescio ad una mano. Il suo coach Toni Nadal decise di insegnargli il rovescio bimane con l’obiettivo di rendere il suo gioco più incisivo e maggiormente adattabile alle condizioni imposte dal tennis moderno. Effettivamente, il lavoro svolto con lo zio, ha dato i suoi frutti anche perchè il rovescio incrociato di Nadal è un’arma sulla quale il maiorchino può contare, pur rimanendo il dritto il suo cavallo di battaglia per eccellenza.
Ciò che Nadal ha modificato negli anni, tra i fondamentali, sono il dritto e il servizio. Da giovanissimo lo spagnolo lasciava partire il dritto con più velocità e meno rotazione chiudendo l’avambraccio sotto la spalla; con il tempo, Nadal ha cambiato l’esecuzione di questo colpo finendo il movimento dell’avambraccio sopra la testa e imprimendo così maggiore rotazione in top spin.
Anche il servizio è un fondamentale con il quale il campione di Manacor è progredito notevolmente negli anni.
Se, quando era agli albori, Nadal serviva una prima palla consistente ma non rapidissima, al giorno d’oggi, la velocità del suo servizio è cresciuta, tale da consentirgli un tennis più offensivo.
Essendo mancino, il campione iberico ha il vantaggio di invertire gli schemi di gioco che vedono i destrimani, spostarsi sul lato del rovescio per giocare lo sventaglio di dritto; giocando contro Nadal, questa tattica può rivelarsi errata in quanto lo spagnolo è pronto ad attaccare con il dritto sul lungolinea.
Nadal cerca molto gli angoli del campo con un gioco prevalentemente arrotato. Questo non vuol dire che non adotti soluzioni diverse, come ad esempio il back, utilizzato soprattutto sulle superfici veloci, e la volèe. Lo spagnolo, che è tutto fuorchè un giocatore di volo, ha compiuto passi da gigante con questo fondamentale; le sue volèe, seppur non esteticamente impeccabili, sono molto efficaci. E durante i match ne gioca…
Qui di seguito è riportato un video di Nadal quando aveva 16 anni. Durante l’allenamento, è possibile vedere come il maiorchino colpisca molto in avanti il dritto e come la palla viaggi poco sopra la rete, caratteristica non riscontrabile nel suo tennis attuale in quanto la palla del Nadal che conosciamo oggi, viaggia abbondantemente alta sopra la rete e, al momento del rimbalzo, si alza e schizza via.
Vi è stata dunque un’evoluzione del suo dritto nel corso degli anni.
Grazie ad una collaborazione che va avanti ormai da decenni con lo zio Toni, il maiorchino risulta fino ad oggi un giocatore praticamente invulnerabile sulla terra battuta e molto temibile sulle altre superfici, non solo per il gioco di gambe, la rapidità e i colpi da fondo, ma anche grazie al servizio, un fondamentale nettamente migliorato dallo stesso Nadal nel corso degli anni e che ha consentito al maiorchino di imporsi su superfici diverse dalla terra battuta, dove gli altri tennisti spagnoli, in linea di massima, hanno mal figurato.
Anche Marat Safin, ex giocatore ed ex numero 1 del mondo, ha parlato di questi due grandi campioni con parole che effettivamente racchiudono in pieno il loro potenziale: “Per poter battere Federer bisogna essere… Nadal, correre con la velocità di un coniglio e colpire vincenti da ogni angolo del campo”.
Roger e Rafa costituiscono la terza grande rivalità nella storia del tennis maschile moderno dopo Mcenroe/Borg degli anni ’80 e Sampras/Agassi degli anni ’90.
Entrambi sono stati in grado di trasmettere a migliaia di persone in tutto il mondo il loro tennis a tal punto da creare due grossi blocchi di tifosi: uno che sostiene The King of Grass (Federer) e l’altro che tifa per The King of Clay (Nadal). C’è chi elogia Federer per stile e unicità dei colpi, chi esalta Nadal per concretezza, grinta e gioco di gambe. Questo non esclude, naturalmente, che ci sia chi tifi e simpatizzi per entrambi proprio per i diversi pregi e le peculiarità differenti che li contraddistinguono.
Pur risultando, dal punto di vista tecnico e stilistico, giocatori completamente diversi e, caratterialmente, due avversari competitivi a loro modo (a loro modo perchè entrambi hanno un atteggiamento del tutto singolare come i tic di Nadal e la mano nei capelli di Federer), ciò che li accomuna profondamente sono due aspetti: il fatto di chiamarsi “Campioni” con la C maiuscola e il fatto di impersonificare la sportività in persona; Rafa e Roger, infatti, oltre ad essere due professionisti che hanno lasciato, lasciano e lasceranno per sempre un segno indelebile nella storia del tennis per le gesta compiute, sono due grandissimi signori sia dentro che fuori dal campo.

Ritratto di due campioni: Roger, esempio di generosità; Rafa, esempio di umiltà
Federico Bazan © produzione riservata