Sul mio blog ho sempre fatto la parte dell’intervistatore; stavolta ho il piacere di essere l’intervistato. Ringrazio il sito SuperScommesse per questo bello spazio riservato a Il Mondo del Tennis.
http://www.superscommesse.it/notizie/mondo_del_tennis__il_blog_di_un_giovane_e_appassionato_tennista-9804.html
Oggi intervistiamo Federico Bazan, giovane tennista, che con il suo blog Il Mondo del Tennis, comunica la propria passione per questo sport.
– Buongiorno Federico, grazie per aver accettato la nostra intervista. Come e quando nasce Il Mondo del Tennis?
– Buongiorno, grazie a voi.
Ho aperto il mio blog sul tennis il 28 aprile 2013, all’età di 18 anni. Era il mio ultimo anno di liceo, a ridosso della maturità. Il tennis è stato da subito il mio sport preferito. Ne ho praticati diversi, a dire il vero, tra cui la pallacanestro e il tennistavolo, nel quale avevo anche una classifica regionale e facevo tornei in giro per il Lazio. Ma il tennis è stato l’unico a trasmettermi quel qualcosa in più. Un giorno scoprii per caso Supertennis, accendendo la tv, al canale 64 del digitale terrestre. Cominciai a vedere qualche partita e a seguire con particolare interesse le telecronache dei match. Da questa scoperta a provare ad impugnare la vecchia Head di mio padre il passo fu veramente breve. Quando misi per la prima volta piede sulla terra del campetto vicino casa e provai a fare due colpi con il maestro, capii di essermi innamorato perdutamente di questo sport. Tra tutte le partite viste in quel periodo, ce ne fu una in particolare che mi fece venire voglia di scrivere un articolo su ciò che avevo visto con i miei occhi: fu la finale del torneo Godò di Barcellona tra Rafael Nadal e Nicolas Almagro, la quarta finale consecutiva centrata da Nadal dopo un anno di inattività a causa di un grave infortunio al ginocchio. Rivedere Nadal tornare ai livelli degli Internazionali di Roma del 2006, quando lo vidi giocare per la prima volta contro Federer (avevo 12 anni), mi invogliò a trasformare un semplice interesse in autentica passione. Quella sera in cui il campione iberico, battendo il connazionale Almagro, tornò il grande di sempre, mi vennero la voglia e la motivazione di buttare giù tutte le sensazioni che avevo provato nel vedere una finale di così alto livello tra un Nadal rinato e un Almagro in grande spolvero. E così nacque l’idea del blog che chiamai “Il Mondo del Tennis”, un nome che potesse fare da cornice a diversi ambiti dello sport con la racchetta: dalla storia e l’evoluzione del gioco, passando per i tornei e i campionati a squadre, alla tecnica e la mentalità, fino ad arrivare alle interviste ai giocatori e ai diversi appassionati, noti al mondo del tennis.
– Parlaci della tua passione per il tennis: quando nasce, e perchè hai deciso di aprire un sito dedicato a questo sport?
– La mia passione per il tennis nasce da quando ero piccolo. Ai tempi della scuola elementare i miei genitori mi mandavano l’estate ai centri estivi dove, tra le altre attività, giocavo anche a tennis. Durante gli anni delle medie, ho fatto alcune lezioni da un maestro vicino casa, due anni di scuola tennis e mi sono infine iscritto in un circolo dove sono tutt’ora tesserato. Il blog l’ho aperto perchè ho iniziato a praticare lo sport con la racchetta a livello agonistico, classificandomi 4.5 fin dai primi tornei FIT in giro per Roma, ma anche interessandomi personalmente alle partite dei tornei ATP e WTA, che ho sempre seguito e che tutt’ora seguo in tv e, per quanto possibile, dal vivo.
Poi mia cugina, ad un Natale di qualche anno fa, mi regalò il librone illustrato “500 Anni di Tennis” del grande Gianni Clerici; da quel momento non avevo più scampo. Sfogliai alcune pagine e mi resi conto che il tennis sarebbe stato come una chiave che apre una porta. E spero non sia l’unica… in fondo ho solo 21 anni.
– Quali sono le fonti maggiormente utilizzate per un sito come il tuo?
– Cerco il più possibile di basarmi sulle conoscenze personali, acquisite giocando, guardando, analizzando meticolosamente gli incontri, i giocatori, i risultati, le classifiche e le condizioni di gioco. Copiare qualcosa o qualcuno non fa parte di me e del mio carattere; quello che scrivo viene molto spesso dall’ispirazione e dalla creatività, oltre che dalla voglia di descrivere ciò che potrebbe interessare, coinvolgere i lettori e, magari, essere oggetto di dibattito.
L’ispirazione consiste nel mettersi a pensare ad una strategia efficace per scrivere l’articolo; magari, dopo aver visto giocare un tennista, dopo aver assistito ad un suo allenamento, imparando a conoscere i suoi pregi e difetti tecnici e caratteriali, mi faccio un’idea delle cose che possano risultare utili da evidenziare e le scrivo, strutturando l’articolo. Ecco, le fonti, a mio avviso, non consistono nel prendere notizie da altri siti, enciclopedie, libri e scopiazzare, come fanno tanti (salvo casi in cui la materia lo richieda, per esempio alcune statistiche, i numeri che riguardano la carriera dell’atleta, gli effetti di alcune sostanze ritenute doping o meno, le dichiarazioni di un tennista su un determinato fatto ecc.) ma è seguire con scrupolo, analizzare, sviluppare con occhio critico l’avvenimento. In pratica, mettere insieme capacità di analisi e di sintesi.
– Come scegli i temi da trattare e approfondire?
– Non mi pongo limiti nello scegliere i temi da trattare. Sono uno spirito libero. Questo non vuol dire che faccio come mi pare, ma se qualcuno mi dicesse di portare a termine un lavoro, più o meno impegnativo, in 5 minuti, glielo porterei dopo 5 ore e sarei più contento di portarglielo fatto come si deve, pur infrangendo gli accordi, che non entro i tempi stabiliti e sbagliarlo completamente. Questo per dire che un bell’articolo o una recensione ben elaborata richiedono tempo, sacrificio, impaginazione, formattazione, correzioni, riletture e via dicendo. Solo un grande lavoro può suscitare un’apertura, un interesse condiviso e una predisposizione maggiore al dialogo tra le persone. Per scrivere alcuni pezzi ci ho impiegato anche del tempo.
Diffido molto, comunque, di chi dice che, se ci metti meno tempo, sei il più bravo. La qualità è ben altro…
Per come sono fatto, infatti, preferisco scrivere un articolo sulle impugnature, sulla tecnica dei giocatori, sul fatto che oggi le politiche della FIT facciano fatica a riservare un grande futuro al tennis italiano, su come mai nel tennis odierno il serve & volley si sia estinto, sul perchè gli inglesi, inventori del tennis, non abbiano oggigiorno un giocatore che faccia la differenza, anzichè scrivere dei risultati o di una qualsiasi partita di torneo che magari finirà un domani nel dimenticatoio. Nei miei pezzi cerco l’originalità, evitando il più possibile i sensazionalismi e le frasi fatte.
– Sul tuo sito hai scritto che pratichi il tennis a livello agonistico da tre anni. Cosa consiglieresti a coloro che vorrebbero avvicinarsi al tennis per la prima volta?
– Di giocare e divertirsi. Il tennis è uno sport molto gratificante, se praticato con costanza ed impegno, perchè puoi migliorare di giorno in giorno e vedere lentamente i progressi svolti. L’importante è non renderlo uno stress. Si arriva dove le possibilità vogliono che si arrivi. L’andare oltre si potrebbe pagare a caro prezzo. Questo lo dico, non per fare della retorica fine a se stessa, ma perchè ci sono innumerevoli casi di ragazze e ragazzi che, pur di provare a sfondare, lasciano la scuola o l’università; poi, purtroppo, non riescono nei loro obiettivi tennistici e si ritrovano con un pugno di mosche in mano. Il tennis, oltre al talento e alla pratica sul campo, richiede investimenti notevoli che non tutte le famiglie possono permettersi. Consiglio comunque a tutti i bambini e ai ragazzi più “pigri” di giocare a tennis ma anche di fare altri sport. Praticare almeno una disciplina sportiva è importante per il fisico e per la testa. Aiuta a sviluppare le capacità motorie e di coordinazione, aiuta a scaricarsi e a distrarsi dalla routine quotidiana. Ma soprattutto, uno sport come il tennis, insegna dei valori che sono l’educazione, il rispetto e la lealtà verso l’avversario e verso il prossimo. O almeno, è quello che ha insegnato a me… e di questo ne vado fiero.
– Secondo te, quanto è seguito questo sport nel nostro paese? E perchè il calcio continua ad essere considerato lo sport per antonomasia?
– Negli ultimi tempi, il tennis ha avuto un’affluenza senza precedenti di spettatori e di tifosi. Pensiamo a quante persone vengano al Foro Italico ogni anno da città di tutta Italia, per vedere gli Internazionali, quanto l’impianto si allarghi anno dopo anno e accolga più negozi, attività, giochi per bambini ecc. All’epoca non esistevano né il Centrale, né la Supertennis Arena. C’erano solo il Pietrangeli e solo alcuni dei campi Ground attualmente presenti. Oggi ci sono anche i campi da paddle tennis dove si esibiscono i professionisti e moltissima gente si ferma là a guardarli giocare. Fino ad alcuni anni fa, tutto questo era impensabile.
Secondo me, il ruolo dei social network, della rete e della televisione sono stati fondamentali nel processo comunicativo e di avvicinamento delle masse. Supertennis e Sky hanno coinvolto migliaia di spettatori, anche provenienti dal mondo del pallone, proponendo partite di Coppa Davis e Fed Cup dell’Italia, i tornei del Grande Slam, gli ATP 1000 e le World Tour Finals. Ovviamente tutto questo è incomparabile al successo che ha il calcio. Ma questo perchè, per il calcio, basta un pallone, fare due porte con le felpe e ci si diverte lo stesso, che sia in spiaggia piuttosto che nel cortile sotto casa. Il tennis richiede una racchetta, un barattolo di palline, un campo fatto in un certo modo e una rete. E poi credo ci sia di mezzo una questione culturale: il tennis nasce come sport di élite, per i più ricchi (anche se questo discorso è opinabile, specialmente oggigiorno dove ci sono diversi tennisti provenienti da famiglie con, all’origine, un’esigua disponibilità economica; pensiamo alle sorelle Williams e a molti tennisti dell’est Europa come Davydenko). Il calcio è lo sport di massa per eccellenza. Giocare a pallone è immediato ed economico. Giocare a tennis richiede diversi elementi costosi come la racchetta, l’equipaggiamento e le varie attrezzature indispensabili per giocare. E poi la prima cosa che desidera istintivamente un bambino piccolo è una palla, più che una racchetta.
– Infine ti chiediamo un’opinione relativa al torneo Challenger ATP per i nostri lettori. Pochi giorni fa si è concluso il torneo Roma Garden Open: cosa ne pensi?
– Ha vinto il tennista britannico Edmund, poco più che ventenne, numero 80 del mondo, che ha liquidato il serbo Filip Krajinovic, giocatore insidioso che sconfisse con autorevolezza il nostro Fabio Fognini nel torneo di Amburgo, circa due anni fa. Ecco, Edmund, a proposito di tennisti inglesi, può essere un giocatore in prospettiva molto interessante per il mondo del tennis anglosassone. Adesso si stanno facendo vedere anche Aljaz Bedene e la giovanissima Heather Watson che ha estromesso Sara Errani al primo turno degli Internazionali di Roma. Il torneo del Garden è un buon esame per testare il livello di giocatori che, in prospettiva, possono crescere ed avere l’opportunità di competere un domani in tornei del Grande Slam.
Federico Bazan © produzione riservata