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Bufera sul caso Sharapova: trovati positivi al meldonium altri atleti dell’est Europa

Chi si sarebbe mai aspettato che un’atleta così attenta e meticolosa come Maria Sharapova risultasse positiva ai controlli antidoping? Ma soprattutto, è possibile che una professionista di quel livello, contornata da uno staff di esperti e sottoposta periodicamente a controlli di ogni tipo, non fosse a conoscenza degli effetti di un farmaco come il Meldonium?

Maria Sharapova

           L’amarezza nel volto della Sharapova durante la conferenza stampa

Tutti conosciamo la grande professionalità ed abnegazione che contraddistingue Maria Sharapova, una campionessa che ha segnato pagine importanti nella storia della WTA, vincitrice di 5 prove del Grande Slam, regina indiscussa della terra battuta, superficie sulla quale, ad oggi, vanta quasi l’84% di vittorie. Ultimamente, però, la giocatrice russa ha spiazzato il mondo del tennis, già in un primo momento, quando aveva affermato che avrebbe rilasciato pubblicamente alcune importanti dichiarazioni ed anche successivamente alla conferenza stampa, nella quale ha confessato delle verità tanto inaspettate quanto amare, ovvero la positività ai controlli antidoping e la totale disinformazione circa gli effetti della sostanza assunta.
La Sharapova, non solo avrebbe preso il farmaco per la durata di dieci anni, ma ha anche espressamente dichiarato di assumere mildronato per carenze di magnesio e per una storia di soggetti diabetici in famiglia.

Meldonium

Principi del Meldonium. Formula molecolare: C(6) H(14) N(2) O(2); nomi chimici: mildronato, meldonium, quaterin; uso clinico: trattamento delle restrizioni di afflusso di sangue ai tessuti, angina, infarto del miocardio e complicazioni cardiache croniche; uso per le prestazioni: incrementa l’afflusso di sangue ai tessuti muscolari, incentiva la resistenza e le capacità fisiche.

In realtà, il meldonium è un farmaco anti-ischemico, utilizzato principalmente per la prevenzione dell’angina pectoris e dell’infarto del miocardio. A parlarne sono gli esperti che sottolineano, oltre alle indicazioni, anche gli effetti del medicinale in soggetti sani: “Poiché favorisce la circolazione del sangue, in soggetti sani, il mildronato migliora le capacità di resistenza allo sforzo fisico, perché porta più ossigeno ai tessuti muscolari”. Inoltre, escludono che possa servire contro il diabete, salvo in uno stadio avanzato della malattia, tale da compromettere una corretta funzionalità cardiaca. Quando è usato per le patologie cardiache, il meldonium è comunque prescritto per, massimo e non oltre, le sei settimane.
Ma ci sarebbe dell’altro ad aggravare ulteriormente la posizione di difesa della Sharapova: anche altri atleti dell’est sarebbero stati trovati positivi al Meldonium. Tra questi la ranista Julija Efimova, le due medaglie d’argento della lotta greco-romana Evgeny Saleev e Sergei Semenov, le due specialiste degli 800 metri Ekaterina Poistogova e Marija Savinova e anche altri atleti.
Una domanda sorge spontanea. Tutti malati di diabete e con carenze di magnesio? Oppure, tutti volutamente alla ricerca della sostanza in questione? Non si può rispondere a queste domande con certezza ma, ciò che si può facilmente dedurre, è che il Meldonium, stando alle analisi degli esperti e alle valutazioni espresse dalla Wada (Agenzia mondiale antidoping), rappresenterebbe un incentivo notevole per le prestazioni dell’atleta.

A questo punto, la Sharapova sconterà una sanzione che va dagli 1 ai 4 anni di sospensione dall’attività, sebbene, c’è da sottolineare, come il farmaco sia entrato all’interno delle sostanze dopanti da gennaio 2016, il che potrebbe comportare una riduzione della pena nei confronti della siberiana la quale, in cuor suo, sa comunque di aver deluso i suoi fan.

Fonti:
http://www.focus.it/scienza/salute/meldonium-che-cose-e-perche-e-doping
http://www.sportsintegrityinitiative.com/

Federico Bazan © produzione riservata