Fabio Fognini si ritira dal circuito professionistico: il mio ricordo del tennista e dell’uomo

Wimbledon 2025 è stata l’ultima apparizione nella carriera di Fabio Fognini, che è uscito di scena a testa alta contro il numero 2 del mondo Carlos Alcaraz, impegnandolo fino al quinto set, nel primo turno dello Slam londinese. In conferenza stampa, Fabio Fognini ha dichiarato: “È stata una bella corsa. In vent’anni dentro al circuito ho avuto la fortuna di giocare contro i più forti della storia, contro i due giocatori più forti della seconda storia. E poi giocare una partita così con Alcaraz, anch’io non me l’aspettavo. È stato tutto bello. Mi mancherà un po’ la competizione, un po’ meno la routine. Sono entrato in punta di piedi ed esco a testa alta con una sconfitta/vittoria sul Centrale di Wimbledon che per il Fabio Fognini ragazzino, ad Arma di Taggia, è una cosa bellissima”.

Fabio Fognini annuncia il ritiro dal circuito ATP in conferenza stampa


Fognini tennista nei numeri:

Tra le partite più significative vinte dal tennista ligure, in vent’anni di carriera, ci sono, come egli stesso ha ricordato: “I miei tre match migliori? Con Alcaraz qui a Wimbledon, con Murray in Coppa Davis e con Nadal a Monte-Carlo”. A questi, personalmente aggiungerei la vittoria nel secondo turno a Roma contro l’allora numero 1 al mondo Andy Murray e gli altri successi contro Rafael Nadal in semifinale a Rio de Janeiro, a Barcellona agli ottavi di finale e agli US Open, nei sedicesimi di finale.

I tornei più importanti conquistati? In singolare, il Masters 1000 di Monte-Carlo. In doppio, gli Australian Open con Simone Bolelli. A dimostrazione della versatilità ed adattabilità di Fognini sia in singolare, sia in doppio a prescindere dalla superficie di gioco. Il record di essere entrato nella top ten sia in singolo sia in doppio, record unico per un tennista italiano, rende Fognini uno dei giocatori più completi di sempre in entrambe le specialità.

La statistica più interessante? Oltre ad essere stato numero 9 al mondo e ad aver battuto diversi numero 1 del ranking ATP tra cui Rafael Nadal e Andy Murray – nell’arco ventennale della sua carriera all’interno del circuito maggiore, Fognini è stato ed è rimasto nei primi 20 giocatori al mondo, per un totale di 220 settimane complessive. Questo periodo di tempo equivale, circa, a 5 anni e 3 mesi della sua carriera, uno degli elementi che ha permesso a Fognini di essere molto competitivo contro i top players, in più occasioni e in diverse annate.


Fognini tennista nella tecnica:

Il braccio educato, la classe e la facilità di esecuzione di Fognini sono caratteristiche mai passate inosservate per chi lo ha visto giocare. Il gioco del tennista ligure si è sempre distinto per la capacità improvvisa sia di dritto che di rovescio di accelerare i colpi, mascherandone la direzione, e piazzarli agli angoli del campo, grazie alla velocità di braccio e alla precisione nell’indirizzare la palla. Giocatore di grande estro e di grande tocco, Fognini è stato uno di quei tennisti con varie soluzioni tecnico-tattiche da poter adottare: dal vincente da fondo campo a seguito di uno scambio prolungato, alla discesa a rete con la volée di chiusura, piuttosto che la smorzata fintata anche da lontano dalla rete. Contrariamente a quel che si pensi per l’assenza di un vero e proprio split step, il gioco di gambe e gli scatti brevi in avanti e laterali, sono state altre doti del suo tennis che gli hanno consentito di vincere dei punti recuperando delle palle impensabili.


Fognini uomo nel carattere in campo:

Giocatore dalla personalità ribelle ed impulsiva, nel corso della carriera Fognini si è lasciato andare a dichiarazioni ed imprecazioni, nei momenti più delicati. Ma ha sempre riconosciuto di aver sbagliato, chiedendo scusa nelle sedi opportune e dimostrando una maturità progressiva con il passare degli anni. “Dicevo sempre le cose come stavano. Ho sbagliato, ma fa parte di un percorso molto lungo. Ci sono state più salite che discese. Ci sono degli obiettivi: a volte puoi raggiungerli, altre devi voltare pagina. Oggi sono qui per andare punto e a capo. Inizia una nuova vita fuori dal campo. Sono disposto a dare consigli a chi vorrà, ascoltando anche le cose brutte. Dire le cose come stanno porta a volte allo scontro, ma si esce più forti. Questo lo devo a mio padre, molto diretto e senza peli sulla lingua”.

La mia foto con Fabio Fognini agli Internazionali BNL d’Italia 2025, al termine di un allenamento sui campi ground

Fognini uomo nel ricordo personale:

Insieme a Andreas Seppi, Paolo Lorenzi e Simone Bolelli, credo che Fognini sia stato il giocatore protagonista, in grado di trascinare con grande dedizione il movimento del tennis italiano, in un periodo nel quale la Federazione Italiana Tennis faceva fatica a trovare dei talenti emergenti nel vivaio maschile (mi riferisco al periodo che va più o meno dal 2007 al 2017, prima dell’affermazione di Matteo Berrettini). Quando Fognini è stato convocato in Coppa Davis, ha sempre risposto “presente”, non rinunciando mai a giocare per la maglia azzurra e portando a casa partite tutt’altro che semplici.
Aldilà delle vittorie e degli ostacoli, degli alti e dei bassi, che fanno parte inevitabilmente della carriera di un tennista, il ricordo che conservo di Fabio Fognini, sotto l’aspetto umano, è sorprendente: nel lontano 2013 – l’anno dell’exploit del tennista ligure con l’ingresso in top 20 e le vittorie dei tornei di Stoccarda, Amburgo e la finale ad Umago – lo vidi giocare nella gara di Coppa a Squadre di Serie A tra il Circolo Canottieri Aniene, formazione di casa, e il Park Tennis Genova, formazione in trasferta, per la quale giocava Fognini. Il clima sulle panchine del circolo era piuttosto di parte per la squadra di casa, capitanata da Vincenzo Santopadre, con Flavio Cipolla ed un giovanissimo Matteo Berrettini, appena diciassettenne.
In quella domenica mattina, i due Capitani schierarono, nel match di singolare, Flavio Cipolla, da un lato, e Fabio Fognini, dall’altro. La partita fu molto lottata e nervosa: sugli spalti si sentivano dei fischi e delle parole offensive nei confronti di Fabio, il quale rispose con molta eleganza agli insulti: “Non mi offendete, però”. Ricordo le sue parole come se fosse ieri. La partita fu vinta da Flavio Cipolla, l’allora numero 190 del mondo, mentre Fognini era appena entrato nei primi 20 del ranking ATP.
Mi resi conto, alla fine dell’incontro perso da Fognini e le parole che dovette incassare ingiustamente da qualche tifoso, che chiedergli una foto e un autografo sulla copertina del libro “500 Anni di Tennis” – con il quale andavo in giro per strappare le firme dei grandi giocatori – sarebbe stato un rischio per una eventuale reazione non gradita da parte sua, considerando gli insulti beceri che qualcuno gli aveva riservato sugli spalti e la sconfitta contro un giocatore nettamente più basso di lui in classifica.
Fuori dal campo, al termine del match, seguendo “Fogna” e dirigendomi verso lo spogliatoio, gli domandai con voce timida: “Fabio possiamo farci una foto e posso avere un tuo autografo?”. Fabio capì il mio interesse e il mio sostegno nei suoi confronti e mi disse: “Vado a farmi una doccia e torno”.
A volte, è meglio aspettare molto tempo ma ricevere un dono inaspettato, che avere fretta e andarsene senza sapere quel che di bello riserverà il futuro.
Venti minuti dopo, forse mezz’ora, Fabio ritornò vicino al campo dove intanto mi guardavo intorno cercando di avere altri autografi dai vari giocatori presenti. Si fece scattare una foto e incise il suo nome e cognome con il pennarello sulla copertina “500 Anni di Tennis”.
Se Fognini è sempre stato criticato per il suo comportamento in campo, a volte bisogna essere capaci di vedere l’altra persona e le difficoltà che sta vivendo. Perché non è scontato che un tennista in pieno exploit di risultati dedichi del tempo ad un appassionato (in quel caso ero io), dopo esser stato insultato da qualcuno che di tennis non capisce nulla e ripreso dai compagni di squadra per aver perso una partita.
Penso che, dopo il tempo dedicatomi in quella occasione, debba personalmente ringraziare Fabio e riconoscerne una disponibilità e una apertura non così banali.

Con il ritiro dal tennis professionistico, si chiude un capitolo importante nelle pagine scritte da Fognini, ma la gratitudine per questo sport rimane e, per l’ormai ex tennista di Arma di Taggia, inizierà una nuova vita.

Fonti dichiarazioni: Sky Sport Wimbledon

Federico Bazan © produzione riservata

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